Decisamente le cose non erano andate come previsto.
Il suo obiettivo era "perdersi" nella folla della serata e dire tanti saluti all'uscita fra fratelli, invece Thor lo aveva trascinato a Midgard nel pomeriggio e ancora non si capacitava come fosse riuscito a fare amicizia con uno dei compagni di Stark in pochi secondi. Nel giro di dieci minuti si era trovato letteralmente trascinato alla villa della persona dei suoi "incubi" e ora li fissava giocare sulla spiaggia a pallavolo, in attesa del buio per dare inizio al falò.
Aveva detto sì e no due parole in tutta la giornata, cosa assai strana per lui, che di solito veniva zittito per via della sua parlantina, e in più erano risultate supponenti e astiose. Stare così vicino all'oggetto dei suoi dubbi gli mandava in tilt il cervello. Aveva la risposta pronta quando gli parlavano gli altri, ma se era Tony a rivolgergliela diventava più saccente del solito, quando in realtà avrebbe voluto solo baciarlo e dire addio a ogni briciola di buon senso.
Appoggiato al muro a osservarli giocare, Loki emise un sospiro pesante.
Invidiava il fratello in quei momenti e non solo per la sua semplicità, ma soprattutto perché poteva risultare un midgardiano senza fatica, stando anche vicino all'acqua senza problemi. Thor riusciva a controllare perfettamente la trasformazione da umano a tritone, al contrario di lui a cui bastava una goccia per fargli spuntare le pinne.
Per tale motivo suo padre voleva togliergli la possibilità di andare in superficie e lo avrebbe fatto se non fosse intervenuta sua madre; certo lei sapeva che sarebbe andato comunque, come già faceva, ma con il fratello in giro sarebbe stato più complicato nascondersi e poi... beh! Era un suo diritto! Non era certo colpa sua se non aveva il controllo su quella trasformazione, al contrario del suo perfetto fratello e della maggior parte degli asgardiani.
Perso in quei pensieri non sentì avvicinarsi Tony, che gli sfiorò la spalla facendolo sussultare.
Fissò con astio il moro per poi portare l'attenzione alla bibita che teneva in mano e che gli porgeva con un ampio sorriso.
Loki la prese, annusandola istintivamente prima di assaggiarla.
«Non ho intenzione di avvelenarti, è una normale birra.»
Il corvino ignorò la battuta e ne bevve quasi la metà in un sorso, peccato che reggesse fin troppo bene l'alcol avrebbe tanto voluto spegnere il cervello quel giorno, specialmente ora che Stark si era appoggiato al muro standogli affianco ad osservare la partita.
Era così vicino che poteva sentire il suo profumo. Agrumi, misto a salsedine.
«Tuo fratello ha accennato che siete di qui, ma non vi ho mai visto, eppure vengo ogni estate da quando avevo dieci anni.»
«Non viviamo esattamente qui...» Cosa doveva dire? Che vivevano in mezzo all'oceano, sotto una cupola, in una città d'oro, in fondo al mare?! «Paese vicino... fuori mano... molto fuori mano...»
Tony annuì senza perdere il suo sorriso strafottente, il suo adorabile sorriso strafottente.
Mentalmente Loki si diede uno schiaffo: cosa diamine gli passava per la testa?!
Il ragazzo rimase al suo fianco parlando del più e del meno, stuzzicandolo con il suo modo di fare e quando la conversazione passò alla letteratura Loki iniziò a parlare con tale passione da ipnotizzare e affascinare chiunque lo ascoltasse.
L'asgardiano si era perso in quel discorso, aveva anche sorriso spontaneamente un paio di volte e per quanto una parte di lui volesse mantenere le distanze e gli urlasse che ciò era pericoloso, l'altra parte desiderava conoscerlo sapere di più su quel ragazzo, molto di più di quello che aveva imparato osservandolo da lontano, e che abitava nei suoi sogni da anni.
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Saluti dalla Norvegia
FanfictionLoki ama passare il suo tempo in superficie, a leggere, in una piccola spiaggia isolata. Tutto per lui è perfetto finché un giorno un Midgardiano decide di occupare quella zona e non sembra affatto intenzionato ad andarsene. Loki tenterà di cacciare...