(parte 2)
Poi è arrivato quel giorno, quello in cui io ero finalmente pronta a dirti "ti amo". Quella mattina mi ero preparata un discorso, per paura di sbagliare qualcosa, e mi misi ad aspettarti come consuetudine sul primo vagone del treno. Non arrivasti mai. A volte il destino ci gioca brutti scherzi, e decide di dividere quel che vorrebbe unirsi.
Il giorno seguente avevo ormai perso il coraggio, e finí che quel "ti amo" non te lo dissi mai.
Passarono i mesi, fino a quando un terribile giorno, la vita decise di dividerci. È strano, sai, un giorno hai tutto, ed il giorno dopo ti ritrovi con niente. Quanto la ho odiata la vita, quanto me la sono presa con tutti! All'inizio mi dicevi che no, non ti avevo perso, che mi volevi bene e che a me ancora ci tenevi. Io ti credevo, ma poi la paura tornava, e piú avevo paura piú rovinavo tutto. Quel giorno si era rotto qualcosa dentro di me, qualcosa che non era mai piú tornato al suo posto. Sentivo che mi mancava qualcosa, ma non capivo cosa. Niente era più come prima. Mi sentivo come si potrebbe sentire un vecchio che perde gli occhiali essenziali alla sua vita e che scopre che in tutto il mondo non ne esistono altri uguali, così dovrá semplicemente imparare a farne a meno. Arrivó il periodo dell'apatia, e con esso l'inverno. Tutto era freddo, gelido, congelato. E non solo fuori, ma soprattutto dentro. Le cose ormai erano cambiate, e non potemmo piú far finta che non lo fossero. Ti ho perso, ci siamo persi.
Ora sei qui, in piedi davanti a me. Ti sto dicendo mille frasi adesso, ma quella che un tempo avrei voluto dirti ormai non riesco piú a pronunciarla. È scaduto il nostro tempo, e cosí pure noi. Sai, ti amo ancora, ma non so piú dirtelo.
Ho parlato tanto e a lungo, ma le parole suonavano sempre sbagliate, corrotte dal veleno che aveva corroso il mio cuore. Ho parlato tanto e a lungo, ed ora, di parole giuste, non ne ho piú.