La mia giornata inizia e finisce allo stesso modo: sveglia, colazione e prepararsi per scuola, andata e ritorno felicemente con la musica nelle orecchie, la cambio ogni volta che serve, ogni momento ha delle canzoni da seguire o meglio, delle precise canzoni devono seguire un momento in particolare, perché sono frutto di una reale osservazione della scena, ogni suono definisce l'atmosfera, ogni parola si adagia al percorso di quella strada percorsa ogni giorno, dove incontro ogni volta le stesse persone, salutandole allo stesso modo, se non in modo abbastanza indifferente, entrando a scuola ricordo di avere le cuffie e per educazione spengo tutto e mi siedo per passare come al solito quelle 5 ore in ascolto e quel piccolo scambio di battute nel corso delle lezioni o nel cambio dell'ora con i compagni di classe. Finite le lezioni sono sempre fra gli ultimi con completa calma a prepararmi, musica a palla, saluta chi puoi e soprattutto chi vuoi e torna a casa.
Dopo il problema del COVID, le cose sono cambiate drasticamente, con le videolezioni.
Piattaforma di dubbia provenienza come Google Meet mi rende evidente il fatto che tutto è diverso, ogni rapporto, ogni canzone, ogni parola detta in meno, da astenuto, ascolto e osservo, gli sguardi dei miei compagni, rimpiangere l'ultimo giorno di scuola, senza emozioni, neutri, in silenzio, ogni volta che entro in quel codice chiamatasi anche aula digitale, mi sento disarmato mentalmente, non posso reagire, loro non possono reagire...
E' capitato in un'ora scolastica online, di trovarmi una prof farsi domande sul perché stessimo tutti zitti, senza un sorriso, senza accenni particolari o interventi che evidenziavano la nostra concentrazione sulla lezione... E tutto tace, silenzio fu, quella domanda rimbomba ancora, nelle note di musica da piano nelle orecchie, scelta proprio da me per quel momento, ho aperto il microfono e... Con aria e tono di quello che aveva scritto stampato in bocca, nel bel mezzo del suo silenzio per ascoltare ed osservare, Quel Rumoroso Silenzio,
-Me lo aspettavo-...
-Prof, questa è l'evidenza che... tutto quello che abbiamo sempre detto e pensato, è falso, quello che stiamo facendo, non era quello che speravamo veramente, non era quello che volevamo, non ci sarà più un quattr'occhi tra compagni di classe e, solo ora se ne rendono conto-Il continuo silenzio acconsente e conferma la mia frase, la prof approfitta dello spacco dell'ora per farci recuperare ed io sono di nuovo quello che ha fatto la differenza, con quelle poche parole, lasciando un segno che nel bene o nel male è servito per i giorni a venire,
-Buongiorno prof!-
-Arrivederci prof!-E ritorna tutto normale, se non monotono, ed io ho smesso di parlare...Di nuovo... Con la musica nelle orecchie, ricomincio ad osservare.
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Malattia Anche Non Usuale
Non-FictionPeriodo di pandemia descritto con l'anima buia di un ragazzo 16enne... Nel tempo libero, oltre a divertirsi, bisogna anche capire delle cose... By Emanuele