La mia vera identità non è un segreto: Francesco Torfini, studente della Federico II interessato alla cultura pop e specializzato nella contemplazione di fan art di nicchia.
Anime preferito? Beastars.
Canzone? Little Dark Age e Bring Me to Life. Tra le due mi è impossibile decidermi.
Adoro poi gli Skillet, particolarmente la canzone Awake and Alive ma anche Elton John.
Non ho una grande cultura musicale, ascolto solo playlist a caso su Spotify, come quelle di The Living Tombstone, diventato da anni un pezzo importante della cultura pop e di Internet.


Sulla scrittura, invece, la mia passione per i complotti assurdi, come quello sui rettiliani, e quella per i draghi, sviluppatasi tramite i documentari, le fiabe e le lucertole che cercavo invano di catturare da piccolo, ha trovato un posto nella mia produzione sostanziandosi in uno stile surreale, semplice, onirico, cartoonesco ma anche psichedelico, folle e frantumato.
I godra, ad esempio, sono stati abbozzati nel 2019 per la prima volta col nome di rettiliani.
Solo l'anno scorso hanno avuto la loro definitiva identità. Li ho immaginati per la prima volta a 12 anni e la loro storia è frutto di un processo fantastico.
Scrivo in maniera scolastica perché generalmente mi capisco solo io. Non so scrivere, non ho potuto leggere molto. Ho letto al massimo, da quando ho cominciato, 20 libri in modo sporadico. Per di più ho letto saggi o opere scritte da dotti, come Il Principe di Machiavelli e Il Discorso sul Metodo di Cartesio e non romanzi.