2. Mar d'Agonia

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giorno 26 gennaio

ore 19:20...

un giorno qualsiasi, uno normale, che la gente avrebbe speso nel modo più normale, e che pure io avrei dovuto fare lo stesso.

un'ora, una qualsiasi, con i suoi minuti limitati e i suoi secondi contabili sulle dita.

ma per me non era così.

quel giorno doveva non esistere, o almeno non doveva accadere ciò che l'ha reso cosi inevitabilmente odiato da me: giorno della mia esistenza, che commemoro una volta all'anno - senza un'apparente - motivo logico.

spengo le maledette candeline ogni sacrosanta volta, sono avvolta da un'aria di felicità non proveniente dal mio corpo, e niente sembra potermi smuovere, farmi sentire un'attimo come loro, farmi sentire un'essere umano,dotato di emozioni e sentimenti, di ossa e carne, o anche solo un'essere umano, senza essere dotato.

ho smesso di provare cose, ho smesso di vedere il mondo a colori, ho smesso di sentire quiete e suoni piacevoli.

ho smesso di esistere.

non pensavo che una persona, dalla personalità come la mia, sarebbe arrivata a tal punto.

ancorata al passato.

è difficile il passato, ho imparato molte lezioni di vita, e ho trovato complicazioni a vivere nel presente, causa il passato, ma ora sono bloccata nel vecchio capitolo, nel capitolo del libro che pensavo di aver per sempre chiuso, ma che invece non è mai successo.

avrò anche sofferto poco, perché non è che la mia vita abbia avuto chissà quali problematiche, e non dico che una vita sana mi dispiaccia, è perché nessuno avrebbe scelto inferno, se tra le possibilità, rientra anche il paradiso...

ma io ero diversa.

io ardevo dalla voglia di trovare la porta per l'inferno.

cercavo i guai, i casini, perché ero stufa di una vita normale, che piano piano le persone intorno iniziavano a condizionarla nel modo peggiore, ed è lì dove ho riposto il piede nel passo dietro, dove originalmente stava.

cercavo di movimentare la mia vita monotona, in modo che avessi anche io qualcosa con cui distrarmi dalla solitudine e ciò che mi causava, starmene da sola non era il meglio per il povero essere che ero, e nemmeno per il misero essere che sono

basta.

mi concentro un'attimo sullo scenario che ho davanti.

mi ritorna un po' di lucidità e ricordo appieno che diavolo sta succede.

un silenzio intorno a me regna e domina l'aria, indistruttibile da ogni altro suono.

non capisco dove io di preciso sia, non ho idea di dove io sia finita, ho solo camminato continuando a oppressare e stressare gli ultimi neuroni accesi rimasti.

beh, ora sono con le funzioni vitali spente, i neuroni pure, il telefono pure, qualsiasi cosa mi succeda, quella è la fine per la misera vita che sto conducendo.

non sarà questa cosa a fermare la mia curiosità ad avanzare verso questa via, nemmeno ciò che la popola.

è un sentiero, che nessuno ha mai saputo dove porti perché a nessuno è fregato e a nessuno mai fregherà, finche gli angoli del mondo custodiscono il segreto più oscuro, nessuno si fa problemi a svelarlo e morire all'istante , quindi evitano dal principio.

tutti nascondono un segreto oscuro, c'è chi questo segreto lo uccide internamente, c'è chi lo professa liberamente, c'è chi lo svela inconsapevolmente e c'è chi lo pratica amorevolmente, con l'arduo desiderio di volerlo praticare, di goderci con esso.

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