Ho pubblicato tre nuovi capitoli di "Alypios, il caduto".
Questa storia si basa su una consistenza figurativa. Tutti gli ambienti e i personaggi che ne fanno parte vengono descritti e racchiusi in questa bolla che sembra esistere in una realtà differente. Questa ‘consistenza’ si presenta al di fuori della storia stessa, si distacca dalle parole, dai suoi
strumenti creativi.
In qualche modo fa parte di me.
Il racconto dev’essere immaginato come due mani che si impegnano a non mollare la presa, nonostante quest’ultima sia semplicemente un’entità fantasma. E la stretta in questione vive nei sussulti del narratore, il suo attore principale, dedito a farcire la pancia di un lutto illusorio.
Alypios non ha un volto, contrariamente alla filosofia di fondo, egli è un elemento inconsistente. La sua influenza marchia coloro che, sebbene inconsapevoli del filone narrativo, vivono in attesa di qualcosa, se non qualcuno.
Non ho enormi ambizioni, mi auguro soltanto che il mio racconto possa occupare piccoli istanti di fantasia. Perciò, ringrazio chiunque, (e lo faccio
sinceramente), voglia credere in un mucchio di frasi scritte in sequenza.
Le mie.
Ad Alypios, ovunque lui sia.
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