HEARTBEAT 5' Capitolo "Lontano da me"

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Quella prima settimana di scuola passò senza che neppure me ne accorgessi. Da quando era arrivata Darla, sembrava che tutti al liceo avessero qualcosa di eccitante di cui parlare: le sue scarpe di Jimmy Choo, i suoi splendidi capelli neri, la sua bocca rossa.

I ragazzi la corteggiavano e le ragazze la invidiavano. Io ero entrata a fare parte di un gruppo esclusivo grazie a lei, per la prima volta in vita mia, ma mi sentivo inquieta.

A poco a poco, era come se tutto mi stesse scivolando via dalle mani. Spinta da Darla, avevo cominciato a truccarmi anche per andare a scuola: in modo leggero, ma erano pur sempre cosmetici che non avevo mai usato.

Quando stavamo con il gruppo di Barbara, quasi nessuno faceva caso a me, o mi poneva domande; tutte erano ipnotizzate da Darla, le chiedevano consigli in continuazione sui vestiti e sul trucco, su cosa era in o su cosa era out.

Io rimanevo accanto a lei, perché mi aveva voluta alla sua corte di ancelle, ma mi sentivo sempre a disagio. In un certo senso, mi sentivo come se fossi la sua opera di beneficenza, ed ero certa che tutti mi considerassero il cagnolino leccaculo che le andava sempre dietro.

Non mi ero mai interessata ai commenti delle mie compagne di classe, perché le avevo sempre considerate delle oche superficiali, ma adesso qualcosa era cambiato. Joel stava sempre più spesso con Tim e i suoi amici, e avevo paura che si stesse allontanando sempre più da me.

Il liceo era davvero l'Inferno. Se riuscivi a sopravvivere a quei quattro anni, il mondo poteva essere tuo, ma durante quel periodo, succedeva di tutto.

Per prima cosa, rimanevi imprigionata nel ruolo che ti avevano affibbiato: nel mio caso, quello di bambinetta insicura.

Il primo anno, quando eravamo matricole, io e Joel stavamo sempre assieme, e i miei atteggiamenti da maschiaccio erano stati molto più evidenti, per questo le ragazze dei corsi che frequentavo avevano preferito tenermi alla larga.

Joel invece, a sedici anni, era cambiato di colpo. Da ragazzino impacciato era diventato sicuro di sé, una calamita per ragazze, e lo avevo sempre temuto, sperando che quel giorno non arrivasse mai. Quando era entrato nella comitiva di Tim, lo avevano bollato come uno dei ragazzi più fighi e più desiderati del liceo, perché era il più carino e il più gentile, fra quei trogloditi che pensavano sempre e solo al sesso.

Ora, con quella maledetta Buick da bello e dannato, le cose erano peggiorate. Come avevo previsto, le sue ammiratrici erano notevolmente aumentate, e io ero sempre più gelosa, perché temevo il giorno in cui lui si sarebbe messo con qualche ragazza.

Stavo male ogni volta che notavo qualche studentessa guardarlo adorante, mentre lui camminava per i corridoi del liceo.

Non avrei resistito ancora per molto a una situazione del genere, poco ma sicuro. Joel era il mio angelo custode, il mio confidente, e non volevo dividerlo con nessun'altra; certo, era un atteggiamento molto egoista e puerile da parte mia, ma lui era sempre stato tutto per me.

Il mio Joel. Non avevo nient'altro. Ed ero consapevole di essere patetica. Sapevo che in quegli anni di liceo era uscito con parecchie ragazze, e questo, anche se prima mi aveva dato solo fastidio, adesso mi provocava una rabbia incontrollabile.

Ero sul serio gelosa, e non come una sorella, bensì come una fidanzatina isterica.

Se solo ipotizzavo che Joel fosse andato a letto con una di quelle cretine che gli andavano dietro, mi veniva da spaccare tutto. Io sarei rimasta vergine a vita, lui invece se ne sarebbe andato via.

Era un giovedì, quando mi resi conto, che in un certo senso lo avevo già perso, cominciando a entrare in paranoia. Stavamo svolgendo le attività del pomeriggio, io e le ragazze eravamo sedute sulle panchine della palestra, mentre la professoressa Logan, la nostra insegnante di ginnastica stava organizzando la scaletta per gli esercizi.

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