Capitolo 3

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Tiro fuori dal cassetto il mio paio di pantaloni preferiti da equitazione: sono bordeaux con le rifiniture più scure, a cui abbino una maglietta nera, una felpa del medesimo colore e una cintura bianca elastica per staccare.
Mi vesto velocemente ed una volta pronta infilo le calze pesanti, rigorosamente indossate sopra i pantaloni; l'ultimo tocco sono i capelli che sono raccolti in uno chignon totalmente disordinato, cerco di scioglierlo ma finisco con crearmi ancora più nodi. La tentazione di tagliare via tutto con un colpo di forbici è tanta.
Finalmente riesco a liberarmi e i miei capelli ricadono sulle mie spalle, disordinatissimi.

Esco da camera mia con un cespuglio in testa, che nonostante i tentativi di spazzolare la mia chioma la situazione non è cambiata; dopo aver  percorso le scale, mi dirigo verso l'uscita di casa mia.
<< Stai già andando al maneggio, tesoro? >>
È mia mamma, che dal salotto mi raggiunge vicino all'ingresso.
Lei ha 45 anni, ma sembra molto più giovane: il suo viso rotondo ha pochissime rughe e i capelli biondi portati lunghi fino alle spalle sono praticamente perfetti.
Io e lei abbiamo davvero un buon rapporto, le confido tutto come se fossimo migliori amiche, ma purtroppo è spesso assente per via del suo lavoro da avvocato.

<< Si, vado a girare alla corda Oceanic >>
<< Si trova lì anche tuo padre >> mi risponde lei << Ha ricevuto una chiamata urgente ma non so cosa sia successo >>
Mio padre è un veterinario esperto in cavalli, ha una sua clinica ma si occupa anche dei cavalli del maneggio; adoro il fatto che per ogni dubbio che ho sulla salute di Oceanic posso chiedere direttamente a lui, ed è davvero in gamba. Inoltre so praticamente tutto sulla salute dei cavalli del maneggio.

Sapere che è stato chiamato urgentemente al maneggio mi preoccupa molto, so che potrebbe essere per una stupidata come succede spesso, ma spero che non si tratti di nulla di grave e che non riguardi nessuno dei cavalli dei miei amici.
Esco di casa salutando mia madre, e mi catapulto in macchina: voglio arrivare al Golden Hill il prima possibile per scoprire cosa sia successo.

Dopo aver percorso in auto i 15 km che mi separano dal maneggio, lascio la macchina nel parcheggio del Golden Hill; appena arrivata noto subito la macchina di mio padre, un Range Rover bianco.
È ancora qui.
Vado a cercarlo in giro, vagabondando tra le diverse scuderie, senza una meta precisa; continuo a camminare, costeggiando ora il campo coperto più grande.

Ad un tratto sento un rumore strano; mi blocco preoccupata, cercando di capire cosa sia.
Qualcuno sta piangendo.
Allarmata, proseguo dritta in direzione del rumore; svoltato l'angolo vedo l'ultima persona che pensavo di trovare.
April è seduta su una panchina, da sola, coprendosi il viso con le mani e cercando di asciugarsi le lacrime che le rigano il viso.
<< April, cos... >> le chiedo io balbettando confusa << cosa ti è successo? >>
Ho il cuore in gola, non ho mai visto April in quello stato: lei difficilmente si lascia andare alle emozioni, si mostra sempre così forte e con il sorriso.
Mi strazia vederla in quello stato.
Deve essere successo qualcosa di grave, purtroppo.

<< Juniper >> mi risponde, prima di scoppiare in altre lacrime.
Mi siedo subito di fianco a lei sulla panchina,e cerco di abbracciarla, lei si lascia andare all'abbraccio appoggiando la testa sulla mia spalla, senza smettere di piangere.
La chiamata urgente di mio padre
Collego velocemente le due cose.. no, spero non sia così, probabilmente mi sto sbagliando, ieri Juniper stava benissimo.

<< Juniper è... >> dice April a fatica << Juniper è morto >>
La stringo più forte, cercando di trattenere a mia volta le lacrime, sono letteralmente a pezzi per lei. Non posso immaginare cosa stia provando in questo momento; lei e Juniper erano così legati.
A volte penso a come mi sentirei se dovesse mancare Oceanic, solitamente mi basta questo pensiero per rattristarmi, non so cosa farei se io fossi al suo posto.
<< Mi dispiace così tanto April, sappi che ti sono vicina >> le dico dolcemente cercando di tranquillizzarla.
Lei farfuglia un grazie tra un singhiozzo e l'altro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2021 ⏰

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