Capitolo IV

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Lo stava fissando da quanto, ormai? Mezz'ora, un'ora? Non era sicuro.

- Idee? - gli chiese Marion.

Colin si massaggiò le tempie con foga, tentando di mandare via quella sensazione. Essa si era trasformata in una vertigine fastidiosa e, talvolta, in una scossa al petto - la quale, più che fare male, in realtà, lo faceva saltare come una rana -.
Lo stregone sbuffò.

- Non ne ho idea - rispose.

Colin brontolò mentre fissava Benedict, addormentato su un giaciglio affianco al caminetto.
Aveva dormito tutta la notte e ormai era quasi mezzogiorno.

- Se posso azzardare un'ipotesi: sembra avere un forte legame con te - ipotizzò la strega.

Colin fece spallucce e allungò una mano per toccare il capo del cavaliere. Immediatamente, la sensazione si fece intensa, quasi gli bruciasse il petto e il suo volto avesse preso ad avvampare.
Passò per un po' le dita tra le ciocche bionde, incredibilmente morbide.
Ritrasse la mano solo quando il suo avvampare divenne insopportabile.

- Già. Ma perché? - chiese.

Il corvino avvertì Marion fare spallucce.

- Noi streghe abbiamo questo tipo di legame con altre fonti magiche: luoghi particolari, oggetti, tombe e altre streghe - spiegò lei.

Colin sbuffò, guardando il volto tondo e roseo di Benedict.

- Mi rifiuto di pensare che lui sia una fonte magica - sbottò.

Portò una mano sulle guance del biondo senza che lo volesse e prese ad accarezzargli la pelle.

- Non ha magia lui. Assolutamente - ribatté Marion.

Colin brontolò rumorosamente e tolse la mano con uno scatto, per portarla sulla pietra della collana.

- E allora cos'è? Non capisco! - replicò.

Marion sospirò, ma non disse nulla.
Di solito, era capisce di percepire la magia negli altri, la morte imminente o emozioni molto forti. Ma quello era totalmente nuovo.
Era quasi come se fosse triste e felice al tempo stesso, freddo, vuoto, arrabbiato e avesse voglia di iniziare a correre per non smettere più.

- Magari è un segno: questo cavaliere farà qualcosa d'importante - ipotizzò Marion.

Colin si prese il volto con entrambe le mani.

- Secondo me, vuol dire che mi tirerà scemo - brontolò.

- Possibile - ridacchiò la strega.

Lo stregone incrociò le gambe e si picchiettò gli indici sulle labbra.
Benedict non era pericoloso, di quello era abbastanza certo. Non stava per morire: il sesto senso di Colin percepiva quel momento come ancora lontano, e parecchio.

- Non hai un libro di incantesimi? - chiese Marion.

Colin iniziò a considerare l'idea di esaminare il palmo del cavaliere.

- Ho oltre trecento anni e non ho mai usato un solo libro. Quelli li usano i maghi - spiegò.

Sbuffò e prese la mano di Benedict. Quando gli toccò le dita, ritrasse la mano con uno scatto, a causa di un'improvvisa scossa dal dolore sordo.
Allungò il braccio nuovamente e gli prese la mano, voltando il palmo verso l'alto.
Ci fu un grido, maschile. Benedict scomparve sotto i suoi occhi e al suo posto apparve l'erba, nera sotto il buio notturno.
Colin mise una mano a terra e accarezzò le foglie e l'erba scura. Quando si guardò il palmo, esso era sporco di sangue. Gocciolava persino.
Il grido si trasformò in un rantolo di dolore. C'era una figura a terra, al suo fianco, e, prima che potesse riconoscerla, la sua vista venne meno.
L'oscurità lasciò il posto alla luce e Colin si ritrovò nuovamente seduto sul freddo pavimento di casa sua. Ancora stringeva la mano di Benedict.
Boccheggiò per un secondo.

- L'hai visto? - chiese d'un fiato a Marion.

- Altroché - ribatté lei.

Si guardò le mani: erano leggermente annerite, ma pulite. Nessuna traccia di sangue.

- È senza dubbio una premonizione - aggiunse Marion.

Colin prese nuovamente la mano dell'altro e tracciò le linee del palmo con un dito.

- Ti consiglierei di non prenderla alla lettera - lo ammonì la strega.

Colin aggrottò le sopracciglia, cercando di vedere qualcosa nelle linee che tracciava.

- Perché? - chiese.

- Io ne ho avute molte e non accade quasi mai quello vedi: in questo caso qualcuno soffrirà, certamente, ma non possiamo ancora dire perché o come. Non è detto che ciò che hai visto sia la risposta - spiegò Marion.

Lo stregone sospirò e lasciò andare la mano di Benedict.

- Spero ne arrivino altre, perché sono veramente confuso - si lamentò lui.

Ci fu silenzio per un attimo, interrotto solo dal vociare sommesso dei bambini che correvano nei dintorni.
Benedict non si muoveva, era immobile come una pietra.

- Arriveranno - ribatté Marion.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2021 ⏰

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