"Every great dream begins with a dreamer. Always remember, you have within you the strength, the patience, and the passion to reach for the stars to change the world." ― Harriet Tubman.

Ho iniziato leggendo le insegne dei negozi fuori dal finestrino della macchina di mia madre a cinque anni, e non mi sono più fermata. Quando ho iniziato a scrivere? Nemmeno lo ricordo, credo che abbia sempre fatto parte di me.

Sono una classicista anonima che vive in un enorme castello fatto di sogni, una procrastinatrice di prim'ordine (una conosciutissima teoria ripresa in molte opere artistiche, letterarie e non, afferma che ogni volta che una farfalla sbatte le ali dalla parte opposta del mondo un esemplare della mia specie rimanda qualcosa), nonché un'inguaribile romantica e amante dello splatter. Alcune testimonianze mi descrivono come un essere dalla doppia essenza, il connubio tra un'entità buona, insicura, fragile, pacifica e malleabile e una determinata, sadica, crudele e dal pessimo senso dell'umorismo (le stesse accennano anche a una discutibile ossessione per i felini). Altre parlano di una chimera, frutto dell'unione di un'instancabile radio, un generatore di battute squallide, un hacker ubriaco e una frana nelle relazioni sociali.

Il Piccolo Principe non è solo un libro, per me, quanto uno stile di vita. Viaggio di pianeta in pianeta, di sogno in sogno; i libri sono il carburante che mi permette di farlo. Il mio primo fantasy è stato Fairy Oak, quello più importante Harry Potter: intorno a questi asteroidi ne orbitano innumerevoli altri di generi diversi, dal distopico (non posso non citare "Solo per Sempre Tua" e "1984") al classico (Zanna Bianca), alcuni che ho amato e altri che ho odiato, ma ognuno di questi mi ha fatta crescere e maturare. Non sarei nulla senza di loro.