confessioni

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mi trovo spiazzata, mi trovo davanti la persona che non avrei mai voluto vedere
L: tu?
-"da quanto tempo, Lili giusto?
L: Austin, non fare finta di non ricordarti il mio nome
A: posso?

dice entrando

L: ormai..

va verso la sala da pranzo ma io lo fermo
L: e no eh. già hai rovinato la mia vita, ora non ti permetterò di importunare anche i miei amici

dico urlando. sentendomi escono Cole, Kj e Cami
Cami: ancora tu?
Kj: amico, chi è?

dice sussurrando a Cole
Cole: l'ex di Lili

A: ciao anche a te Camila, un onore
Kj: che cazzo vuoi da noi stronzo
A: oh solo una cosa

si gira verso di me
Cole: zio faresti meglio ad andare via. ora.
A: aww ciaoo, tu sei il ragazzo di Lili vero?
Cole: vai a farti fottere, stronzo

dice urlando mentre sferra un pugno sulla sua guancia. Austin perde sangue, ma non si arrende. Austin si mette sopra di Cole e comincia a picchiarlo pesantemente

L: cazzo Kj vuoi stare lì impalato?

Kj arriva, sposta Austin e lo spinge a terra. io vado da Cole
L: oddio

aveva lo zigomo e il labbro rotto, e aveva del sangue nell'occhio
L: vieni con me

lo porto in bagno e prendo il kit d'emergenza. si siede sul water e io mi metto in mezzo alle sue gambe. comincio a medicargli le ferite
C: ah, brucia
L: se continui a muoverti ci metteremo un'eternità. fermo
C: si ma fa male
L: non ti farebbe male ora se tu non avessi picchiato Austin
C: ma l'ho fatto per te
L: cosa credi che io mi sarei fatta abbindolare da lui? a me piaci tu
C: si lo so che non hai bisogno di me, ma non può guardarti in quel modo
L: perché, come mi guardava?
C: Lili ti stava mangiando con gli occhi, letteralmente
L: oh mio caro Cole, sei così ingenuo. Austin fa sempre così, non solo con me. e poi, parliamoci chiaro, perché dovrebbe tornare da me? ha quella sua sottospecie di ragazza con cui può giocare quanto vuole
C: perché tu sei Lili Reinhart
L: no sono superman. cosa c'entra?
C: Lili, quando dico che sono fortunato ad averti non scherzo. tu mi hai salvato la vita
L: da cosa?
C: ho pensato tante volte al suicidio, ma ne è valsa la pena

una lacrima gli riga il viso. mi siedo a cavalcioni su di lui, e sedendomi, gli faccio cadere qualcosa dalla tasca. guardo a terra. è una scatola di pillole. mi chino per prenderla

L: Cole, cos'è questo?
C: ehm niente

dice cercando di prendere l'oggetto dalle mie mani
L: dimmi che cazzo è. ti droghi?
C: cosa? no. certo che no
L: e allora?
C: Lili non voglio dirtelo
L: ma io pretendo di sapere. se non vorrai dirmelo, me lo farò dire da Dylan

faccio per uscire, ma Cole, più svelto di me, chiude la porta e mette la chiave in tasca
C: anch'io pretendo di sapere il tuo passato. mi hai detto che me lo avresti raccontato quando ti saresti sentita pronta. lo stesso vale per me
L: e se io fossi pronta ora?
C: ti racconterei tutto
L: siediti

comincio a raccontargli del mio tumore e di Austin (capitolo "il numero privato") con gli occhi in lacrime. finito di raccontargli tutto lui si fionda su di me e mi abbraccia. non avrei mai voluto staccarmi da quell'abbraccio. lo sentivo presente nella mia vita. ha colmato quel vuoto che nessuno riusciva a colmare.

L: adesso però voglio sapere tutto
C: è una lunga storia, mettiti comoda. l'anno scorso stavo insieme a Bree Morgan
L: oddio, quella Bree?
C: si, quella
L: è colpa tua se è stata arrestata?
C: no. mi ha fatto passare le pene dell'inferno. la lasciai perché sentivo di non amarla più come prima, non volevo farla soffrire, ma alla fine, quello che ha sofferto, sono stato io. dopo averla lasciata, credevo di aver chiuso totalmente i rapporti con lei. ma mi sbagliavo. mi denunciò, dicendo che l'avevo violentata, molestata, senza il suo consenso. non la toccai per non so quanto tempo quando eravamo insieme. dovetti lasciare dei soldi, per lei, colei che da lì a poco mi avrebbe rovinato la vita. una sera, ero nell'ufficio di mio padre e lo stavo aiutando a fare dei conti. mio padre andò a casa, ma io decisi di rimanere per agevolargli il lavoro il giorno seguente. una scelta di cui mi pentì subito. bussarono alla porta. convinto che fosse mio padre, andai ad aprire, ma notai Bree. aveva un'espressione soddisfatta. notai che aveva in mano un accendino
L: o mio dio. dimmi di no

mi sentivo come se stessi guardando una serie tv. una di quelle che più la guardi, più aumenta la suspense. solo che questa volta, era la persona che amavo a parlare
C: fammi finire. aveva ricoperto di alcool tutto il piano in cui ero io. ha lasciato cadere il fiammifero a terra ed è subito corsa via. fortuna che c'erano le scale d'emergenza al piano superiore.
L: o mio dio
C: da quel giorno ho quotidianamente attacchi di panico. anzi. non più. da quando ci sei tu, non più.

lo abbraccio, ma a rovinare il momento è Kj che bussa alla porta
Kj: ragazzi potete uscire! abbiamo mandato via quel coglione

guardo Cole e lo bacio sulla fronte. gli prendo la chiave dalla tasca, apro la porta e vado in camera mia.

it's pretty, pretty lateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora