La dama aprì le ampie finestre permettendo alla luce di trapassare i vetri perfettamente lucidati.
Daphne si sollevò dal letto con i capelli aggrovigliati davanti agli occhi chiari.
«Buongiorno, Odette...» disse ancora insonnolita.
«Buongiorno, Signorina Daphne. Come sta oggi?» chiese cortese la dama.
«Insonnolita. Vorrei dormire ancora un po'!» brontolò.
«Ma Signorina, oggi avete appuntamento dalla modista, rammentate?» rispose Odette mentre finiva di aprire le grandi tende.
«Oh...» sbuffò «Ora me ne rammento»
«Il Signore e la Signora King, l'aspettano per la colazione» detto ciò fece una leggera riverenza alla ragazza ed uscì.
La colazione! Ho una fame!
Si vestì il più in fretta possibile e camminò velocemente -vietato correre- nel lungo corridoio ornato di quadri e stoffe pesanti, diretta in sala da pranzo.
«Buongiorno, mamma» rivolse un sorriso a entrambi i genitori «Buongiorno, papà»
«Buongiorno, tesoro» rispose la madre posando il cucchiaino da tè.
«Buongiorno, Daphny» disse il padre abbassando il giornale.
Daphne prese un tè con delle fette di pane tostate e un filo di marmellata. Non poteva pensare che tra non molto, la Signora King le avrebbe dato una notizia che non avrebbe di sicuro reso la ragazza felice.
«Daphne, domani sera ci sarà un ballo alla quale vorrei tu partecipassi» sentenziò la madre.
Daphne la guardò accigliata; era stata a diversi balli non capiva come mai la madre le stesse rivolgendo quello sguardo severo.
«Non posso dire di esserne lieta, ma mi chiedo cosa si nasconda dietro quello sguardo severo che mi state rivolgendo, mamma» rispose prontamente.
La Signora King si ricompose, assumendo un tono più dolce.
«Nessuno sguardo severo, ti volevo solo avvertire del fatto che per questo ballo io mi aspetto che tu tenti di conversare con qualche giovane uomo, col fine di iniziare una piacevole conoscenza che, chissà...»
Ora capiva perché la modista e lo sguardo severo. Era giunto il momento che sapeva di non poter evitare. Sospirò, non poteva rifiutarsi, ma di certo non avrebbe accettato quel destino senza combattere.
«Va bene, mamma. Contro la mia volontà, parteciperò, ma l'avverto già da ora che non mi impegnerò a essere cortese e perfetta per nessun gentiluomo che mi si presenterà davanti. Io sarò me stessa e se questo creerà disturbo al mio interlocutore, allora vorrà dire che troverò giovamento in qualcun altro di più... divertente» rispose con un sorriso furbo.
«Daphne...» iniziò la Signora King.
«Cara, credo sia ora che voi andiate, non vorrei che la modista poi sia troppo occupata per occuparsi di voi; d'altronde non siete le uniche ad aver bisogno di lei oggi» osservò il marito da dietro il giornale.
«Certo...» rispose la Signora King che si alzò e uscì dalla sala da pranzo senza aggiungere altro.
Il Signor King abbassò il giornale e fece un occhiolino a Daphne.
«Grazie!» rispose ridacchiando la ragazza.Finì la colazione e si congedò.
Per andare dalla modista, a quanto pare, bisognava vestirsi adeguatamente.
La preparazione fu un inferno per la giovane King, che non riusciva a sforzarsi di sorridere nemmeno con tutta la buona volontà.
Quando finalmente uscirono di casa erano già le nove e mezza. La madre inveì educatamente contro la figlia, per averle fatto perdere tutto quel tempo dietro alle sue lamentele.
«Non sai la fortuna che hai, mia cara» le disse sulla carrozza diretta al negozio.
«Ne dubito. Conosco la mia posizione sociale, mamma e sono grata di questo, ma trovo assolutamente assurdo il doversi vestire di tutto punto per recarsi dalla modista» disse seccata, poi continuò, «Inoltre, non trovo affatto giusto il fatto che io debba mettere questo orribile corsetto che mi fa mancare il respiro ogni volta»
«Sei una donna, Daphne! Le donne devono portare il corsetto, non sei una campagnola. Smettila di contraddire qualsiasi cosa io ti dica; domani sera farai il tuo ingresso in società e mi aspetto che prima di allora tu abbia ben in mente la tua posizione e i tuoi doveri»
«I miei unici doveri sono quelli che ho nei confronti di me stessa» rispose cocciuta.
«Esatto, per il tuo bene trova un buon partito così da poter vivere una vita agiata, ecco il dovere che hai con te stessa» il discorso cessò così.Quando arrivarono dalla modista tutti gli occhi erano puntati su di lei. Le debuttanti erano molto chiacchierate, tutti si chiedevano con chi si sarebbero sposate e quanto tempo ci avrebbero messo.
Daphne avrebbe scommesso qualsiasi cosa sui pensieri di ognuna delle donne presenti.Lei non voleva. Avrebbe sabotato quella pagliacciata, sarebbe stata se stessa al 100% e questo voleva dire: nessuna richiesta di matrimonio né alcun gentiluomo disposto a conversare con lei.
Che le danze abbiano inizio.
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Independent
RomanceSiamo nel 1830. Daphne King è una giovane donna nata in una famiglia benestante di Londra. Impegnata con il suo maneggio nella tenuta di famiglia in campagna, la giovane Daphne non pensa minimamente al suo debutto in società. Infatti, avendo lei d...