Nuvole a rimozione forzata

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Corpo rigido come una corazzata. 

Cronometro a respiro, 

Nuvola a rimozione forzata, 

Sposta il bianco dal cielo 

Al buio in tasca nero. 

In bocca solo un velo 

Lo senti, non è vero… 

Un sentiero soffocato 

Faccio un giro di parole 

 Solo, poi ritorno dove ero...

Punta di dita al pangrattato.

Anima fissa come la vita in piazza

Faccia ispida, perché il dolce ci ammazza. 

Fermo sulla sedia corpo fisso come una corazzata da combattimento, pesante, oppressivo. Contare ogni respiro come se corressimo una gara continua, senti il "tic tac tic tac" . 
Siamo nuvole ma che non possono restare dove vogliono, ci cacciano via, una rimozione forzata! Perché il problema non è restare a casa ma non poter restare dove lo si vuole davvero. Ti sposti da un mondo in 4 dimensioni, a un mondo periferico visto solo con la coda dell'occhio. In bocca ti hanno stretto un panno come un ostaggio, e tu lo mordi perché sai di non poter urlare aiuto. Lo senti, è così fastidioso: sembra di respirare cotone, guardandoti intorno vedi una sola via! Una sola. Ti è concesso al massimo un giro di parole ma come ogni giro, ritorna sempre al punto di partenza. Il contatto come formaggio: viene pian piano cancellato, fatto a pezzettini, ne gustiamo così poco da perderne il sapore. La nostra anima è fermacome la vita di una pizza, dove il mondo è cresciuto, i bambini giocavano, i ragazzi si divertivano, le persone passavano. Ferma lì non si è mai mossa... come noi. La faccia indifferente, anaffettiva siccome chi sogna è uno stupido.

Deve dare un senso di chiuso, di bruciore interiore, quasi di sfida verso la libertà. Bisogna sentirsi soffocati nel leggere, sempre di più. Bisogna sentire i passi di una vita per strada che non è la nostra, lo era prima. Bisogna sentirsi soli leggendo perché è più o meno questo che si prova quando il mondo, ha messo un lucchetto. 

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