Era il 22 Dicembre, Schlatt stava guardando dalla finestra della sua catapecchia il paesaggio, non era nulla di che, ma era sempre meglio di guardare le mura piene di macchie di sangue, o il pavimento pieno di crepe.
Aveva un espressione stanca, chissà quanta sofferenza si portava, quanta rabbia repressa per il bene di suo figlio.
Già, suo figlio.
La cosa più bella che aveva, ma era anche la causa della sua rovina.
Il signore fissava il corpicino del bambino steso nel letto, anche se era tutto tranne che un letto.
Era un mucchio di paglia con sopra una una coperta rovinata. Non era la migliore delle condizioni, ma almeno non dormivano sul pavimento e riuscivano a mangiare una volta al giorno, quindi non si lamentava.
Si avvicinò al bimbo, sedendosi per terra accarezzandogli i capelli, toccando le piccole corna del bimbo, come si vedeva che era suo figlio.
Ma aveva preso anche dei tratti della madre, basta pensare alle guance quasi sempre arrossate, o dei suoi occhioni azzurri quando erano aperti, sembrava un angioletto.
Troppo puro e giovane per tutta quella sofferenza, e Schlatt non riusciva a perdonarsi tutto questo.
Tirò un sospiro, e baciò la fronte al piccolino, non riusciva a mostrargli quanto lo amasse.
Gli veniva il vomito al solo pensiero di quello che gli aveva fatto, specialmente quando la madre era ancora lì.
Il solo pensiero del viso del bambino in lacrime, mentre lui e la moglie litigavano era impossibile il non sentirsi male.
Si strinse la maglietta, provando un forte dolore al petto, si sentiva di soffocare. Era un attacco di panico.
Non gli venivano da un bel po', e fu così improvviso che nemmeno lui seppe che fare, si stese sul pavimento guardando il tetto, mentre gli occhi si riempivano di lacrime salate, non riusciva a sopportare tutto questo.
Chiuse gli occhi, e fece scendere le lacrime, iniziando a singhiozzare.
Si sentiva così debole, non piangeva da anni. Non pianse nemmeno quando lei se ne andò, l'amore della sua vita.
Era lui la causa della sua rovina, ne era consapevole, e si faceva sempre più schifo.
Ma non si accorse che di fianco a lui ci stava il suo bambino, preoccupato per il padre.
《Papà..? Che succede?》
Schlatt provò una fitta al cuore, si sentiva di vomitare, si vergognava di mostrarsi in quella maniera davanti a lui.
《T-tubbo..do..dovresti dormire.》
《Non voglio! Perché piangi?》
《Non ti preoccupare, papà sta bene.》Schlatt si alzò dal pavimento, provando a fare il sorriso più genuino che poteva al ragazzo, accarezzandogli i capelli.
Tubbo ricambiò il sorriso, abbracciandolo il meglio che poteva, poggiando la testa sul petto del padre.
《Ti voglio bene, papà.》
《..anche io, Tubbo.》Il signore prese in braccio Tubbo, tirandogli una delle guance e ridacchiando.
《Vogliamo cantare quella canzone?》
《Sì!》I due ridacchiarono, sedendosi sul letto, iniziando a cantare una melodia.
Daisy, Daisy give me your heart to do
I'm half crazy, hopeful in love with you.
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Futuro| Dad!Schlatt AU
Fanfic[CW: violence, major character death, suicide, execution, balestre, daddy issues.] "Tubbo, voglio che il tuo futuro brilli come brillano quei fuochi d'artificio, perchè so benissimo di quanto tu sia grandissimo, ora hai quattro anni, hai tanto da vi...