Avete presente tutti i personaggi sfigati che vengono emarginati dalle altre storie? Ecco,sono tutti qua!
Irene é una semplice universitaria, che si guadagna qualche soldo in più facendo la fotografa. Proprio grazie ad un servizio fotografico inc...
Sharon teneva tra le mani un pacchetto di sigarette lunghe, le facevano sempre più fine, sembrava di fumare una stecchetta di incenso. Continuò a fissarle con faccia enigmatica fino a che non sentí il cellulare vibrare sotto il grembiule e lo estrasse tirando il cordino che aveva al collo. Era un messaggio di Irene, lo lesse distrattamente "dopo ti devo dire una cosa" diceva, odiava quando le scriveva in quel modo, rincoglionite come erano finivano sempre per non ricordarsi neanche del messaggio. Le rispose con un audio -: ma dimmelo adesso no? La ragazza rispose quasi subito " è troppo lunga". Sharon sospirò e portò la sigaretta alla bocca per accenderla, avrebbe lasciato il messaggio chiuso, se non altro così se ne sarebbe ricordata. Lo faceva spesso quando lavorava, quando usciva dal ristorante era fusa, se non fosse per Niccolò che l'accompagnava quasi tutti i giorni, si sarebbe persa anche la strada di casa.
-: pausa? La voce di lui la riportò alla realtà -: mh.. Più o meno. Oggi c'è un mare de gente. Me devo sbrigà. Lo guardò negli occhi, Nicco sorridente e sempre attivo, su di lui la stanchezza sembrava non posarsi mai, sembrava uscito da una pubblicità o da qualche cartone animato strano. Faceva il cameriere all'Alicetta, il ristorante dei suoi genitori, lui il più giovane in famiglia spesso lavorava più degli altri, era instancabile e sempre positivo. -: te copro io, tanto in sala c'è pure mi cugino, rilassate un attimo, a forza de frigge gamberi hai preso lo stesso colore oltre che.. -: a stessa puzza. -: stavo pe dí profumo, però vabbè. -: puzzo de fritto, ma quale profumo Rise lei. Apprezzava la sua dolcezza ma non poteva nascondere quel fetore neanche con le migliori intenzioni. Nicco sorrise guardandola dall'alto, Sharon era bassina rispetto a lui, arrivava a malapena al metro e sessanta, lunghi capelli bruni e ricci, occhi marroni e pelle chiarissima, non era affatto snella, anzi, tutto il contrario, soffriva di disturbi alimentari fin da bambina, eppure quando Nicco le stava accanto erano mille altre le cose che notava di lei, e non riusciva a farne a meno. -: attenta ai gatti allora Sharon rise e lo guardò andare via, lo osservò in silenzio fino a che non lo vide entrare dalla porta sul retro della cucina, scostando le pesanti tende di nylon a forma di enormi rasta. Lo vide camminare lento, le sembrò persino di vederlo trascinare leggermente la gamba sinistra, nonostante avesse un passo sostenuto, forse era solo una sua impressione o magari la gamba aveva preso a fargli male con il cambio del tempo come lei con la schiena e Irene con il ginocchio. Non glielo aveva mai chiesto. Dopo l'incidente molte cose non gli aveva chiesto.
Si voltò in direzione del mare, alla sua sinistra, portò nuovamente la sigaretta alla bocca e inspirò trattenendo il fumo per qualche secondo, poco dopo lo lasciò uscire guardando la nuvola bianca e densa dissolversi, faceva freddo ma non lo sentiva un granché, era la prima boccata d'aria che prendeva da quando era iniziato il turno e voleva godersene ogni momento anche se la sua mente sembrava volerle riportare solo ricordi spiacevoli. Come l'incidente di Nicco, senz'altro uno dei momenti peggiori.
Riprese il telefono e cercò la sua chat, al solo pensiero che sarebbe potuta essere l'ultima sentí il cuore battere ancora più forte, Nicco era il migliore amico che avesse mai avuto. Non poteva credere di aver rischiato di perderlo in quel modo.
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