Cap 1. Che Figuraccia!

14 7 0
                                    

-Quindi mi stai dicendo che hai avuto la fortuna di incontrare un bell'uomo come pochi in un posto talmente improbabile come una Chiesa e te la sei data a gambe levate?!- Urla mia sorella al mio orecchio, costringendomi ad allontanare il telefono per via della sua voce incredibilmente alta.

-Katia, abbassa la voce! Vuoi che ti sentano? E comunque sì, sono scappata, ma solo perché non avevo idea di cosa fare. Sembrava un dio greco!- Ridacchio, schiacciandomi una mano sul volto per colpa dell'incredibile figuraccia che ho fatto.

Rimango imbambolata come un pesce lesso per un paio di minuti buoni, fissando come il sorriso divino di quella sottospecie di Zeus sceso direttamente dall'Olimpo passi lentamente dal cordiale all'imbarazzato.

-Ehm, c'è qualcosa che posso fare per lei?- Chiede l'uomo, inarcando istantaneamente il suo sopracciglio sexy. Può un semplice sopracciglio essere affascinante? Su di lui sì a quanto pare.

Ha una voce incredibilmente roca e profonda, nonostante si senta che non sia italiano per via del marcato accento spagnolo, ma questo non la rende di certo meno accattivante.

Io ci metto qualche secondo buono per riprendermi dal mio stato di trance e capire cosa mi abbia detto. Mi guardo intorno come una rimbambita facendo finta di non aver capito, fallendo miseramente nel mio intento di ritornare ad ascoltare le parole del prete.

-È sicura di stare bene?- Chiede Zeus, continuando a fissarmi stranito da quel mio comportamento. Io intanto continuo la mia patetica scenetta da mimo, sopraffatta dall'estenuante desiderio di sotterrare la testa nella terra come solitamente fanno gli struzzi.

-Io? Sì, si, io sto benissimo! Forse è lei che non sta bene!- Ma cosa stradiamine ho appena detto? Dove è andata a finire la mia dignità? Sotto ai miei piedi ovviamente, assieme a tutto il mio buon senso.

-Non è che è sotto effetto di qualche droga, per caso?- Domandò improvvisamente lo sconosciuto, ridacchiando sotto la barba folta che si ritrova. Ci metto un po' a rendermi conto del fatto che mi ha praticamente dato della drogata, e allora come una furia mi volto nuovamente verso di lui.

-Per sua informazione io non mi drogo, ma non è colpa mia se di punto in bianco mi ritrovo un tipo come lei in chiesa, proprio di fianco a me, si faccia due domande!- Probabilmente sembro una pazza fuori di testa, riesco ad intravederlo già dalle occhiatacce delle megere dietro di me che mi scrutano come se avessi compiuto chissà quale sacrilegio.

-Esattamente che tipo sarei io? La prego, mi spieghi.- Domanda ancora quella sottospecie di Zeus cortese, abbozzando un sorriso sfrontato.
Non ci metto molto a capire che mi ha praticamente fregata per costringermi a complimentarmi della sua bellezza fisica, e quando realizzo non posso far altro che soccombere nuovamente nel mio disagio.

-Ehm, lei è...- Devo assolutamente trovare qualcosa di intelligente da dire o finirò per fare di nuovo la figura dell'idiota. Che diamine, ho cinquantadue anni e mi sto comportando come una quindicenne col ciclo, ma cosa mi succede stasera?!
-Lei è un tipo peloso!- Esclamo all'improvviso, buttando l'occhio sulla sua peluria facciale.

Il mondo sembra cadermi addosso come un macigno nel momento esatto in cui mi rendo conto dell'enorme stupidaggine che ho sparato, per di più ad alta voce, attirando l'attenzione di tutte le persone presenti all'interno della struttura.

Il tizio mi fissa con un sorriso maligno sul volto, il che mi porta immediatamente a capire che è ora di tagliate la corda. Presa da un impeto di vergogna, allora, mi volto immediatamente con l'intento di scappare, ma la voce dell'uomo mi blocca nuovamente.

-Sono tutte così le donne italiane?- Mi chiede ironico, accavallando le gambe. Non voglio sentire un altra parola da questo rimbambito, quindi mi affretto ad alzarmi e correre verso l'uscita della Chiesa.

-Sì, Ka', ma quel tipo era uno sbruffone, mi ha solo fatto fare una gran figuraccia e inoltre non credo che lo rivedrò più. Nemmeno voglio.- Affermo orgogliosa, per poi sentire mia sorella scoppiare a ridere di gusto.

-Matì, dai, prendila sul ridere! Dopotutto hai incontrato un la versione umana di Zeus in chiesa, da quello che mi hai detto. Che si sia rivelato un cretino è un dato di fatto, non hai proprio fortuna con gli uomini.- Commenta in risposta mia sorella, portandomi a sbuffare.

-Wow, tu sì che sai come rassicurare la gente.- Rispondo sarcastica, appoggiandomi al cruscotto della mia auto, parcheggiata proprio sotto casa. Posso già immaginare la reazione di mia figlia se le raccontassi del mio incontro: Mi prenderebbe in giro per mesi, ed inoltre non sono fatti suoi.

-È il compito di una sorella, no? Ora devo andare, quella scemotta di Sofia ha rovesciato tutta la pasta che le avevo preparato. Tu intanto vedi di non prendertela troppo sul personale, le figuracce le abbiamo fatte tutti almeno una volta nella vita. Ciao!- Esclama successivamente, per poi staccarmi il telefono in faccia.

Io nel frattempo non posso far altro che sospirare affranta, prima di rimettere il telefono nella borsa ed entrare finalmente in casa mia.
Mentre salgo le scale incomincio a pensare alle parole del tizio, dopotutto non potevo mica aspettarmi che sotto tutta quella bellezza da Dio greco si celasse un cuore d'oro. Non esistono più gli uomini così.

Aprendo la porta d'entrata, per lo meno, rimango piacevolmente sorpresa nello scoprire che Angelica si è presa la briga di pulire un po' e fare i piatti.
Quando si accorge della mia presenza non perde tempo a guardarmi le mani totalmente vuote.
-Scusa, e la pizza?- Mi chiede infatti, alzando irritata un sopracciglio.

La pizza, è vero! Per colpa di quello sbruffone me ne sono completamente dimenticata. Devo inventarmi una scusa plausibile.
-C'era troppa gente, tesoro, forse è meglio che te la prenda lunedì. Ti preparo un po' di carne nel frattempo, che ne dici?- Le chiedo abbozzando un sorriso finto.

Lei non mi risponde, semplicemente bonifica qualche insulto sottovoce come sempre e poi ritorna a guardare il cellulare. Io, dal canto mio invece, sospiro annoiata e proprio come detto mi metto con cura a preparare la cena.

Ma chi si crede di essere quell'idiota? Non riesco a smettere di pensarci. Parlava come un sovrano di fronte alla plebe e la parte divertente è che ne era pure soddisfatto! Che ne ritorni da dove è venuto, perché se la mia condanna sarà averlo a messa tutte le sere piuttosto divento atea.

Quando la carne è pronta chiamo Angelica per mangiare, ma nel momento esatto in cui sposto gli occhi sul cibo mi si chiude immediatamente lo stomaco. Preferisco rilassarmi almeno stasera e domani, quindi lascio mia figlia in pace e me ne vado in salotto, afferrando dalla mia borsa appoggiata sulla sedia il telefono e le cuffiette.

Nella playlist mi cade immediatamente lo sguardo su Desert Rose di Sting, non che uno dei miei cantanti preferiti in assoluto ed eterno amore. Spero di incontrarlo dal vivo un giorno, anche solo per salutarlo da lontano, per me sarebbe davvero una benedizione. Lui è di certo più gentile di quel mascalzone dal viso carino. Meglio se la finisco di pensare a lui, o finirò per rimbambirmi completamente anch'io.

Inizio a muovermi sulle note della canzone, dimenticandomi di tutto il resto come meglio posto e riempiendomi solo delle note che insieme a me danzano dentro la mia mente ed il mio cuore. In effetti, probabilmente il ballo è l'unica cosa che mi permette sul serio di stare tranquilla per qualche minuto.

Mi sento me stessa, mi sento viva e soprattutto mi sento amata da quella melodia. Credo che non ne riuscirei mai a fare a meno neanche se volessi.
Così mi perdo di nuovo nella danza, e penso un po' a me stessa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Non Chiamarmi Ballerina!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora