Make You Mine [JJBA, CaeJose, Modern AU]

Capitolo 2: Natale E Rivelazioni

(Immagine del capitolo da @/catneylang su Instagram)

- 2 settimane dopo-

Lentamente ma anche risolutamente, in particolare durante le ultime 2 settimane, Joseph era riuscito a recuperare tutto quello che si era perso fino a quel momento, soprattutto nelle materie in cui era il peggiore, riuscendo quindi a migliorare anche i suoi voti.

Caesar un po' se ne dispiaceva, perché così sentiva che non ci sarebbe più stato bisogno del suo aiuto: infatti, seppur non volendolo ammettere apertamente, gli era piaciuto insegnare a Joseph e passare del tempo con lui, perciò temeva che una volta che Joseph avesse svolto l'esame finale non avrebbero più passato tempo assieme come prima.

Forse non mi ritiene suo amico, dopotutto ci odiavamo costantemente prima, un sentimento di amicizia non nasce così a caso... Intanto però risentimenti fra di noi non ce ne sono più, quindi davvero non capisco...  pensò il biondo, camminando lungo i corridoi del college accompagnato da Suzie come al solito. Forse gli stava anche parlando, ma Caesar non ascoltò quasi niente di quello che aveva detto la sua amica.

"Hey Caesar, come mai il muso lungo stamattina?" chiese pacatamente Suzie posandogli una mano sul braccio, riscuotendolo dai suoi pensieri.
"Nulla, stai tranquilla Suzie." replicò immediatamente il biondo, nella speranza di non preoccupare l'amica. Intanto, si dirigevano verso l'armadietto di Joseph, situato un po' più in là, di fianco a quello di Smokey Brown, un altro amico di Joseph.

Suzie si soffermò per un attimo in più sul volto dell'amico, turbata del fatto che fosse così taciturno ma decise di non pressarlo oltre.
Finalmente giunsero di fianco a Joseph, il quale aveva appena finito di sistemare il proprio materiale all'interno dell'armadietto, chiacchierando allegramente con Smokey che gli stava vicino.
"Ciao Joseph!" esclamò allegramente Suzie, mentre Caesar accennò solamente ad un mezzo sorriso.
"Hey Suzie!" rispose cordialmente Joseph, mentre salutava con un cenno della mano Smokey, che si era avviato verso la propria aula. Immediatamente notò come il biondo sembrasse abbastanza distratto e giù di morale e fu abbastanza confuso dalla cosa, non lo aveva mai visto così giù.
"Hey Caesarino!" proruppe poi il bruno, in un fallito tentativo di risvegliare il biondo dai propri pensieri.
"Terra chiama Caesar! C'è qualcuno lì dentro?!" strillò Joseph, bussando sulla sua fronte con le nocche a mo' di porta, finalmente riportando il biondo alla realtà, facendolo sobbalzare.

"CHI- COSA? Ah sei tu Joseph, giusto." borbottò Caesar, capendo cos'era appena successo e sentendosi relativamente in imbarazzo.
"Qualcuno qui è pensieroso non è così? Dai, su con il morale Caesar! Sei sempre stato un guastafeste, ma almeno prima avevi emozioni! Ora sei mogio mogio, insomma!" continuò Joseph, dandogli una pacca sulla spalla e incamminandosi con lui di fianco verso l'aula di fisica (materia che gradiva molto per qualche motivo).

"Scusami Joseph. Sto bene... forse ho dormito poco..:" ribatté con un sorriso tirato il biondo, cosa che fece sospettare abbastanza il bruno, che però decise a sua volta di non chiedere oltre: gli avrebbe parlato quel pomeriggio nella sua stanza. Qualcosa chiaramente non andava.

Suzie giunse nell'aula di matematica e dopo essersene andata anche lei, arrivarono alla loro destinazione, passando la giornata così silenziosi, soprattutto da parte di Caesar, che ormai aveva lo sguardo perso oltre e non seguiva neanche una parola delle spiegazioni dei professori. Nel frattempo, Joseph decise di prendere appunti al suo posto, rimuginando sull'atteggiamento dell'amico. C'è qualcosa di storto veramente! Se non prende neanche appunti è proprio grave... si ripeteva il bruno, posando i suoi occhi in quelli ormai lontani del biondino.

Giunse finalmente il fatidico pomeriggio e così Joseph si lanciò immediatamente fuori dalla sua stanza al solito orario e andò a bussare alla porta della stanza di Caesar.
"Avanti, è aperto..." disse con lentezza Caesar, vedendo entrare con la coda dell'occhio il proprio compagno nella stanza.