Note giorno 2

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Preparo la mia colazione, mentre sistemo il mio pc per iniziare a lavorare. Fin’ora è l’unica cosa che mi tiene lontana dal pensarti. È un lavoro divertente, il mio ruolo principale è scrivere e questo è ciò che più amo fare. Il nero che prende vita sul bianco, le mie emozioni e i miei pensieri escono finalmente dalla mia testa senza dover rimanere in questa trappola di corpo. Se solo anch’io potessi prendere vita fuori da me…

Anche noi eravamo nero e bianco, forse proprio per questo insieme ci sentivamo vivi da far paura. Una volta te lo scrissi in un messaggio, ricordo che mentre lo scrivevo piangevo senza sosta. Chissà se quelle mie emozioni intense alla fine ti arrivavano allo stomaco come arrivavano a me. Vorrei rileggerle quelle chat, quelle dove non ho mai mentito, dove non pensavo alle mie paure, dove sentivo solo l’esigenza di esprimermi anche se questo mi faceva male. Faceva davvero male. Lavoro senza sosta da 3 ore, gli occhi iniziano a bruciare. Devo fermarmi. Preparo un caffè ma continuo a pensare ai nostri messaggi. Tutto si è svolto lì. Non sei mai voluto uscire da quello stupido schermo, perché?! Avevi davvero paura o semplicemente la realtà è totalmente diversa da quella che ho creduto?! Nonostante di te mi rimangano solo delle stupide foto non riesco a fare a meno di immaginare. Immaginare come saremmo stati insieme. Felici, stupidi, completi, incasinati ma mai soli. La solitudine ci ha accompagnati in questa vita, ma ci siamo trovati, riconosciuti e mai più stati soli. A volte credo sia la realizzazione della leggenda del filo rosso. Ma poi ricordo come hai deciso di spezzarlo e capisco che sono solo stupidissime credenze popolari.

In assenza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora