ERAVAMO TROPPO GIOVANI

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Consiglio l'ascolto di "To Build a Home"- The Cinematic Orchestra durante la lettura.





Eravamo troppo giovani 

Ci hanno chiesto di crescere in fretta, di combattere per qualcosa di troppo grande, per una guerra invincibile.

Noi accettammo perché credevamo nel bene, avevamo speranza in un futuro migliore per tutti quei bambini che ormai non avevano più una famiglia, volevamo fare la nostra parte per la giustizia, per non permettere che un pazzo guidasse il popolo su falsi ideali nel quale credeva.

A diciotto anni ne entrammo a tutti gli effetti, le nostre prime battaglie, le nostre prime ferite. Ci obbligavamo a credere che, finita la guerra, il mondo potesse basarsi sull'amore e sulla giustizia, senza discriminazioni.

A diciannove anni decidemmo di non perderci quella poca bellezza della vita che ancora potevamo permetterci con il dubbio che il giorno dopo o anche quello stesso andarsene sarebbe stato semplice e ritornare impossibile.

A vent'anni rendemmo concreto quell'unica sicurezza che potevamo permetterci, l'amore. Quindi combattere questa guerra non era più solo per i più giovani, ma per i nostri figli. Ci siamo costruiti una famiglia, molti di noi non la avevano nemmeno mai avuta o la aveva persa. Quella stessa famiglia composta anche dall'Ordine della Fenice, e Hogwarts la nostra casa. Era tutto quello che avevamo.

Perché quando sei ad un passo dalla morte, con la paura che incombe su di te, l'ultimo tuo pensiero non è quello dei soldi o sulle ricchezze, ma è proprio sulla tua famiglia, e finalmente capisci che è l'unica cosa che conta veramente. Ma ogni certezza in guerra si sgretola diventando polvere, un castello di carta che con un semplice respiro si infrange. Noi stessi, l'Ordine, eravamo tutto ciò su cui potevamo fare affidamento.

Ma bastarono poche parole per disintegrare anche quella. "Tra di noi c'è una spia." E nulla è più stato sicuro. Improvvisamente tutto quello a cui abbiamo sempre tenuto diventa paura di perdere la guerra, l'unico punto di vantaggio che avevamo sul nostro nemico. Improvvisamente tutto quello che credevamo di conoscere, le cose veritiere si ricoprono di nebbia, e questa è talmente fitta che sembra un mare di marmo.

Cominciammo a dubitare di ogni singolo membro, a dubitare di noi stessi. Dubitammo di Remus per la sua condizione, un errore madornale in quanto per più di sette anni non abbiamo mai cambiato la nostra opinione su di lui anzi, abbiamo cercato di convincerlo ogni giorno a vedersi con i nostri occhi, dal nostro punto di vista. Dubitammo di Sirius per il suo passato, dubitammo di chiunque potesse avere qualche rapporto con persone inaffidabili.

Poi è arrivata la profezia. James, Lily ed Harry si sono dovuti nascondere come Alice, Frank e il piccolo Neville. Dovettero nominare un custode segreto e scesero di fidarsi dell'unica famiglia che abbiamo realmente mai avuto. Solo uno stupido avrebbe potuto credere che fosse Sirius. Tutti sapevano del rapporto tra lui e James, era troppo scontato. Li hanno sottovalutati. Era ovvio, ma hanno dato la colpa a lui perché era la cosa più semplice.

Non ci sono errori più gravi di sottovalutare e sopravvalutare. Se sottovaluti gli altri ti ostini a credere di essere il migliore e quindi di non crescere mai giorno dopo giorno. Sopravvalutare invece ti abbassa l'autostima, ti fa credere di non poter essere la parte migliore di te. Se lo fai su te stesso invece è il contrario.

Dubitammo, ma non l'abbiamo fatto al meglio. Non dubitammo dell'unica persona che poi si è rivelata tale. Pensammo che non potesse mai fare una cosa del genere, era sempre stato il meno coraggioso, quello più insicuro, e ovviamente ci si è ritorto contro.

Peter è riuscito a stupire tutti alla fine.



Eravamo troppo giovani

Ci hanno chiesto di crescere in fretta e noi lo abbiamo fatto in pochi mesi.

La guerra ti distrugge, non solo fisicamente anzi, soprattutto psicologicamente. È un loop infinito. Solo quando sono morti sotto i nostri occhi, tra le nostre braccia, persone a cui volevamo bene, persone che amavamo, ci siamo davvero resi conto che la fiaba dei Malandrini era finita, che ora non avevamo più nulla.

La guerra ti distrugge. O muori o sopravvivi con la consapevolezza che non tornerai mai più a vivere. Ti chiedi ogni giorno "Perché loro sì e io no?" "Perché ora loro sono lì quando dovrei esserci io?" "Perché ora sono solo?"

E le risposte non sono di certo quelle che sminuiscono i caduti o che ti elogiano, la risposta è che sei un vigliacco, che non hai fatto abbastanza.

Pensi che la morte potrebbe essere l'unica soluzione, perché chi hai perso non potrà mai tornare, così tutto finisce.



Eravamo troppo giovani.

Ci hanno chiesto di crescere in fretta per una buona causa, se avessimo vinto la guerra saremmo potuti tornare alla nostra vita, sarebbe tornato tutto come prima.

Ma queste erano solo delle stupide speranze di ragazzi altrettanto ignoranti in questo campo, che si sono ritrovati soli, loro stessi e le loro paure pronte ad avverarsi.

Come sappiamo già in realtà la fine di quella guerra non coincide con la loro fine.

Si distinguono due guerre solo perché sono due diverse generazioni ad averla combattuta. Alla fine la guerra si è portata via quei ragazzi mai cresciuti veramente e alcuni dei loro figli.

Erano troppo giovani.

Gli hanno chiesto di crescere in fretta.

Tutto, per avere un mondo migliore.









Angolo autrice

Questo è nato come un semplice ragionamento ascoltando un video di tiktok e ho pensato di farne una piccola oneshot. Se trovate qualche errore o cose simili per favore apprezzerei che me lo faceste sapere. Anche le critiche costruttive sono ben accettate. 

E nulla, spero vi piaccia.

Un abbraccio <3

Pixoveo ;)

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