Oggi pomeriggio la massa del vento spinge il mio camminare che fischia, come le toppe dell'erba direzionate tutte verso un punto, in cui si piegano e restano ferme, quasi dinanzi ad un muro invisibile, non fatto d'aria, e neppure con i mattoni.
Il re del Re, Sant'Agostino e Francesco Petrarca: quest'ultimo, affidato all'accidia, svolge un dialogo con il suo Re, al quale gli percuote i motivi per cui la sua volontà lo porta a fargli scrivere la noia, una trasparente pagina su cui il dolore di una creatività frenata, ed un blocco dovuto ad una fantasia che di certo diverrà nulla dopo la morte, lo uccidono di risposte, le quali sono veritiere poichè infondono a loro volta domande. Francesco non sopporta la gente, poichè le chiacchere sono un "frutto", il quale seppur all'osso, si conclude con un abbastanza, poichè una verità concreta non sussiste. Gran Can, "Il re dei Re", ma Petrarca ed Agostino hanno due vite differenti, ed il segreto risiede in due sedi: il cielo e la dimora terrena.