Prologo

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Sabato, 4 settembre 1937

Le urla soffocate di una donna si fecero vive, appena l'autocarro militare si allontanò di corsa dalla via principale del paese, lasciandosi dietro una nube di polvere dorata che invase le narici di tutti i passanti.
'Gina! Gina!' le urla continuarono ancora e ancora a lungo, finché la donna, con una lettera stretta in mano, che sventolava all'aria come una bandiera bianca, giunse ai piedi di una vecchia casa a due piani, color bianco sporco, con le pareti stonacate dal corso del tempo.
Sulla faccia anteriore della busta giallognola era stato impresso a lettere d'inchiostro 'MILIZIA VOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE - Bando di Chiamata.'
Mentre aspettava invano l'arrivo di qualcuno, cominciò a guardarsi attorno, attirata da un gruppo di ragazzini che giocavano a calcio con un pallone di cuoio mal messo che sembrava sgonfiarsi di più a ogni singolo calcio tirato, proprio come l'umore di tutti in quel periodo, sempre più assente e tetro a ogni singola notizia che giungeva dalla capitale via radio.
Poi prese a leggere i resti dei manifesti ingialliti, appiccicati ai muri delle case qualche mese addietro, che avevano invaso tutto il paese, ogni angolo libero e che ancora oggi svolazzavano sui tetti delle case o rimanevano incastrati nei tombini ai lati delle strade, come uccelli feriti non in grado di riprendere il volo.
LA GERMANIA È VERAMENTE VOSTRA AMICA ... BERLINO, TOKIO, ROMA: TRE VERTICI, UNA VITTORIA ... TRE POPOLI, UNA GUERRA ... BANDITI E RIBELLI ECCO LA VOSTRA FINE ... OPERAI, IN GERMANIA VI TROVERETE BENE COME MI CI SONO TROVATO IO! ... UN SOLO FRONTE. LAVORATORI VENITE IN GERMANIA ... TRE POPOLI E UNA LA FEDE: VINCERE!
Ecco cosa recitavano a caratteri cubitali, parole e parole stampate sopra immagini di uomini d'acciaio, lavoratori felici e realizzati, bandiere multicolore unite per un'unica causa.
Una finestra a piano terra si aprì di botto, una di quelle in legno, con l'intelaiatura che scorre dal basso verso l'alto. Subito dopo, la testa corvina di una seconda donna sbucò fuori e prese a squarciare il campo visivo che aveva dinanzi, alla ricerca di quelle urla sorde che l'avevano colta di sorpresa proprio nel bel mezzo delle faccende domestiche.
'Maria che c'è?' chiese quand'infine intercettò la fonte del trambusto e osservando così la vicina che nel frattempo, ancora affaticata e curva su se stessa, le si era avvicinata, quasi a sfiorarla con la punta del naso.
'Sono venuti, i mandati dell'esercito sono venuti! Avevano ragione gli altri! Anche il figlio di mio fratello Giovanni ne ha ricevuto una!' e gli porse la lettera, imperlata da gocce aspre del suo sudore.
Si gettarono un'occhiata perplessa e smarrita, quasi quelle poche parole scritte all'interno, avessero avuto la facoltà di stravolgere la vita di una persona.
'È per mio marito, vero?' chiese allora Gina, che ancora nutriva in cuor suo una piccola speranza amara, di quelle che ci riempiono il cuore quando qualcosa di terribilmente orrendo è costretto a concretizzarsi e noi, pur che non accada veramente, saremmo disposti a lasciare andare una nostra piccola parte. A perderla. A rinunciare a qualcosa di meno importante.
E in quel momento quel qualcosa era il marito. Lei lo amava, non aveva mai smesso di amarlo. Ma era pur sempre vero che amava suo figlio con una forza più forte e indissolubile delle altre. E fu questa l'unica o una delle tante ragioni che la indusse a sperare che quella lettera non fosse indirizzata a lui.
'No ... È per Andrea' la voce ruvida di Maria diede fine senza alcuna precauzione ai lunghi fili di pensieri di Gina 'È stato arruolato, mi dispiace.'
Così la donna, dopo essersi accertata che la sfortunata vicina - che ora si teneva a stento in piedi poggiata sugli infissi della finestra e che aveva cominciato a tremare come sulle note di un vento gelido - avesse ben afferrato la lettera in mano, andò via, silenziosa.
E con lei sembrarono svanire anche tutti gli altri rumori della giornata, eccetto le urla dell' infelice madre che si accasciò a terra, disperata, a versare lacrime salate di dolore, che nessuno sarebbe mai stato in grado di asciugare.

#spazio dell'autore
Ciao! Sotto vostro consiglio ecco un prologo, che spero vi chiarisca le idee e vi faccia entrare ancor di più nel vivo della storia.
Commentate, commentate e ancora commentate ... Mi raccomando!

La ragazza che diventò ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora