Era sfortunatamente arrivato il 13 novembre. Il giorno in cui mi sarei dovuta trasferire dalla bellissima e grande cittá di Londra,dove avevo tutto, come non avevo nulla alla piccola cittadina di Doncaster nella contea del South Yorkshire. Non ero molto felice di trasferirmici. Avrei potuto ricominciare ogni cosa da zero. Senza che nessuno sapesse del mio passato e mi considerasse strana o, come era giá successo, pazza. Però non volevo lasciare l'unico amico che ero riuscita a farmi in quasi 17 anni, Alexander. Ci conoscemmo al primo anno di liceo e dopo un pò di tempo diventammo molto uniti. Anche lui era timido. Conosceva ben poco dell'Inghilterra e anche della lingua essendo Russo, ma con me riusciva ad aprirsi e ad essere un ragazzo normale, e io facevo lo stesso.
Erano solo le sei del mattino quando mia madre irrompette in camera mia sorridendo eccitata.
《 Forza tesoro, tra solo due ore dovremo prendere l'aereo, non vorrai fare tardi?》aveva una voce più stridula del solito, le succedeva quando non era calma e in quel momento era tutt'altro che calma. Aspettò due minuti sella soglia della porta della mia camera per controllare che io mi alzassi e dopo piccoli richiami sbuffai infastidita e mi alzai lentamente dal letto.
Nella camera ormai spoglia di mobili e oggetti personali mi avvicinai alla piccola sedia situata sotto la finestra dove erano poggiati una felpa nera e un pantalone dello stesso colore. Mi vestii con estrema lentezza, finchè non sentii mia madre urlarmi da sotto così infilai le scarpe e presi lo zaino che con poche cose per il viaggio e scesi al piano di sotto alzando gli occhi al cielo. Trovai mia madre andare da una camera all'altra per controllare di aver preso tutto per poi fermarsi a guardarmi. Dopo qualche secondo parlò
《 Amore, so quanto è difficile per te lasciare Alexander e tutto quello che hai, ma tuo padre ha avuto un'opportunitá lavorativa irrinunciabile e tu potrai ricomnciare da capo. Potrai farti nuovi amici e ci sarò comunque io ad aiutarti, ti voglio bene》.
Non dicevo mai a mia madre nè a mio padre che gli volevo bene , ma dovevo rassicurare mia madre perchè sapevo che sarebbe scoppiata da un momento all'altro.《Mamma, ti v-voglio bene a-anch'io. Calmati》 mi pentii subito dopo averglielo detto perchè mi tiró in grande abbraccio e cominciò a piagnucolare. Per mia grande fortuna mio padre entrò dalla porta principale e ci interruppe 《 Hey, cosa succede qui? Dobbiamo prendere un aereo tra meno di un'ora e trenta andiamo》Il viaggio in aereo durò poco più di 40 minuti e appena scesi controllarono ancora una volta i nostri documenti. Ci fermammo davanti ad una signora grassa e bassa di mezza età che aveva grandi occhiali rossi che posavano su un viso seccato.Lesse tre volte il mio nome《 Sofie Black...mhm.》 Non so cosa ci travasse di strano. Finalmente uscimmo dall'aereoporto per trovarci davanti ad una pittoresca cittadina inglese. Stupenda