La casa sorge isolata in fondo a un viale lungo affiancato da prati verdi. Non è grande come immaginavo, ma il suo aspetto non pare essere deludente, almeno non dall’esterno.
Quel senso di familiarità mi accoglie coi suoni ovattati di cinguettii lontani e insetti che ronzano sui fiori. Guardo la casa: le tegole sono perfettamente allineate sul tetto, al di sotto le finestre si affacciano su un piano buio della casa. Lì tutto sembra essere immobile. E sento l’imminenza di qualcosa di urgente; qualcosa che sperdendosi, poi, si ricompone e resta in attesa.
- LA CASA DEI SUSSURRI - Daniela
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