I suoi occhi azzurri mi guardavano senza lasciarsi comprendere, come se fossero stati una finestra verso un altro mondo, dove le normali regole e la logica smettevano di avere valore.
Li osservai, poi chiusi per un attimo i miei, per sottrarmi a quella che mi sembrava quasi una stregoneria.
No, non mi sarei fatto ingannare da quel bel viso e dai quei lunghi capelli neri.
Cercavo guerra e giustizia, non amore e poesia.
Il suo sorriso, del resto, più che calmarmi, mi irritava.
Aveva la falsa sicurezza dei giovani, quella di chi crede di sapere tutto della vita perché in realtà non sa assolutamente niente.
Il suo volto privo di rughe, con tutta la sua effimera innocenza, mi infastidiva.
In quel momento il suo aspetto grazioso, che in altre occasioni avrebbe potuto ingentilire i miei modi, strideva duramente con la mia rabbia.