1. Pre-partenza

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Ogni volta che torni da un viaggio, non sei più lo stesso. È vero, soprattutto se partendo ne sei consapevole.
Si torna cambiati e si lasciano indietro porte che lentamente si chiudono, capito li della propria vita e si lasciano anche le persone.
Io sono partita con questa inconscia consapevolezza e soffrivo.

Per questo mi dicevo che non volevo andare, ma rimanere con te, perché mi saresti mancato troppo.
Avevo paura. Una gran paura del cambiamento, di avere a che fare con una parte di me che non conoscevo, ma soprattutto di perderti.

Così quel caldissimo pomeriggio del 17 Agosto, lui mi accompagnò alla piccola e sperduta stazione del paesino in cui viveva situato proprio al centro del Tavoliere delle Puglie, la pianura più torrida d'Italia. La stazione era silenziosa e luminosissima, prese la mia valigia, scendemmo le scale, arrivammo all'unico binario presente.
Ci abbracciammo a lungo.

In quel momento avevo un grande peso nel petto.
Quella notte passata a casa sua era stata piena di turbamento per me. Faticai ad addormentarmi al suo fianco, nonostante la stanchezza dell'after di ferragosto, passato sul Gargano con i miei amici dell'estate, e delle tre ore di pullman per andare da lui, giusto per poter stare insieme 24h prima della mia partenza. Non mi era mai capitato in tre anni di non riuscire a trovare la serenità vicino a lui. Lui si addormentò quasi subito, io avevo il cuore che mi esplodeva nel petto per quanto fossi agitata. In tempi normali avrei abbracciato le sue grandi spalle per avere un po' di rassicurazione, lui si sarebbe svegliato e girato dalla mia parte, mi avrebbe abbracciata a sua volta e chiesto dolcemente, "che hai?".
Avremmo parlato a lungo fino a quando tra un bacio e una carezza, avremmo iniziato a spogliarci, un po' per il caldo estivo, un po' perché ci desideravamo tanto e le occasioni invece erano poche.

C'erano tutti i presupposti, Ma quella notte non andò così.

Non scopavamo ormai da un mese, probabilmente lo avevamo pensato entrambi, ma nessuno dei due aveva dato peso alla cosa perché, effettivamente, in casa c'era sempre troppa gente.
Quella notte Ci demmo un bacio e ci girammo schiena contro schiena, lui si addormentò e i miei occhi stanchi iniziarono a far scendere lentamente tutto il malessere e le preoccupazioni che nutrivo da mesi e che silenziosamente si riversavano sul cuscino bagnandolo.
Il perché non mi confidai a lui quella notte, lo capii solo qualche giorno dopo a vacanza ormai finita.

Lo strinsi più forte a me.
Sì, avevo l'ansia e dentro la mia testa mi chiedevo "ansia di cosa stupida idiota? Stai andando a Lecce a divertirti con le tue amiche in una città bellissima" che avrei poi definito, la mia città del cuore, perche sì alla fine ci ho lasciato l'anima.

Per innamorarsi basta un'oraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora