Capitolo 7

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Quando Peter si è svegliato si sentiva soffocare.

Gli sembrava di aver dormito in una fornace. Con un respiro tremolante, ha alzato lo sguardo. Non riusciva a capire dove fosse, ma non era la sua cella. L'odore era tutto sbagliato.

Anche il materasso in cui si è svegliato non aveva il giusto odore. Non aveva il proprio profumo o quello di Wade. Non aveva alcun odore, sapeva da nuovo. Il che sarebbe stato carino, se la sua testa non gli stesse pulsando come Times Square nella notte di capodanno. Invece di provare sollievo ad avere un oggetto relativamente nuovo ed inutilizzato, nel petto sentiva il bisogno di qualcosa di familiare.

Ha provato a strapparsi di dosso la maglietta, accorgendosi invece di non indossarne una. Allo stesso modo non indossava i pantaloni o le mutande. Ad un certo punto mentre non era cosciente, qualcuno lo aveva spogliato. Peter al solo pensiero è rabbrividito. Non si sentiva come se qualcuno lo avesse toccato, ma come poteva esserne sicuro? Riusciva a mala pena a ricordare qualcosa da quando i beta hanno iniziato a lanciare bombe a gas nella cella, figuriamoci di quando lo hanno portato fuori.

Il suo calore si era intensificato parecchio da quando aveva ripreso i sensi. Era ancora ai primi stadi, ma avrebbe raggiunto l'apice in qualche giorno. Gli è scappato un gemito alla sola idea. Sarebbe stato un inferno, poteva scommetterci.

"Cazzo," ha sibilato a denti stretti, alzandosi un po'dal materasso. C'era una bottiglietta d'acqua accanto a lui. L'ha afferrata con la stessa avidità che avrebbe avuto un truffatore con un diamante raro e ha strappato via il tappo, trangugiandone il contenuto in un colpo. Una sola bottiglia non sarebbe stato abbastanza per sostenerlo per il resto della giornata, ancora meno ora che era in calore. Sentiva già l'acqua seccarsi nel suo corpo.

"Cazzo," ha ripetuto, rannicchiandosi di nuovo nel materasso. La pelle bruciava come se qualcuno la avesse sfregata troppo a lungo col sapone. Quello che ti fa sentire la faccia incrostata dopo un po'che lo usi. Un'insidiosa e bollente sensazione di eccitamento si stava facendo strada in lui, anche se era l'unica persona presente nella stanza. Se la sua biologia avesse preso il sopravvento, avrebbe attirato un potenziale "compagno" con il proprio odore intenso, con cui sarebbe stato impegnato a procreare. Ma a sua biologia poteva andare a farsi fottere perché la paternità non faceva parte della sua agenda, e dubitava che l'Arma X sarebbe stata così cortese da fargli avere un contraccettivo.

Peter aveva gestito il proprio calore da solo per anni e questa cosa non sarebbe cambiata ora.

Tra le altre cose, ha capito di avere preoccupazioni peggiori di soddisfarsi con una sega. Francis avrebbe, senza ombra di dubbio, buttato un alfa lì dentro con lui. Peter avrebbe dovuto risparmiare le forze per poterlo respingere. Il calore lo sfiniva, anche se era Spiderman. Infatti, da quando aveva acquisito i propri poteri, ha scoperto che non facevano altro che amplificare tutto.

La sua resistenza era aumentata in modo esponenziale, ovviamente, però non ha particolarmente apprezzato che MJ avesse iniziato a chiamarlo Coniglietto invece di Tigre. Chi avrebbe voluto essere chiamato Coniglietto, scusa? Soprattutto quando potevi essere chiamato come una cosa figa e fiera, come la Tigre. Certo, Peter non aveva mai somigliato a una gatto fiero come quello fuori dal costume, ma comunque, ci si era abituato con gli anni.

Dannazione, gli mancava MJ. Quando stavano insieme si aiutavano superando il calore insieme. Anche dopo essersi lasciati, hanno comunque continuato ad aiutarsi, perché a volte era più facile avere qualcuno di familiare che si assicurasse che avessi acqua, cibo, coperte e qualunque altra cosa utile in quel momento. In più, semplicemente avere qualcuno accanto lo faceva stare meglio. Personalmente, a Peter non dispiaceva scambiare qualche coccola prima che iniziasse il vero calore, come anche quando finiva. Anche a MJ faceva piacere, quindi su questo erano entrambi d'accordo. A lei magari non piaceva quanto piacesse a lui, però vabeh.

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