Debbie

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Cristhian

Sto lavorando alla mia missione, la cosa più importante per me e per tutti quelli della mia specie, sempre che esistano davvero.. è solo un'ipotesi. Maledetto Sander, certo che quando vuole sa essere un vero bastardo, prima mi impedisce di tornare a casa e poi mi caccia via. In ogni caso avrei dovuto inventarmi una scusa migliore per tornare a casa prima.. non avrei dovuto assecondarlo quando ha menzionato i videogiochi, ma lui è ottuso, non mi avrebbe ascoltato comunque. Non capisce niente, quando vede lo scintillio dorato nei miei occhi pensa che lo faccia apposta, non immagina che ci sia qualcosa di storto in me.

Forse il cielo ascolta i miei pensieri.. se gli racconto tutto dal principio forse mi dará una mano. Beh.. innanzitutto, io sono Cristhian e sono nato con un cervello difettoso. Circa 4 anni fa, tra mio fratello Sander e mio padre si accese uno scontro che si prolungò fino ai suoi 18 anni, poi Sander decise di fregarsene e vivere per conto suo. Prima di ciò però, lui e papá ebbero una lite molto accesa, tale da farmi sentire male, avevo 13 anni e ricordo tutto come la scena di un film di fantascienza.

È lì che ho scoperto il mio problema. Mentre loro sfuriavano e urlavano, qualcosa è scattato nella mia testa e mi sono ritrovato in camera mia, al buio.. circondato da un bagliore dorato, sentivo un dolore acuto alla spina dorsale ed ero stordito, la testa mi faceva malissimo. Così andai in bagno, per sciacquarmi il viso dato che mi resi conto di essere svenuto senza motivo. Sospettavo di essere rimasto coinvolto, di avere le allucinazioni per le troppe botte.

Appena fui di fronte la mia immagine, le mie ginocchia parvero cedere. I miei capelli che solitamente sono ramati, terminavano in punte candide come la neve, i miei occhi ormai erano due faretti, poiché l'iride gialla circondava la pupilla bianca. Non riuscivo a credere ai miei occhi, ma non mi misi a urlare o a chiedere aiuto. Anzi, mi chiusi in bagno, continuai ad esaminarmi e con mia grande sorpresa.. non solo mi sentivo meglio, ma non ero mai stato così forte e lucido come in quel momento. Mi sentivo in grado di fare qualsiasi cosa, ed effettivamente quella sfumatura dorata che riuscii a vedere al buio mi avvolgeva ancora, ma la luce del bagno la copriva quasi tutta.

Non riuscii a spiegarmi quell'improvvisa metamorfosi, né sapevo quando sarei tornato normale. I minuti passavano senza che niente di me cambiasse, tranne quel surreale bagliore. Un' ora, due.. il bagliore scomparve, poi mia madre bussò.《È occupato.》Dissi, tremante.《Stai bene, tesoro?》Mi chiese. A quel punto non seppi che fare.. sarei per sempre rimasto un mostro? Non ne fui del tutto certo, ma una consapevolezza si irradiò dal mio cervello a tutto il resto del mio corpo e tutto dentro di me riecheggiava uno strano mantra: Andrá bene, sono potente. Lei non sa. Loro non sapranno mai. È un segreto. Riuscivo a calmarmi da solo.《Cris?》Mi riscosse mia mamma.

Improvvisamente una scossa elettrica parve tracciare un cerchio sul mio petto, sul lato del cuore e quasi persi di nuovo i sensi. Mi affrettai ad aprire la porta, deciso a mostrare il mio aspetto a mia madre.. che non parve accorgersi di nulla. Ma come? Sono diverso. Pensai. Lei continuava a comportarsi come se nulla fosse.《Mamma.》《Si dimmi.》《Non.. non noti niente di diverso in me?》Mia madre mi squadrò con fare pensoso e si grattò in testa.《No, dovrei?》Proprio non riuscii a capire. A quel punto mi riposizionai di fronte lo specchio e.. nulla. Tutto era tornato come prima.《Vuoi uscire dal bagno, si o no?》《Scusa, adesso esco.》

Inizialmente pensai di essere pazzo, di avere dei seri problemi psicologici. Cominciai a fare ricerche su ricerche, tentai il tutto e per tutto per provocare ancora quel cambiamento che per 2 fottute ore della mia vita, era riuscito a farmi sentire super forte e intelligente. Niente. Il mio odio verso la vita crebbe.

Non solo ero un ragazzino impotente contro la collera di un padre burbero e violento, incapace di difendere sia madre che fratello.. ma non ero neanche sano di mente. Cosa sarebbe accaduto quando mio padre in preda alla collera o l'ebbrezza, avesse tentato fi farmi del male? Sarebbe successo ancora? Quasi speravo che succedesse.. ma non accadde nulla. Finché un giorno non incontrai Debbie.

Ero al parco-giochi, impegnato in una partita a calcio con alcuni compagni di scuola, quando la vidi passeggiare nel bosco lontano la mia concentrazione si spostò su di lei. La sua pelle dorata risplendeva al sole e i suoi capelli castani erano lunghi e lisci come seta. Aveva un vestito bianco e fino e senza rendermene conto mi incamminai verso di lei. I miei compagni protestarono, accusandomi in lontananza di essere un perdente, ma io non diedi loro ascolto. C'era qualcosa in quella ragazzina che mi attirava e mi incuriosiva. Mi immobilizzai, conscio del mio abbigliamento non proprio consono a quell'incontro, mi vergognavo del mio aspetto trasandato con le scarpe sporche di terra, i cappelli arruffati, la canottiera nera e i jeans strappati.. ma non persi coraggio e mi costrinsi a continuare.

Quella creatura aveva un'aspetto così delicato e puro da indurmi a chiedermi se anche lei non fosse una delle mie allucinazioni. Sentendomi arrivare, si voltò di scatto e i suoi capelli le ondeggiarono oltre le spalle, scoprendo un viso stupendo, due guancie tenere sovrastate da piccole lentigini che le donavano molto. Aveva gli occhi scuri che brillavano di un'impercettibile luce rossastra. Mi fermai poco distante da lei, guardandola con dolcezza e timore reverenziale.《Ciao.》Le dissi, accennando un sorriso timido.《Ciao.》Rispose, sedendosi sull'erba a gambe incrociate.

《Perché vieni da me invece di giocare con loro?》Mi chiese, come se fosse stata una cosa insolita che qualcuno le desse attenzioni.《Non lo so.》《Come ti chiami?》《Cristhian.》《Piacere. Io mi chiamo Debrah, ma puoi chiamarmi Debbie se ti va.》Le sorrisi raggiante. Le piacevo, non mi aveva cacciato nonostante il mio aspetto rozzo.《Si. Debbie mi piace.》Le ricambiò il sorriso e poi si alzò.《A cosa vuoi giocare?》La domanda mi spiazzò. Fino ad'allora non avevo mai giocato con una ragazza.《Decidi tu.》La ragazzina tamburellò un dito sul mento e poi sorrise.《Giochiamo all'uomo lucciola.》《Okay, come si gioca?》《Beh? Basta prendere spunto dalla leggenda.》《Di quale leggenda parli?》Le chiesi, curioso e perplesso.《Non conosci la famosa leggenda dell'uomo lucciola?》Mi chiese lei con aria sbigottita. Beh.. io non ero uno di quei bambini a cui rimboccavano le coperte mentre gli raccontavano le storielle con morali e insegnamenti..

Oh merda, no! Questa non ci voleva, ho quasi rischiato di perdere tutti i miei preziosi dati. Grazie Dio, questo è un segno che non vuoi ascoltarmi, vero? Ora sará meglio chiamare Debbie, non resta altro da fare. Lo schermo del computer è diviso ora in 4, in ognuna delle caselle c'è un download in corso. Non avrei bisogno di questi aggeggi infernali se Debbie mi lasciasse usare i miei metodi.. ma non posso biasimarla se per lei il miglior modo di aiutarmi è usare i computer e le pen-driver.

Credo che aspetterò il suo ritorno, nel frattempo cercherò di recuperare il possibile.. mi sono lasciato andare ai ricordi e so giá che succederá ancora.. e ancora.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2015 ⏰

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