I'll be home for Christmas

537 60 25
                                    

"Gabriel, Victoria potreste smetterla?" disse Nico per la decima volta, squadrando i figli seduti sul letto matrimoniale. Will sicuramente si sarebbe scocciato perché gli avevano smontato tutto il letto, ma i figli sembravano non curarsene.

"No, finché non prometti" ribatté Gabriel con un broncio adorabile. Nonostante la tenera età di cinque anni era straordinariamente cocciuto, soprattutto in occasioni come quella.

"Devi proprio andare, papà?" domandò Victoria, esibendo un broncio simile a quello del fratellino, più grande di lui di quattro anni. Nico sostenne quei due paia di occhi verdi, ma nel profondo gli dispiaceva dovergli dare quella delusione.

"Sì, devo proprio e si sta facendo tardi" rispose fermamente il padre, togliendo dolcemente dalle mani dei figli gli indumenti che stava mettendo nella valigia. Tutte le volte che partiva quelle due piccole pesti toglievano dal bagaglio i vestiti che lui metteva dentro, facendogli fare sempre il doppio del lavoro, ma non aveva il cuore di sgridarli ogni volta.

"Ma tra una settimana è Natale!" rincarò Gabriel mentre il padre ripiegava gli ultimi indumenti e li rimetteva in valigia. La chiuse e poggiò sopra le mani, chinandosi fino all'altezza dei figli.

"Lo so bene, piccolo mio" disse Nico, chiamandolo con quel piccolo nomignolo italiano "ma vi prometto che sarò a casa per Natale"

"Ma..."

"Ora basta, ragazzi. Papà deve andare, lo avete sentito" la voce di Will li fece voltare tutti e tre nella sua direzione. Era poggiato con una spalla allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto e li stava osservando con un sorrisetto sulle labbra. Nico si domandò da quanto tempo il marito fosse lì ad osservarli. Si staccò dallo stipite e si avvicinò al letto, sollevò il figlio così da potersi sedere a sua volta, facendolo poi accomodare sulle sue gambe "Non vorrete farlo arrivare tardi all'aeroporto, vero?"

"Ma non ha ancora promesso, papi" disse Gabriel, alzando i suoi occhioni verdi e puntandoli in quelli azzurri dell'altro padre.

"No? Allora bisogna rimediare" Will sorrise al marito "Avete fatto bene a ricordarglielo. Sapete che non ha una buona memoria"

"Grazie Will" borbottò l'altro, posando il trolley a terra con uno sbuffo.

Nico era riuscito a realizzare il suo sogno di quando era giovane: era diventato un pilota di aerei ed elicotteri e lavorava privatamente per un facoltoso uomo d'affari che viaggiava spesso per lavoro. Nico era stato assunto per pilotare il suo jet privato e, nonostante pianificasse tutti i voli dell'uomo, a volte capitava che lo chiamasse con solo un paio d'ore di preavviso per prepararsi alla partenza. Solitamente non lo chiamava durante le festività, ma quello era un incontro che proprio non poteva rimandare. I suoi figli, puntualmente, prima della partenza del padre chiedevano a gran voce che lui promettesse di tornare presto. All'inizio Nico l'aveva trovata una cosa un po' ridicola: era casa sua, perché mai non sarebbe dovuto tornare?

Col tempo era diventato una sorta di rituale e di Angelo aveva cominciato a trovarla una cosa carina perché, da quando lui e Will avevano deciso di adottare quelle piccole pesti, lui non vedeva l'ora di tornare a casa e passare del tempo con loro, lasciando che gli raccontassero tutte le avventure che avevano vissuto mentre lui non c'era.

"Va bene, avete vinto" capitolò Nico e si sedette sul bordo del letto. Strinse la mano a pugno e allungò il mignolino verso Victoria "Giuro solennemente di tornare a casa per Natale così da poterlo festeggiare insieme"

Victoria strinse il mignolo del genitore con il proprio, dopodiché fece lo stesso con Gabriel.

"Venite qui" Nico aprì le braccia e lasciò che i figli lo abbracciassero, prima di alzarsi e recuperare il trolley.

I'll be home for Christmas (Solangelo OS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora