Libello I

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Ad un di presso della vita mia, chiestomi lo fine de la noi tutti comunione e ho trovato gran letizia in unica responsione, la parabola d'Amore. Io però non teneo meco lo intellecto sì d'Amor da trascegliere tra le passanti chi riempiesse lo posto a ' mia penuria; acciò che non sapeo 'l funzionamento de lo valorosa malia.
Appresso alquanti die dal mio cominciamento 'nseguio una donna giovane assai, la qual sen gia con lo nome della Terra. Invero, i' negligendo 'l mio sentimento dire svariate parole principiao senza ausilio di carnale volontade, ch'i' non 'nfin lì 'gnorao, eppure Amore assaliami sì prepotentemente che smettendo di parlare, tornato ne lo mio antro compuosi parole rimate, avegna che io fossi di scrittura ignorante, et intitolai suddetto componimento: Vo' nel mio parlar.

Voglio nel mio parlar sol veritate
Cosicché a me sia lo ntendimento
Di cotanto 'namoranto sento
Ma vado prio d'alcuna sicurtate

Iercando lo sbocco di tal umiltate
Però che come immensa fonte
I'vo'gir sopre su suo lungo ponte
Per rasemblar tua sola podestate

Et uso in lapis molte fiate
Giacché la mia mano pur lo disia
Lamentan'tua merzede disinvolta

Onde io traccio lo tuo sembiante
Per non dimenticar che apparia
Me dinanze co' soave spalle alate

Esercizi Di Stile: Lo mio cor' reca seco doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora