8. Scream

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⚠️ In questo capitolo ci saranno scene di violenza⚠️ (niente di esagerato, però preferisco avvisare)

La maledizione mi guardava dall'alto in basso, evidentemente divertita dalla situazione. Poi, con un gesto annoiato della mano, mi scagliò contro una palla di fuoco che mi colpì il fianco. Un dolore che non avevo mai provato prima si impadronì del mio corpo. Stordita e quasi incredula, portai lo sguardo verso la ferita: i brandelli carbonizzati della maglietta si erano fusi con la mia carne e una orrenda puzza di bruciato mi impediva di respirare. Non riuscì nemmeno ad abituarmi a quel supplizio che un secondo colpo mi raggiunse, poi un terzo.
La maledizione calibrava perfettamente i suoi lanci per evitare di uccidermi. Era il suo modo di divertirsi e io non riuscivo a fare nulla per evitare di essere il bersaglio del suo sadico gioco. Così, schiacciata dal peso della sofferenza, rimasi distesa su quel pavimento freddo, limitandomi a boccheggiare in cerca di quel poco ossigeno presente in quell'aria sempre più rarefatta.
Di fronte a quello spettacolo, lo spirito maledetto smise di colpirmi per poter osservare con orgoglio il suo operato. 
Il dolore mi era penetrato talmente a fondo nel cervello che non riuscivo più a pensare, mentre il mio corpo irrigidito veniva scosso da tremori e spasmi. Più cercavo di resistere a quelle sensazioni, più queste si intensificavano.
Alla fine, smisi di combattere e mi abbandonai alla sofferenza, lasciandomi cullare dal crepitio delle fiamme che mi circondavano. Lentamente, un candido tepore si impadronì del mio corpo: mi sembrava di scivolare in un dolce sonno, adagiata sul letto caldo del mio stesso sangue.
Ero sollevata. Dopotutto, non era poi così male la morte.
Calma e pace erano le sensazioni che mi dominavano. Non provavo più rancore per me stessa, odio per il mio assassino o tristezza per la mia famiglia. Già, la mia famiglia. Chiusi gli occhi e li vidi tutti e tre, mentre il calore che avvolgeva il mio corpo veniva lentamente sostituito da un freddo glaciale. Li osservavo mentre camminavano allegramente lontano da me: mamma e papà tenevano per mano il piccolo Daiki, il quale rideva spensieratamente ogni volta che lo sollevavano da terra.
Urlai i loro nomi per cercare di attirare la loro attenzione, non potevano allontanarsi senza di me, dovevano aspettarmi, anche io volevo sperimentare di nuovo quella felicità.
Ma i loro profili diventavano sempre più sfocati, le loro voci sempre più smorzate, mentre il mio corpo non riusciva a staccarsi dal suolo.
All'ultimo momento mia mamma si voltò nella mia direzione. Nonostante la distanza, i miei occhi riuscirono a percepirla chiaramente: scuoteva dolcemente la testa mentre un candido sorriso troneggiava sul suo volto. Poi tornò a guardare davanti a sé e, insieme alle altre due figure, venne inghiottita da un muro di fiamme e scomparve.
Tornai alla realtà spalancando gli occhi e serrando la mascella. Quella scena, quell'ultima maledetta scena aveva fatto scattare qualcosa nel mio cervello.
La mia famiglia.
Fuoco.
Odore di zolfo.
Un tanfo penetrante che stavo respirando da quando mi ero imbattuta in quella maledizione. Lo stesso fetore così sgradevole e così particolare che mi avvolgeva ogni volta che andavo a visitare le rovine della mia casa.
Urlai. Alzai il busto a fatica. Urlai. Lasciai cadere la testa all'indietro. Urlai. Lacrime salate e calde mi offuscavano la vista. Urlai. Cercai di conficcare le mie unghie nel cemento per ancorarmi a qualcosa di solido. Urlai. Le corde vocali sembravano sul punto di spezzarsi. Urlai.
Continuai a riversare il mio tormento in quel barbaro ululato fino a quando una tosse incontrollata e frenetica si sostituì completamente ad esso. E mentre il mio corpo era scosso da quella, nella stanza prese il sopravvento una risata sfrenata:

"Finalmente ci sei arrivata eh? Ci hai messo talmente tanto tempo che iniziavo a pensare di doverti spiegare tutto io."

Quelle parole confermarono definitivamente quello che il mio delirio mi aveva fatto intuire: quel bastardo aveva ammazzato la mia famiglia.
Era bastata quella rivelazione per risvegliarmi dal tepore invitante della morte. Il mio corpo era come rinato ed era più attivo e vigile di prima. Le ferite facevano ancora male da morire, ma, in quel momento, le ignoravo completamente.
Niente più calma, tristezza, rancore, rassegnazione. Solo ira. Ero totalmente accecata dall'odio.
Non riuscivo a ragionare. Al momento, non mi importava nemmeno perché lo avesse fatto. Volevo vendetta. Lo volevo morto.
Sentivo il sapore amaro del ferro in bocca, il sangue ribollire nelle vene, la rabbia che prendeva possesso del mio corpo facendolo muovere nonostante le condizioni pietose in cui fosse. Ero come un burattino danneggiato tenuto in piedi e mosso dai fili di una furiosa collera.
Mi alzai in piedi barcollando. Il mio risentimento era diventato la mia forza. Anche se sapevo di non avere alcuna speranza, non potevo rimanere immobile di fronte al ghigno sulla sua faccia.
Un passo. Due. Riuscivo a camminare. Iniziai a correre, cadendo rovinosamente varie volte. Raccolsi il mio coltello e mi scagliai contro quell'essere con tutte le forze che avevo.
Per dimostrare quanto fosse penoso quell'attacco, la maledizione non si degnò nemmeno di usare il fuoco: con una sola manata mi fece volare contro una parete.
Sentivo come se ogni singolo osso del mio corpo si fosse spezzato.
La vista iniziava ad appannarsi e, questa volta, non per le lacrime. 
No. Non ancora. Non potevo chiudere gli occhi. Dovevo resistere.
Le gambe mi sembravano ancora integre ma non potevo dire la stessa cosa per le costole e il braccio sinistro. Ad ogni inspirazione credevo che il mio torace sarebbe esploso, ad ogni espirazione sentivo i polmoni schiacciarsi.
Mi alzai ancora a fatica. Anche solo respirare era diventato un inferno.
Altro colpo.
Ero di nuovo a terra. Nella mia testa rieccheggiavano le risate di quel dannato.

Angolo autrice
Ecco a voi il mio capitolo preferito fino ad ora! Devo dire, infatti, che descrivere questo duello mi sta davvero appassionando (ci ho perso dietro una marea di tempo aggiungendo dettagli o cambiando dei particolari  insignificanti, ma credo ne sia valsa la pena perché sono super soddisfatta!)
Quindi spero davvero che il capitolo abbia appassionato anche voi!

Nel prossimo ci sarà la fine dello scontro, non perdetevelo!

Byee:3
-Vale🐯

Lost In Paradise (Jujutsu Kaisen xOc) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora