«ti terrò comunque d'occhio, ragazzino»
Gli aveva detto il padre guardandolo appena da sotto gli occhiali.
«e vedi di non fare sciocchezze»Adrien cercava di trattenere l'adrenalina che lo martellava dentro, almeno davanti a suo padre, quando gli disse, in quel modo totalmente indiretto, che era felice per lui.
Non se lo sarebbe mai aspettato.
Sembrava essersi finalmente arreso alla ribellione di suo figlio, ormai maggiorenne, che voleva riprendere in mano la propria vita dopo che il padre l'aveva monopolizzata fino a quel momento.Prese al volo l'indispensabile e si voltò di nuovo verso la scrivania quando stava per uscire dalla sua stanza, certo di aver dimenticato qualcosa, che andò subito a recuperare.
Anche lui, come Kagami, rifiutò di essere accompagnato dal suo autista, preferendo di gran lunga raggiungere la boulangerie a piedi.
Gli piaceva l'idea di tornare indietro con i ricordi, sorridendo ogni tanto, quando si soffermava ad osservare i luoghi dove aveva trascorso del tempo con gli amici e con Marinette, seppur ancora non avesse idea di provare un sentimento così forte ed importante per lei.
Dopotutto, a quei tempi, lui era innamorato di Ladybug.
Sorrise passandosi una mano dietro la nuca, affermando a se stesso quanto fosse stato ottuso nel capire i sentimenti della sua compagna di classe, quando in realtà era così tremendamente importante per lui.Si fermò davanti alla scuola che frequentavano insieme pochi anni prima e gli balzò alla mente il ricordo di quel giorno di pioggia così lontano, ormai, ma così particolarmente significativo per quanto accaduto poi.
E lui non vi aveva mai davvero badato troppo, considerandolo solo una mera gentilezza a seguito di scuse sincere.
Osservò un'ultima volta la scalinata dell'edificio scolastico e sospirò, con una mano all'altezza del cuore:
quanto aveva avuto ragione il suo cuore in quel momento!
E lui invece non lo aveva mai ascoltato.Proseguì il suo cammino, ormai nei pressi della pasticceria.
La sua mente e i suoi sensi già pregustavano quel dolce profumo di vaniglia e cioccolato..
Quanto gli erano mancati!
Aveva già l'acquolina in bocca!Notò la fila di clienti che occupava tutto il marciapiede e terminava dall'altra parte della strada.
Era sempre piena, dopotutto era molto rinomata, ma quel giorno era speciale: era San Valentino.Un altro ricordo riemerse chiaro.
Quel San Valentino di diversi anni fa in cui lui si era impegnato a scrivere una lettera d'amore alla sua Ladybug, ma aveva gettato il foglio nel cestino della classe, sconsolato.
Mai avrebbe immaginato di ricevere una risposta a quelle parole, stupendosi maggiormente quando seppe che qualcuno le avesse recuperate, lette, apprezzate, credendo addirittura che fossero per sé.
Ancor più incredibile fu la scoperta, anni dopo, che quel biglietto rosa era stato scritto proprio dalla sua Marinette.
Poteva considerarla la sua Ladybug, anche se quel biglietto non era per lei?
Rileggendolo però, obiettivamente poteva benissimo esserlo: le caratteristiche sembravano descrivere la sua compagna di classe, se lette da una persona qualunque.Marinette, la mia Ladybug...
Pensò.Sei la nostra Ladybug di tutti i giorni.
Anche quella volta gli era capitato di paragonarla a lei, al pic nic che avevano organizzato durante il giorno degli eroi, proprio quel giorno che gli fece scattare qualcosa nel suo cuore ricordando quanto lei lo considerasse importante.
E non solo per il suo bel faccino e i suoi soldi.
Altro aspetto che aveva sempre apprezzato in lei: Marinette guardava oltre le apparenze, ti guardava dentro.Doveva ammettere che era proprio una ragazza straordinaria ed era felice di aver finalmente capito di amarla.
Affrettò il passo fino al semaforo pedonale che lo separava dal negozio, ma era indeciso se sarebbe stato meglio preannunciarsi là o suonare il campanello di casa alla porta dietro l'angolo.
Vista la lunga coda che lo avrebbe fatto attendere parecchio tempo, e certamente non era sua minima intenzione aspettare un minuto di più per abbracciare la sua dolce metà, optò per la seconda idea e raggiunse la porta di ingresso di casa Dupain.
Era quasi mezzogiorno e non sapeva se la ragazza fosse in casa; tirò un sospiro scacciando quel pensiero e suonò il campanello.
Dopo pochi attimi la porta si aprì ed Adrien fu accolto da due occhi meravigliati per la sorpresa inaspettata, che subito lasciarono spazio al sorriso gentile e dolce di Sabine.«buongiorno caro Adrien»
Lo aveva salutato con tono calmo, trasmettendo quella serenità che solo Sabine Cheng sapeva donare.
«quanto tempo è passato.. sei cresciuto e diventato davvero un bellissimo ragazzo»
Constatò poi facendolo entrare, suscitando in lui un lieve imbarazzo.«grazie signora Dupain. Sono qui per Marinette, ma non sa-»
«è una sorpresa?» disse sorridendo.
Adrien annuì.
«seguimi. Marinette sta aiutando suo padre in negozio: oggi i clienti sembrano non finire mai»
Spiegò conducendolo davanti alla porta del retro bottega, ma prima di andarsene gli domandò
«resti a pranzo con noi?»«impossibile rifiutare»
Le rispose sorridente come un bambino.«ottimo. E, per favore, chiamami Sabine. Le distanze in famiglia creano solo disagi»
Quanto era vero!
Senza saperlo la donna aveva descritto la sostanza della sua relazione col padre.
Quando fu andata via, Adrien abbassò la maniglia della porta del laboratorio e vi entrò, trovando Tom indaffarato più che mai ad impastare e sfornare biscotti, torte e cioccolatini a forma di cuore.
L'uomo non si era nemmeno reso conto della sua presenza, tanto era impegnato.Il ragazzo oltrepassò la stanza, arrivando così alla soglia del negozio, quasi dietro al bancone.
Di fronte a lui c'era Marinette che, come una scheggia, accoglieva i clienti, li serviva, confezionando i pacchetti di dolciumi e facendo di cassa.
Non riusciva a vederle il viso, ma sicuramente stava regalando sorrisi a chiunque entrasse, nonostante il lavoro fosse molto e la fila di clienti sembrava essere infinita.Cosa avrebbe potuto fare lui ora?
Improvvisò.
Era vero che gli riusciva particolarmente bene.Sorrise furbo e si mise il grembiule che era appeso accanto a lui, appena dietro lo stipite della porta, e avanzò posizionandosi dietro il banco.
«buongiorno signore, come posso aiutarla?»
Salutò con un sorriso smagliante il primo cliente davanti a sé.Marinette, che stava consegnando l'ultima confezione ordinata, si bloccò all'improvviso, il cuore prese a battere all'impazzata e nella sua testa continuava a ripetersi che doveva avere le traveggole.
Si voltò con il respiro che stava per mancare e lo vide.Adrien stava servendo i clienti con disinvoltura, un sorriso stampato sul viso da far sciogliere chiunque e la sua solita gentilezza che ti rubava il cuore.
Marinette si sentì tremare e fu ridestata soltanto dal cliente di fronte a lei
«signorina, ho pagato, potrei avere il mio pacchetto, per piacere?»
Le aveva chiesto per l'ennesima volta.Il biondo, notando la situazione di stallo di lei, le andò in soccorso, prese il pacchetto che aveva tra le mani e lo porse all'uomo al di là della cassa, e tornò a servire gli altri clienti solo dopo averle regalato un candido sorriso e sussurrato all'orecchio
«sei distratta, amore mio».Marinette si sciolse all'istante, comprendendo in quell'esatto momento che non fosse un sogno.
L'istinto prevalse e si fiondò su Adrien, che prendeva l'ennesima ordinazione e si sbilanciò, travolto dall'abbraccio della ragazza.«sono felice che tu sia tornato»
Gli disse guardandolo dal basso in alto, con le guance rosse ed un sorriso meraviglioso.Immediatamente ricambiò la stretta e la baciò senza pensarci due volte, lì davanti a tutti
«ti amo e sono qui solo per te, principessa»

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Quando ti rendi conto che è vero amore
FanfictionLa scelta di Adrien e Kagami di cambiare vita per amore