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Eva mi tiene la mano, cammina al mio fianco lentamente, come se non volesse arrivare presto a casa.
Nei suoi occhi vedo la nostalgia delle ore precedenti, sta camminando appositamente piano, perché una volta a casa dovrá aspettare fino a domani per rivedermi. Il suo sguardo triste è irresistibile. Adoro le donne con quello sguardo.
Siamo davanti al suo appartamento e mi guarda ancora con quella tristezza negli occhi verde vivo. Giocherella con le chiavi, alza gli occhi lucidi e incontra i miei, roventi.
《Ehm, allora a doma-》Le cingo la vita e in un attimo siamo labbra contro labbra. La inchiodo alla porta, la piccola si fa scappare un urlo per la sorpresa, menomale che nessuno puó sentirci a quest'ora.
Mi stacco da lei e la fisso attentamente, intimidatorio. 《Non devi urlare.》Sussurro, famelico.
Lei annuisce, senza fiato e stringe le gambe.
Le accarezzo la mano, per prendere le chiavi. Lei non distoglie lo sguardo dal mio, ma arrossisce violentemente. Apro la porta dell'appartamento, la trascino dentro di scatto per un polso e lei finisce dritta tra le mie braccia.
Chiudo la porta e ci appoggio sopra le mani, con Eva nel mezzo. La fisso, impaziente. 《Eva, ti voglio qui e adesso.》Dico, contro il suo collo.
Lei è scossa da mille emozioni e non parla, ma sento il suo respiro accorciarsi mentre si morde il labbro inferiore. Hhmm.. cosa hai fatto?
Le mie pupille prendono il posto delle iridi. La prendo in braccio, lei di tutta risposta sorride e allaccia le gambe ai miei fianchi.
《Ti amo.》《Lo so, piccola.》
La bacio a lungo e poi riporto l'attenzione all'appartamento. 《Letto.》Sibilo. 《Prima porta a sinistra.》
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Ho fatto centro di nuovo, ieri sera ho fatto passare ad Eva una notte indimenticabile, almeno per lei lo è stata.. io probabilmente non riusciró a ricordare il suo nome tra un paio di giorni...
Poco importa, credo che andró al centro commerciale, devo rifare il guardaroba a mio fratello, è da troppo tempo che si trastulla coi videogiochi e le partite a calcio, ha 15 anni, è arrivato il momento di crescere. Gli rinnovo lo stile, lo raddrizzo un pó sulle spalle, lo mando in palestra e poi ammiro il risultato.
C'è un diamante grezzo che devo scolpire.
Prima per essere cool bisognava vestirsi di pelle o jeans. Non importava i pantaloni che indossavi o la pezza che usavi come maglia. Ora invece ci si veste a strati. Mettere un giubbotto di pelle sopra un cardigan, il quale sta sopra una camicia a quadri, la quale sta sopra una maglia che sta sopra una canottiena è decisamente cool di questi tempi.
Ovviamente non mi atterró alla moda del momento, è da sfigati. Alle ragazze piace l'uomo maturo e incurante del suo aspetto, ma lo vogliono bello e possibilmente scolpito. Le ragazze, in parole povere, non lo sanno cosa vogliono.
Le donne sanno cosa vogliono.
Voglio che mio fratello passi una bella serata con una bella ragazza, ma non parlo delle solite bamboline colorate.. hehehe.. esatto.
Parlo di classe, una vera donna una volta era una bella ragazza con qualcosa in piú delle altre. Prima di tutto riusciresti a riconoscerla fra la folla, dai suoi capelli, dalle sue movenze e.. dal suo profumo.
Una donna è tante cose, mentre una ragazzina.. una bambolina è semplice, non c'è soddisfazione a giocarci.
Mio fratello avrá un mentore, non come me che ho dovuto imparare a mie spese le regole del gioco.. un gioco sporco e crudele, ma divertente e appagante una volta imparati i trucchetti. Noo.. non parlo dell'amore. Quello è da sfigati, meglio incapparci il piú tardi possibile, altrimenti ti mozzi la vita prima di arrivare ai gloriosi 30.
Mentre accendo l'auto mi tornano in mente alcuni particolari di ieri sera. Eva è stata superba, lo dico io che quelle timide in apparenza sono le migliori a letto.. dovró farlo presente anche a mio fratello, un giorno. Sospiro contento. Sono di fronte un'edificio alto e grigio con qualche sbarra alle finestre e bottiglie rotte ai piedi del marciapiede. E questa sarebbe una scuola? Penso, disgustato.
Mi secca passare a prendere Cristhian a orario di pranzo, dunque, in quanto suo fratello maggiore, ho deciso di venirlo a prendere prima. Poi qual mentore sarei se non fossi disposto a questo ed altro?
Scendo dall'auto e mi dirigo verso quella specie di caserma militare. L'interno della scuola è quanto meno decente rispetto alla facciata esterna. Mi aspettavo peggio. Se non sbaglio Cris dovrebbe frequentare la classe terza.. sezione.. uhm credo B, spero di non sbagliarmi. L'ultima volta che ho visto il mio fratellino non ho avuto l'occasione di salutarlo come si deve.
Certo. Dato che è scappato dopo avermi fregato qualche centinaio di euro. Sicuramente non si aspetta nessuna visita.. ma al contrario di quello che potrebbe pensare, voglio solo aiutarlo, dopotutto sono suo fratello e piú che assestargli un cazzotto nello stomaco, non gli faró nulla di tragico.
Chiedo in giro per sapere dove si trova la classe. Una segretaria dai capelli corti e castani si dimostra interessata a portarmi alla classe di persona, mentre io sarei molto propenso a portarla a letto, ma accetto la sua offerta senza aggiungere altro. 《Scusi bisogna che mi dica se peró lei è un parente, altrimenti non è autorizzato a portar via nessuno.》Dice, fermandosi sulle scale. 《Lei è il.. papá?》Chiede, con interesse.《No, sono il fratello maggiore, spero non ci sia nessun problema.》《No, no assolutamente, vuole che glie lo chiami io?》Sembra sollevata che non sia mio figlio.
《No, mi indichi solo la classe, faró poi da me.》《Bene, la vede quell'aula in fondo al corridoio destro?》Mi indica l'aula pazientemente. 《Grazie del suo aiuto, signorina.》Le stringo la mano e la guardo negli occhi, facendola arrossire. Distolgo il contatto corporeo quasi a malincuore, una ragazza cosí attraente non mi ricapiterá di incontrarla spesso.
Salito le scale, mi appresto a bussare all'aula indicata.《Entra.》Sento la voce rauca del professore, cosí apro la porta e cerco Cris con lo sguardo. È vicino alla finestra, in fondo all'aula, con le cuffie nelle orecchie. Alcune ragazze lo fissano come ammaliate. Guarda fuori, pensieroso e.. malinconico? Non oso immaginare cosa diavolo gli è successo stavolta.
《Mi scusi professore, sono venuto a prendere mio fratello Cristhian, glie lo rubo, con permesso.》Sorrido, cordiale. Il professore mi fa cenno di andarlo a chiamare, in catalessi com'è. Passo tra i banchi, suscitando l'interesse delle ragazzine presenti e se non sbaglio, anche di qualche ragazzo. Mi sporgo sul banco di Cris e gli strappo le cuffie dalle orecchie, facendolo girare di scatto. 《Cris, muoviti, ce ne andiamo.》《Tu che ci fai qui? Non puoi venire a rompere quando vuoi.》
《Sono tuo fratello maggiore, posso e come. Su dai, non farmi perdere tempo, abbiamo cose piú importanti da discutere e sicuramente il tuo insegnante desidera riprendere normalmente la lezione.》《Va via, non voglio venire con te.》La risposta impertinente fa rimanere a bocca aperta i suoi compagni di classe, che desiderebbero sicuramente piú di lui scappare da quel posto noioso. 《Ci vengo io con te..》Sento bisbigliare alle mie spalle un paio di ragazzine che ridacchiano e scherzano, commentando di tanto in tanto sul mio aspetto.
《Bene Cris. Se questo è quello che desideri.. ma ti avverto: Non ti aspettare che dopo questo comportamento ti annulli il debito che hai verso di me.》Premetto, destando l'interesse del professore.《No aspetta.. non puoi farmi questo, tu devi aiutarmi.》《Scordatelo, cavatela da solo.》Si.. dai che abbocca. 《E va bene, va bene! Maledetto ricattatore.》《Avresti dovuto pensarci due volte prima di derubarmi, pulce.》Concludo, dandogli uno schiaffo dietro la nuca.
《Aah! Smettila, coglione.》Mi apostrofa.《E tu muoviti, femminuccia!》Cristhian assottiglia gli occhi gialli come un serpente, poi si alza, mette lo zaino in spalla e si avvia in corridoio, lanciandomi uno sguardo di risentimento. Salutiamo la classe, udendo poi un gran vocìo femminile. Quando siamo fuori alla porta Cris mi da un pugno sulla spalla e io gli scompiglio la chioma bionda e ribelle. 《Ti voglio bene.》Borbotta poi, abbracciandomi forte. 《Te ne voglio anch'io, pulce.》