Sobrietà

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Giulietta tornò dalle vacanze e io ne fui enormemente entusiasta.
Avrei voluto incontrarla al più presto per darle la mia poesia e poterla abbracciare come una volta.

La sera in cui ella tornò, l'associazione di volontariato organizzò una sorta di festa come chiusura di un'altra stagione estiva e io fui uno degli organizzatori.

<< SARÒ SINCERO. ACCETTAI SOPRATTUTTO PER GIULIETTA >>

Quella sera mi preparai tutto per bene, forse come non avevo mai fatto. Molto sobrio e non esagerato. L'unica mia "esagerazione" fu pensare che Giulietta mi avrebbe notato come una volta. Insomma, erano passati cinque anni. Iniziai a farmi una serie di paranoie insensate a tal punto che la mia testa iniziò a diventare una bomba ad orologeria.

Mi ricordai della mia penultima vita, insomma, quella da obeso. Mi ricordai di come il cibo per me fu una consolazione e di quanto avrei voluto abbuffarmi anche in questo momento per l'ansia che stavo provando.

Sapete, queste emozioni non le avevo mai provate in tutte le mie precedenti vite e non sapevo come gestirle; in realtà tutt'oggi non so come domarle.

<< MALEDETTI SENTIMENTI >>

Certe volte mi fanno sentire così leggero che potrei quasi volare, altre volte mi fanno provare un senso di vuoto che mi divora e mi rende irascibile e altre ancora vorrei solo piangere per non averli più addosso.
Ma devo tener duro perché la vita è anche questo; è una scalinata ma la vista è grandiosa!

Nelle mie vite precedenti sono sempre stato un amante dei vizi, soprattutto dell'alcol. Mi piaceva bere anche se non esageravo a tal punto da farmi male; diciamo che ho preferito esagerare con altre cose.

Giunto alla festa, iniziai a correre da una parte e dall'altra per impegnarmi il più possibile e non pensare a Giulietta. Guardavo l'orologio e vedevo le lancette muoversi con una furia quasi invidiabile. Il tempo mi stava provocando, sfidando e io non sapevo come ignorarlo. L'ansia mi stava chiedendo di ballare un tango passionale e incandescente come le fiamme del mio adorato inferno ma io ero impietrito e da brava statua pendente, mi lasciai cadere nella mia stessa paranoia.

<< GIULIETTA MI ODIA! NON VUOLE VEDERMI! NON VUOLE VENIRE PERCHÉ VUOLE EVITARMI! MI STA IGNORANDO! COSA LE HO FATTO? COSA NON LE HO FATTO? >>

Sapete. Abbiamo questo problema di non essere abbastanza perspicaci e renderci conto che magari il mondo non ruota intorno a noi e non siamo sempre noi la causa degli atteggiamenti altrui. Ma quando ci sono dei sentimenti di mezzo, sentimenti per me acerbi, nuovi e disgustosamente eccitanti, non puoi fare nulla se non soffrire come una monaca in preda all'estasi divina. Una statua pendente verso la disperazione più totale. Un po' come l'estasi di Santa Teresa.
Spero di aver reso l'idea!?! Ecco, guardate quella scultura e avrete l'immagine perfetta della mia condizione allora.

<< CHE ESAGERATO! ERO UN PO' UNA DRAMMA QUEEN AI TEMPI, LO AMMETTO >>

Avrei voluto bere! Bere come facevo una volta, con menefreghismo ed egoismo!
Avrei voluto aprire tutte quelle bottiglie di vino e assaporare lentamente il sangue di Cristo, poi passare alle birre sul tavolo in fondo alla sala che sembravano icone d'oro e ti rendevano loro schiavo con l'illusione di poterti guarire con frecce d'amore versate per il tuo esofago e infine sposarmi soavemente con quella bottiglia di whisky accanto ai tramezzini che implorava pietà e io non volevo essere di certo un uomo meno cristiano degli altri.

Così mi avvicinai con passi di ebbrezza al mistico tavolo incandescente e lasciai la mia bocca gustarsi ogni misericordia perché questo desideravo! Questo mi avrebbe reso nuovamente un vergine peccatore!

<< POVERO ILLUSO! POVERO POVERO POVERO... >>

Inizia a bere lentamente, con curiosità come quando stai conoscendo per la prima volta una persona e non sai come presentarti al meglio per fare colpo. Come quando leggi un libro per la prima volta e sei sempre più curioso ma anche più attento perché vuoi sapere come finisce ma non puoi saltare tutti i capitoli e leggere solo il finale, sarebbe un piacere goduto solo a metà o per niente.

Nel momento in cui mi stavo dedicando, da bravo sommelier, alla degustazione più intensa di tutti gli anni miei più ribelli, senza curarmi minimamente del domani e della promessa fatta alla mia cara e vecchia amica Morte, ricevetti una telefonata.

<Giovanni, sei tu?>

"Si, chi parla?"

<Sono io! Giulietta... Ho bisogno di te!>

"Di me? Perché non sei venuta alla festa?"

<Stai scherzando? Cosa importa! Voglio vederti! Tu vuoi vedermi?>

"Assolutamente. Dove devo venire?"

<Prendi la tua bici e incontriamoci in campagna, dove c'è l'incrocio verso la Chiesa vicino casa tua>

"Arrivo..."

<< COSA VOLEVA DA ME? PERCHÉ ADESSO? PERCHÉ? >>

Troppi perché... meglio pedalare!

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