[Avvertimento per la vostra incolumità: N I E N T E  S P A M, grazie, oppure ve la vedrete con i miei dizionari.]

Valentina, classe '97 (inteso come 1397, ovviamente), da poco emigrata a Firenze per insediarmi alla corte medicea, ma a quanto pare sono arrivata tardi.

Su di me non c'è molto da dire.

Sono un po' asociale, ma non mordo (non sempre, almeno), ho le occhiaie da topo di biblioteca ma non le copro perché mi fanno sentire un'intellettuale -e perché non ho voglia di truccarmi. 

Mi vesto come uno spaventapasseri e detesto i luoghi troppo affollati. 

Ho perennemente freddo e mi mangio le unghie.

L'università assorbe tutto il mio tempo (questa è la mia scusa ufficiale per qualsiasi occasione, sappiatelo). 

Mi piace suonare, guidare con la radio a palla, dormire, mangiare, osservare la gente, scrivere e disegnare -ma NON colorare, mi spazientisco subito. 

Vivo nell'illusione che prima o poi mi si presenterà l'occasione di fare qualcosa di veramente eroico. Dopotutto, non vedo perché debba succedere sistematicamente a tutti i personaggi di storie inventate e a me no.

I test della personalità dicono che sono una diplomatica (INFP-T), ma la verità è che se mi prendono i cinque minuti vi conviene scappare molto lontano. 

Dicono anche che ho una personalità affine a quella di Tolkien, e per questo vi chiederete perché io scriva solo delle emerite boiate. 

Be', non lo so. 

La mia grande opera devo ancora scriverla, ma, conoscendomi, la leggerete solo postuma -ammesso che qualcuno la trovi. Sono brava a nascondere le cose. 

La mia vita è riassumibile in un semplice scambio di battute:

"Ehi, mi fai leggere qualcosa di quello che scrivi?"

"No."

E se le cose stanno così, perché sono qui?

Vi darò una risposta esauriente, come è mia abitudine, del resto:

non ne ho idea.



Saluti.