Cɾaɖɭҽɖ You Iŋ My Aɾms {ղoɾҽʍʍa}

• 'Cause I Believed In You. •

★Numero parole: 1060
★Pairing: Noremma/ NormanxEmma
★Rating: verde
★Genere: slice of life, fluff
★Credit artist: もっさん
★N.B: AU in cui Emma e Norman trascorrono felici le loro giornate nell'orfanotrofio Grace Field, con la loro famiglia, e non c'è nessun macabro "segreto" che minaccia le loro vite; solo tanto fluff e fuwa fuwa.

Il tempo sembra
come sospeso
mentre ci culliamo,
l'uno tra le braccia
dell'altra.
-Erica Jong

Era un tardo pomeriggio di Agosto, sebbene il sole fosse in alto nel cielo e la temperatura saliva di qualche grado, per qualche strana ragione non era arrivato il caldo afoso e sfiancante che faceva essiccare i fiori.
Al contrario, l'aria fresca accarezzava dolcemente i prati sempreverdi, facendo aleggiare l'odore di arance, limoni e altri agrumi, grazie all'aroma di limonene, tra le chiome di una fitta foresta.

Quel profumo sapeva di estate, pensò Norman.

Le iridi azzurre osservavano assorti la figura minuta e agile della sua fidata compagna di avventure, che aveva compiuto da poco undici anni, scalare con grande facilità un albero poco lontano dalla prateria, più precisamente a qualche metro di distanza dall'orfanotrofio Grace Field.
Come faceva a non sentirsi a disagio facendo attività fisica con la divisa femminile, era ancora un gran mistero per il giovine.
Ma d'altronde, era di Emma che si stava parlando, no?

-"Emma... Sei sicura di volerlo fare?
Intendo, la prova di fiducia."

In tutta risposta, lei si limitò ad annuire con un gran sorriso sulle labbra, facendo oscillare le ciocche più lunghe sulle sue ciglia, mentre si teneva ermeticamente con le mani tra i rami di quell'albero, "apparentemente" resistente.
Si mise in una posizione più comoda e un lembo della gonna bianca le fece scoprire di poco la gamba sinistra, che prontamente la risistemò al suo posto.

-"Certo che sì!"

Alcune foglioline verdi si adagiarono dolcemente tra i capelli rossi e il suo inseparabile ciuffo ribelle, dandole un'aria buffa e allegra, ricordando vagamente un'arancia.
Sorrise.
Che paragone strano, pensò lui, ma ciò non toglieva quanto fosse carina.
Oscillò la testa, pensieroso.
No, forse Emma assomigliava di più a un mandarino.
Non lo vedeva, eppure sentiva il suo inconfondibile odore tra le narici.

Curioso.
Davvero curioso.

Si guardò attorno spaesato.
Niente di niente.
Possibile che si fosse sbagliato?
No, persino la rossa aveva affermato la stessa identica cosa; e, in più, prima di scalare l'albero, gli aveva fatto notare dei piccoli boccioli, proprio sui rami più alti.
Eppure sapeva bene che non doveva stupirsi di non averne trovato nemmeno la buccia di quell'agrume: essendo un frutto invernale, non era la stagione adatta per seminarlo.
Piccolo e delicato com'era, non avrebbe retto affatto il forte calore dell'afa estiva.
Quando l'undicenne si stava per immergere in un monologo scientifico sulla piantagione dei mandarini, la sua attenzione venne catturata nuovamente da Emma.
Gli scappò un sorriso nel mentre le gote s'imporporarono teneramente di rosso.
Avvolta tra i rami e le foglie e dondolando appena con il fruscio del vento, la ragazzina aveva un espressione serena, dipinta sul suo volto roseo.

Delicata.

Sì, era decisamente un mandarino.
Chissà se aveva sulla pelle, o tra i capelli, quel profumo così buono ed afrodisiaco.
Voleva davvero scoprirlo.

"Un momento... Ma cosa vado a pensare!?"

La sua faccia assunse un colorito ancora più rosso, quasi bordeaux, provando molto imbarazzo; e quando pensò di aver perso la capacità di respirare, Norman dovette appoggiarsi sul tronco ruvido dell'albero per riprendere fiato.
Scosse energicamente la testa per scacciare via quel pensiero imbarazzante e pregò che non l'avesse visto in quello stato.
Ma dove diamine aveva la testa, oggi?
La fortuna aveva voluto che Emma fosse impegnata a ispezionare dall'alto sia tutta la pianura sempreverde e i cosiddetti "boccioli bianchi", che stavano ancora crescendo.