I due camminarono a lungo, e il ragazzo aveva saltellato, sorriso e parlato così tanto che Koneko non aveva quasi più fiato per sbuffare, così ad un certo punto, roteando gli occhi, lo interruppe bruscamente: <<Senti, io inizio ad avere una gran fame, hai parlato tanto ma non mi hai ancora detto dove stiamo andando...>> Konran si fermò, facendola andare a sbattere contro la sua schiena, poi si voltò, e, sicuro di sé, guardandola le rispose: << Non preoccuparti, siamo arrivati>>.
Koneko si guardò intorno: non vedeva nulla di diverso dal bosco in cui avevano camminato fino a quel momento, continuava a sforzarsi di vedere qualcosa, ma ovviamente lei non riusciva a notarlo:<<Io vedo solo questa stupida foresta, e sinceramente se mi hai fatto camminare a vuoto ti dovresti preparare a correre >>. Konran non le rispose, si limitò ad allontanarsi verso un albero, il quale effettivamente, guardandolo con attenzione, era completamente diverso dagli altri: sembrava quasi brillare di luce propria, le foglie erano verdi, il tronco maestoso ed illuminato dalla luce delle stelle; era come se non appartenesse allo stesso bosco. Il ragazzo, una volta arrivato di fronte a quel tronco, vi bussò 4 volte con la mano sinistra e una con la mano destra.
Comparve una porta, piccola come Koneko: <<Allora Arashi? Che fai, non la apri?>> disse Konran, allontanandosi po' dalla porta ridendo.
La ragazza si avvicinò lentamente, gettando occhiatacce sospettose sia a lui che alla porta, mentre pensava tra sé e sé: "bene, adesso le cose sono due: o cado di nuovo da qualche altra parte, o qualcosa dietro questa porta mi mangia viva". Intanto, diffidente, continuava ad avvicinarsi: "non mi fido di lui, ma se non lo seguo non ho idea di dove altro andare. Ho fame, freddo e questo bosco mi mette angoscia. Devo aprirla, per quanto ne so, potrei già essere morta e trovarmi all'inferno". Koneko prese il pomello e lo girò lentamente, senza esitare, e quando la porta si aprì vide una galleria scura, dalla quale proveniva una musica travolgente (ascolta footloose) e nella quale si riusciva ad intravedere una luce che sembrava segnarne la fine. Konran la incitò ad entrare, per poi chiudersi la porta dietro le spalle e camminarle a due passi di distanza, lungo quella via stretta.
Una volta arrivati alla fine, davanti agli occhi della ragazza c'era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere: un'enorme valle, piena di case e di bambin, ragazzi di tutte le età che correvano, giocavano, che ballavano a ritmo, la musica che rimbombava nell'aria. La notte lì sembrava avere un aspetto completamente diverso, milioni di lucciole brillavano illuminando i sorrisi della gente. Konran la prese per mano e la trascinò correndo sotto alla console, dove un ragazzo magro ed energico scuoteva la testa a tempo:<<dai ragazzi, lo sapete tutti come si balla!!!!>>.
Koneko rimase immobile , fissando i bambini saltellare:<<Oddio, sono davvero all'inferno...>> Konran rise e urlò: <<HIBIKIIIIII!!!!>>. Il ragazzo alla console si girò e, con le lacrime agli occhi, scese dal palchetto e gli corse in contro:<<Shitaaaaa sei tornato, mi sei mancato così tanto!>> Lo abbracciò saltandogli addosso e, una volta scollatosi, vide Koneko che li guardava perplessa:<<CHE BELLO!Una nuova ragazza! Tanto piacere, io sono Denki Hibiki, ma puoi chiamarmi semplicemente Hibiki se ti va!>> Le prese la mano e la strinse, la scosse così forte da farle quasi perdere l'equilibrio. Mentre Koneko malediva il giorno in cui era nata, sorrise timidamente e si presentò a sua volta:<<Io sono Koneko Arashi, è un piacere anche per me, ma, potresti mollarmi perfavore?>> Hibiki lasciò la presa e la guardò portandosi una mano dietro la nuca, sorridendo imbarazzato. Intanto Shita si godeva la scena ridendo:<<Hibiki, energico come sempre, non me la torturare subito perfavore>>. Il ragazzo con le cuffie corse subito via, per tornare alla sua console e continuare a far ballare tutti i ragazzi. (Interrompi la riproduzione)
Nel frattempo, Shita fece cenno a koneko di seguirlo e, superata la mischia, la portò di fronte ad una casetta poco distante dalle altre:<<Qui è dove abiterai tu, spero ti piaccia, ma comunque, sta a te sistemarla come meglio preferisci>>.
Koneko era cosi confusa da tutte le cose successe da rimanere immobile. Tra i mille pensieri si riprese ed esclamò, facendo sobbalzare Shita:<<Il mio zaino!! Prima di cadere avevo uno zaino, completamente nero, lo hai visto per caso? Per me è estremamente importante, ho bisogno di riaverlo, dentro ci sono delle cose molto preziose...>> Shita le si avvicinò e sorridendo premurosamente rispose, indicandole la testa:<<Koneko, una di queste cose preziose l'hai già con te, il fermaglio che hai in testa...>> La ragazza si mise una mano sulla fronte e si tolse il fermaglio, i suoi occhi si illuminarono e lo strinse al petto, proteggendolo con entrambe le mani e sospirando. <<E poi...>> continuò Shita <<Se è il tuo zaino che cerchi, ti basterà entrare.>>
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Undermind
TerrorKoneko si fermò, il suo sguardo cadde fisso sulla sua sinistra, dove da dietro un albero provenivano sinistri bisbigli che, incomprensibili e confusi, si insinuavano nella sua mente ipnotizzandola sempre di più. Un ombra, dal ghigno storto come gli...