Capitolo 10

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Sole.

Kyuhyun odiava il sole, soprattutto quando la mattina appena sveglio gli bruciava gli occhi. Si chiedeva spesso perché avessero messo delle tende nelle camere del loro dormitorio quando, puntualmente, nessuno di loro le usava.

Si alzò di malavoglia scostando leggermente le coperte e spettinandosi ancor di più i capelli arruffati, quando sentì una mano piccola ma inaspettatamente forte afferrargli il polso.

Kyuhyun si girò verso l'altro lato del letto e si maledisse per essere cascato di nuovo in quel perverso gioco che stava continuando ormai da qualche mese.

Kyuhyun e Yesung erano stati insieme per un periodo che Heechul amava definire sarcasticamente "breve ma intenso". La loro storia non era durate che qualche mese, era stata una "prova" finita male, una breve pagina della sua vita che, stupidamente, pensava avrebbe dimenticato e che non l'avrebbe fatto soffrire più del necessario.

Cazzate.

Kyuhyun aveva sofferto come un cane, non riusciva a separarsi da Yesung e anche se inizialmente non se ne spiegava il motivo, ora ne era dolorosamente a conoscenza.

Lo amava come non aveva mai amato nessuno in vita sua, lo amava più della musica, più del canto, più della sua stessa vita.

Ma era un amore malsano, lo sapeva bene, lo aveva portato a mettere la sua dignità sotto i piedi, a diventare un "piacere fugace e momentaneo" come lo era stato la notte prima. Tutto questo gli faceva male, lo faceva sentire sporco, ma nonostante questo continuava, imperterrito, a tenere su quel rapporto che oramai faceva acqua da tutte le parti. Perché sapeva bene che, senza Yesung, la sua vita non avrebbe più avuto alcun senso.

"Ti sei già svegliato?" gli domandò il più grande con la voce ancora impastata dal sonno. Gli piaceva la voce di Yesung appena sveglio, era più profonda del solito e aveva qualcosa di insolitamente sensuale.

"Sì... torno in camera mia" rispose atono raccogliendo i suoi vestiti sparsi sul pavimento.

Yesung non doveva sapere quanto gli piaceva o ne avrebbe approfittato chiedendogli sempre di più e, ovviamente, Kyuhyun con la sua scarsa volontà di resistergli, non avrebbe fatto la benché minima resistenza.

Il maggiore sbuffò e si rigirò nel letto cercando di mettersi a sedere.

"Sai, a volte potresti rimanere anche un po' di più, non devi per forza andartene alle 6 del mattino tutte le santissime volte. Sono docile, non mordo"

"Abbiamo le prove oggi, te ne sei scordato?"

Yesung guardò il calendario appeso di fronte al letto, facendo finta di non sentire l'acida ammonizione che gli aveva appena fatto il suo donseng. Se gli avesse risposto, avrebbero litigato e Kyuhyun avrebbe avuto una scusa per fuggire via più veloce della luce e quella, era l'ultima cosa che voleva.

"Tra qualche giorno è il tuo compleanno, voglio stare con te"

"Cosa?!" domandò stizzito il minore "Come hai appena detto è il MIO compleanno, non dovrei passarlo con chi voglio io?"

"E tu vuoi passarlo con me"

Colpito e affondato.

A volte si chiedeva se Yesung riuscisse a leggergli nel pensiero, soprattutto quando lo fissava intensamente con quegli occhi neri e profondi come stava facendo in quel preciso momento. Si sentiva letteralmente svuotato e succube di una forza che non sapeva ben quantificare né riconoscere. Era come rinchiuso in una morsa spaventosa ma allo stesso tempo calda e rassicurante.

If I became a girl - Cosa si è disposti a fare per amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora