"A dopo... Principessa."

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«Alli non credo di poter venire» Comunicai alla mia migliore amica al telefono.

«Perché?» Dopo questa domanda andai nel panico, non sapevo cosa rispondergli. Insomma non potevo dirgli "hanno rapito Derek il lupacchiotto e devo andarlo a cercare con Stiles e Scott perché senza di me evidentemente morirebbero. Non ce la fanno hanno bisogno della badante." Credo che mi prenderebbe per pazza.

«Devo aiutare mio padre a fare una cosa, non so neanche io cosa ma probabilmente avrà tutto l'ufficio in disordine e vorrà che io lo aiuti.» Dissi la prima cavolata che mi passò per la testa, mio ​​padre usa il seminterrato come "ufficio", così quando non lavora nella centrale lo fa a casa, non passando tanto tempo con me, ma lo capisco. In fondo è un poliziotto.

«Capisco... Ma domani c'è il ballo! Non vorrai mica venire vestita da barbona»

«Mica male come idea» Le
risposi sarcastica, ridendo alla fine della frase.

«Dai stupida, rimandiamo la sessione di shopping a domani, e non ti dare per dispersa. Domani verrai con noi, ti hackererò Netflix se è necessario.» Mi minacciò, per poi staccare.

«Non mi hackererà davvero Netflix... Spero» Pensai ad alta voce.

«Okay figlio dei fiori adesso cosa dobbiamo fare?» Mi girai guardando il mio ragazzo sdraiato sul mio letto.

«Volevo passare un po' di tempo da solo con te» Mi guardò con gli occhi da cane bastonato.
Senza rispondere mi sdraiai vicino a lui, poggiando la testa sul suo petto.

Sospirai «Quando finirà questa storia? Sono esausta.» Alzai  la testa per guardarlo negli occhi.

«Spero presto» Ricambiò il mio sguardo.

«Il mio sesto senso dice che questo sarà solo l'inizio.» E infatti non sbagliava.

«Ti prometto, che quando finirà questa storia, ti porterò al ristorante, un vero appuntamento, solo io e te» ci mancava che venisse anche Scott, pensai.
Sorrisi e gli lasciai un dolce bacio sulle labbra.

Sentì la sua lingua picchiettare sui miei denti come permesso e io glielo concessi.
Il bacio iniziò a farsi sempre più intenso.
Mi staccai da lui, lo guardai negli occhi e sorrisi. Mi misi a cavalcioni su di lui, e subito dopo lui fece scontrare nuovamente le nostre labbra.

Le sue labbra si spostarono fino al collo, lasciandomi una scia di morbidi e umidi baci. In alcuni punti si fermava, segno che mi lasciava dei succhiotti.

Sentì le sue mani accarezzarmi la schiena, lasciandomi dei brividi per tutti il ​​corpo. Dopo poco le sue labbra si ritrovarono di nuovo posate sulle mie.

Con la mano scese sempre più giù, fino ad arrivare al bordo della mia maglia.
Lentamente mi alzò la maglia, io gli morsi il labbro inferiore, lui si fece scappare un piccolo gemito.

«Evelyn i-» Disse mio padre entrando di soppiatto nella stanza. Sbarrò sia occhi che bocca, spostando lo sguardo da me a Stiles ripetutamente.
«Salve signor Wood» Disse Stiles, sforzando una risata nervosa alla fine. Oh mio dio che imbarazzo, pensai.

«Io... Io volevo dirti che stavo andando in centrale...» Comunicò mio padre gesticolando e balbettando.

«Va bene» Dissi con un sorrisetto nervoso. Lui accennò un sorriso ed uscì. Guardai Stiles con occhi sbarrati, lui aveva la bocca aperta.

«Oh mio dio, che imbarazzo» Dissi mettendomi le mani in faccia.

«Mi odierà, ne sono certo» Disse serrando le labbra. Probabilmente si.

Like shadows in the fog || s.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora