Pirandello aveva ragione, ognuno di noi indossa una maschera e recita una parte sul palcoscenico di questo immenso mondo. 

Anche per me è così: la scrittura è la mia maschera e il mio rifugio, dove tutto ciò che c'è di più sbagliato nella mia vita migliora notevolmente. 
I miei personaggi sono i miei alter ego nonché chi non potrò mai essere. Scrivo storie fantasy (vampiri, lupi, streghe, angeli) proprio per questo: perchè non potrò mai essere veloce e calcolatrice come un vampiro, forte e decisa come un licantropo, in grado di volare come un angelo, realmente cattiva come una strega e non potrò mai avere tutti quei dono super fighi che loro sono in grado di possedere. 
Vorrei poter essere bella, invincibile, spensierata, sorridente, orgogliosa di me, poco problematica, meno ansiosa... insomma la figlia perfetta di una famiglia perfetta. Ma tutto ciò non posso proprio averlo. Ecco perché scrivo: I miei protagonisti non sono come me, non si esaltano per poco, non si deprimono per nulla, non chiedono sempre scusa nonostante non siano nel torto, non hanno bisogno di conferme e certezze costanti, non s'intristiscono quando qualcuno a cui tengono li mette da parte, , non hanno bisogno di combattere ogni giorno per i propri valori e principi, non hanno bisogno di nascondere il 50% di se dietro una fottuta maschere... loro sono degli Eroi e delle Eroine. 

Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo. (Charles Bukowski)