Capitolo I

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Quel lago non fu mai più così calmo.
Col passare degli anni erano state costruite delle case, lì vicino, e il vociare degli abitanti poteva essere udito tutt'intorno.
L'acqua del lago, quel giorno, si increspava al moto di una piccola barca a remi che ondeggiava sulle acque.
Colin lottava contro il peso di una rete carica di pesci per rimanere a bordo e non fare un bagno decisamente non gradito. Il ragazzo pesava poco ed era parecchio magro, lo era sempre stato, perciò l'operazione si stava rivelando più complicata del previsto.
Avrebbe potuto usare un incantesimo, per agevolare il tutto, ma non ne esisteva uno che fosse così poco percepibile dai vicini da impedirgli di essere bruciato su un rigoro nel giro di un'ora al massimo.
La cosa brutta dell'essere uno stregone era che tutti gli incantesimi difficilmente non venivano notati, poiché comportavano conseguenze quali rumori simili a fruscii e alcune luci, a differenza di quelli lanciati dalle streghe.

Colin fece un ultimo tentativo, issando la rete a bordo con tutte le proprie forze, utilizzando anche il suo peso per fare leva.
Cadde sul fondo della barca, con un grido sommesso, la rete carica di pesci tra le sue gambe.
Il ragazzo guardò il proprio bottino: c'erano pesci di diverse specie, tra cui riconobbe moltissime alborelle e delle trote.
Rimase seduto col fiato corto, mentre la barca ondeggiava sulle acque del lago, che aveva scoperto essere parecchio ampio.
Misto agli schiocchi prodotti dai pesci nella rete, i quali tentavano selvaggiamente di scappare, si aggiunse un altro suono.
Colin drizzò le orecchie, sedendosi ritto. Guardò entrambi i lati del sentiero di fronte al lago, ma pareva non esserci nessuno.
Dunque, prese i remi e indirizzò la barca verso la riva.
Scivolò sull'acqua con incredibile velocità.
Smise di remare solo quando lo scafo raschiò contro la riva ghiaiosa del lago.

Colin si alzò, tirando fuori i remi dall'acqua e abbandonandoli sul fondo della barca. Prese la rete con entrambe le mani, caricandosela in spalla, per nulla preoccupato di bagnarsi ulteriormente la tunica blu che portava.
Il rumore che aveva udito poco prima non cessava, anzi pareva sempre più vicino. Era simile ad un clangore metallico e ad una serie di cigolii.
Colin scese dalla barca, camminando a piedi nudi nell'erba alta.

- Ehi, ragazzo! - qualcuno chiamò.

Colin si voltò per istinto, trovandosi di fronte l'apparizione più strana e imprevedibile degli ultimi due anni. In groppa ad un cavallo scuro, sul sentiero, stava un ragazzo in armatura, un cavaliere, che doveva essere di pochi anni più vecchio di lui.
Egli guardava Colin con serietà, gli occhi grigi puntati sul ragazzo. Aveva il volto tondo e i capelli di un biondo bigio.

- Il villaggio è da quella parte, giusto? - chiese il cavaliere, indicando davanti a sé.

Colin si volto completamente verso di lui. Fissò l'armatura dell'altro per un po', era la prima volta che gli capitava di vedere un cavaliere.

- Sì - rispose, annuendo.

Il cavaliere sospirò, apparentemente sollevato.

- Per fortuna, l'ultima volta che ho chiesto indicazioni mi hanno fatto attraversare un bosco - spiegò.

Colin ridacchiò sommessamente, sorridendo di sbieco.

- Chi ti ha dato informazioni simili? - chiese.

Il cavaliere fece spallucce.

- Due ragazzine, le donne sono perfide - ribatté.

Colin si concesse una risata, piegandosi sotto il peso della rete.
Il cavallo sul quale sedeva il cavaliere sbuffò, scuotendo il capo.
Il corvino guardò la foresta, alle spalle del biondo. Ipotizzò che l'altro dovesse averci messo come minimo due giorni per attraversarla tutta.

- Se ti serve qualcosa, puoi entrare in casa mia e poi ripartire, mentre io metto a posto i pesci - propose.

Non sapeva se l'avesse fatto per compassione o per semplice cortesia, dato che era buona cosa ospitare un cavaliere.
Il biondo scese dal cavallo con grazia.

Colin e MarionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora