three

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Arriavi almeno 20 minuti prima del suono della campanella. Mi sentivo realizzata per aver trovato la scuola così in fretta. Mi sedetti ad una panchina poco diastante dal cancello di entrata per guardarmi un pò in giro. Il celo era interamente coperto da nuvole grigio scuro che triste un posto che lo era già di suo. Non guardai a lungo il cielo perchè cominviarono a bruciarmi gli occhi a causa del trucco. Non mi piaceva truccarmi , ma questa mattina mia madre mi aveva quasi costretta a mettirti un pò di mascara. Guardai l'orologio del cellulare per accorgermi che la campanella sarebbe suonata a momenti. Presi lo zaino e prima di entrare nell'edificio fui costretta a passare davanti ad un gruppetto di ragazzi . Non li guardai per più di due secondi, ma loro continuavano a fissarmi mentre passavo vicino a loro con lo zaino sulle spalle,il viso basso e un grande libro stratto al petto per il freddo. Dopo averli superati uno di loro mi seguì e per un pò e poi parlò

《 Ciao bellissima, io sono Mark.non ti ho mai vista qui. Sei nuova?》

Non risposi. Mi stava dando fastidio e non avevo bisogno di farmi amici, sopratutto come lui.

《 sei di poche parole eh? Sai magari un giorno di questi potremmo uscire, per fare due passi e magari conoscerci...non so nemmeno il tuo nome》

Non risposi anche questa volta e dopo un pò che ripeteva la domanda arrivai davanti la porta della mia classe e lo guardai fisso negli occhi

《Non ho bisogno di farmi degli amici, ora se non ti dispiace non parlarmi più ciao》 gli dissi quelle parole con un tono duro senza tralasciare emozioni. Solo la rabbia.

Resto quasi sconvolto dalle mie parole e fortunatamente non ebbe il tempo di rispondermi perchè suono la campanella ed entrai in classe.

Arrivò l'ora di pranzo. Molto più in fretta di quanto mi aspettassi. Ero rimasta un pò delusa quando durante le lezioni avevo scoperto che ogni materia non aveva svolto nemmeno la metá degli argomenti che avevo studiato io nella vecchia scuola a Londra, ma avrei potuto esplorare la cittá in queste settimane. Durante il pranzo avrei voluto sedermi un pò fuori perchè era uscito un pò di sole, ma dopo aver visto Mark e gli altri ragazzi della mattina feci dietro front e mi sedetti ad un tavolo un pò isolato della mensa. Senza prestare molta attenzione a ciò che succedeva finii il mio panino e camminai fino all'aula della prossima lezione.

Tornai a casa quasi sfinita e dopo aver notato che nè mio padre nè mia madre erano in casa mi buttai sul mio letto sfinita.

Erano solo le cinque e trenta quando mi sveglai dal mio pisolino,era troppo presto per mettersi il pigiama e restare in casa allora decisi di camminare fino alla fine del  quartiere dive trovai un negozio di dischi e musica. Incuriosita entrai e mi immersi in dischi stupendi che avevano fatto la storia della musica negli ultimi 30 anni.

Dopo qualche minuto di esplorazione i miei occhi caddero sulla copertina un pò rovinata su un disco degli anni 70'. Lo comprai e dopo essere uscita delle gocce colpirono la mia testa. Sempre di più e mi ritrovai sotto un'incessante pioggia autunnale. Misi il cappuccio della gicca e cominciai a correre verso casa per bagnarmi il meno possibile, senza risultati. La corsa non era il mio forte e dopo aver abbassato gli occhi per qualche secondo sbattei a qualcosa, o meglio...a qualcuno e caddi a terra. Appogiai una mano sul terreno bagnato e una sulla mia fronte, per cercare di fermare la mia testa che sembrava oscillare vorticosamente. Non sentii più molte gocce sulla testa così alzai il viso per vedere dei bellessimi occhi color caramello che sembravano molto divertiti, una carnagione olivastra e dei capilli scurissimi, sotto un grande ombrello che copriva anche me. Dopo qualche risata parlò.

《Hei,dovresti stare più attenta quando cammini.》aveva una voce profonda,era stato un piacere ascoltarla.

《Emh. Si. Scusa.》la voce mi usciva a tratti e potei sentire il calore delle mie guange farsi sempre più forte. Sapevo di essere diventata dello stesso colore del rossetto più acceso che possedeva mia madre .

Il ragazzo di cui non conoscevo il nome mi porse la mano per rialzarmi e non esitai a prendergliela.

《Mi chiama Zayn, piacere》 sfoggiò un bellissimo, ma anche dolce sorriso ed era come se mi avesse letto nel pensiero.

《Sofie, piacere》 cercai di sembrare poco imbarazzata, ma le mie guance parlavano per me.

《Non ti ho mai vista da queste parti. Vuoi che ti accompagni a casa? Non voglio che ti bagli Sofie》mi sorrise di nuovo. Era così gentile.

《Mi sono trasferita da poco. Sono di Londra. Vivo alla fine della strada, grazie》 ogni parola in più e sentivo il calore sulle guance affievolirsi.

《Bene andiamo allora》

Asocial.|| L.T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora