Stamattina mi sono svegliata e mi è mancato AOT. Così, d’improvviso, apparentemente. L’anime è finito da poco e io non ho detto niente. Avevo altro a cui pensare: la situazione politica nel mondo (a cui penso tutt’ora), il mio ultimo anno delle superiori, tante, piccole, faticose questioni emotive. Sarò onesta; dell’ultima stagione io ho visto solo la prima parte, quella uscita forse tre anni fa. Poi non ho più avuto modo di vederla e non ho voluto impegnarmici.
Eppure. Eppure? Eppure io rispondo ancora “Attack on Titan” quando mi si chiede la mia opera preferita. Eppure io rispondo ancora “Levi Ackermann” quando mi si chiede il mio personaggio preferito in assoluto. Eppure Muriel è ancora la mia più sentita e dolce creazione, la migliore, assieme a “Ali di Rondine”. Eppure AOT, con tutti i suoi migliaia di problemi, mi ha salvato innumerevoli volte, mi ha resa ciò che sono, sin da quando sono alle medie. La verità è che non voglio dire niente sul suo finale, perché per me AOT non morirà mai. I suoi personaggi mi accompagneranno sempre, che io pensi a loro o meno. Mi ha regalato uno dei momenti più felici e poetici della mia vita e un po’, solo un po’ sono tentata di riportarlo indietro.
E magari, solo magari lo farò. Magari riprenderò questo profilo, ricomincerò a leggere le storie che stavo amando, m’impegnerò una volta per tutte a scrivere la miglior storia che abbia mai creato. Forse è il momento di farlo, chissà.