Non Lo Dovevi Sapere / Larry Stylinson/

Capitolo 9

- Come ti dei ridotto, mi fai schifo.-

- Cosa penserebbero gli altri di te, sei la cosa peggiore che gli potesse capitare.-

- Ma non pensi mai a qualcuno che non sia te stesso?-

- E tuo figlio cosa direbbe? Scommetto che si vergogna di avere un padre come te.-

- Tu non lo meriti, non sei abbastanza, fidati è la cosa giusta da fare.-

- Scommetto che ti odia, ti odiano tutti.-

- Puoi provarci quanto vuoi tanto non ricambierà mai.-

- Se adesso lo fai, ti prometto che torneranno tutti.-

Con un salto, Louis cadde dal letto di nuovo, completamente sudato e con un terribile mal di testa. Era la terza volta che si svegliava nel bel mezzo della notte, o forse la quarta, non riusciva più a ricordarlo, aveva solo troppo sonno e voleva solo riuscire a dormire per più di due ore di fila. Eppure quel giorno era rimasto tutto il pomeriggio e gran parte della sera a pulire e di certo si era stancato, ma nonostante questo, la sua mente non lo lasciava riposare come se volesse punirlo di qualcosa.

Dopo essere finalmente uscito dal bagno in cui erano rimasti chiusi lui ed Harry, il quale era l'ultima persona a cui voleva pensare dopo l'incubo di pochi minuti prima, dopo essere usciti avevano ricominciato a sistemare la casa, ma non erano ovviamente riusciti a concludere anche se mancavano solo le loro camere singole. In realtà aveva sentito Liam dire che la sua era già in ordine e che avrebbe aiutato Niall visto che era disperato disordinato com'era, Zayn aveva detto che gli mancava solo di passare lo straccio e spolverare. Harry invece non aveva detto più una parola dopo il loro incidente, come se avesse perso la voce, in verità anche lui aveva perso la voglia di chiacchierare, non che ne avesse avuta granché voglia negli ultimi anni, ma in quel momento ancora meno.

Comunque si trovavano tutti a buon punto con le loro stanze, beh, tutti tranne Louis, la quale camera sembrava essere stata colpita da un tornado. Non era colpa sua se non aveva mai voglia di mettere in ordine o di alzarsi per andare a buttare le carte. Inoltre aveva delle cose da buttare che non voleva far vedere agli altri, perciò le aveva nascoste sotto la pira di vestiti così che non lo trovassero, sarebbe stata solo una grande scocciatura dover dare delle spiegazioni. Il solo pensiero di dover mettere a posto quel casino gli fece venire ancora di più il mal di testa.

Controllò l'orologio e quasi ebbe un crollo nervoso quando vi lesse che fossero le due e trentadue. Perfetto, aveva dormito a malapena due ore. Capì che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi quando vide una cosa luccicante spuntare dalla pira di vestiti accalcata ai piedi del letto. Sapeva benissimo cos'era, e sapeva ancora meglio cosa avrebbe comportato andare a prenderla, eppure non resistette e si alzò dal letto.

Quando i piedi nudi vennero a contatto con il pavimento freddo, gli vennero dei brividi e questo non fece altro che convincerlo ancora di più che farlo sarebbe stata la cosa giusta. Cercando di non far rumore si avvicinò, ma nel buio della stanza non vide una delle tante bottiglie che erano a terra, per questo la calciò e questa andò a sbattere con forza contro il piede del letto e poi verso il muro facendo un casino incredibile. Si morse una mano dalla frustrazione e si avvicinò alla porta per vedere se qualcuno lo avesse sentito. Si affacciò al corridoio ma parve che non ci fosse neanche un rumore perciò richiuse piano la porta.

Una volta tornato verso i vestiti si abbassò accanto ad essi ed estrasse la cosa che rifletteva i raggi lievi della luna. Il contatto con il vetro freddo della bottiglia di Vodka gli fece prendere più coscienza di se. Si rialzò portando la bottiglia con se e si sedette sul bordo del letto studiando il vetro contenente l'alcol al suo interno. Era perfettamente identità alle altre cinque che erano buttate nella stanza e nascoste sotto qualcosa fuori posto.