Si sdraiò più comodamente nella vasca da bagno, l'acqua calda che le scioglieva i muscoli tesi. Si immerse lentamente, i rumori esterni che si attutivano, lasciando solo la voce dei suoi pensieri.Si chiedeva come se la stesse passando sua madre, dalle lettere via gufo affermava di stare bene. Sapeva che quella non fosse la verità, sua madre non stava più bene da un pezzo.
Sognava di rivederla con quel magnifico sorriso, che le aveva regalato immensa gioia da bambino. Vederla vivere di nuovo, senza le sue paure legate ad una cella ad Azkaban.
Riemerse dall'acqua, prendendo una boccata d'aria, pettinandosi il ciuffo biondo all'indietro.
Voltò la testa verso la porta rimanendo in silenzio, come a volersi assicurare della sua presenza in casa. Si ricordò che la Granger si trovava nella villa dei Price, a prendere un caffè con la padrona di casa.
William era all'università, quindi non avrebbe potuto fare alcunché. Sperava solo che la ragazza riuscisse a farsi estendere un invito per il pranzo, così lui avrebbe versato la prima pozione nel piatto dell'uomo.
Pregava Salazar Serpeverde e Merlino in persona, affinché fosse la pozione giusta, così il Babbano avrebbe acquisito di nuovo i suoi ricordi e lui poteva ritornarsene a Londra.
Si alzò dalla vasca, afferrando un asciugamano e avvolgendolo alla vita.
Si recò nella sua stanza, aprendo il comodino vicino al letto. Ne estrasse un'ampolla con un liquido color cremisi.
Il liquido era un miscuglio di Piume di Jobberknoll, Ginseng, Guaranà e caffè in grani.*
Nel libro del suo antenato, quella era l'unica pozione provata che aveva dato dei frutti, le altre non erano mai state preparate.
Gli appunti del tomo dicevano che la pozione aiutava a ricordare piccoli sprazzi, sperava che William ricordasse il necessario per condannare suo padre.
Posò la fialetta sul comodino, decidendo di vestirsi.
Odiava dover indossare qualcosa di diverso dai suoi soliti completi neri di alta sartoria.
Si recava da Madama Malkin ogni settimana, per ritirare sempre completi nuovi, pagando fior di Galeoni. Ma sapeva che vestirsi sempre in modo così elegante, avrebbe dettato sospetti.
Estrasse un paio di jeans e un golfino bianco, osservandoli con aria disgustata.
Si stupiva di come i Babbani riuscivano sempre ad avere dei gusti terribili in fatto di moda.
Una volta vestito, calzò ai piedi delle snakers dello stesso colore del golfino, muovendo i piedi cercando di alleviare la sensazione di scomodità.
Decise di uscire dalla stanza dopo aver sentito la porta dell'ingresso sbattere, prese l'ampolla e scese in salotto.
Si fermò sull'ultimo gradino quando vide la donna.
Accostata alla porta, avvolta da una gonna zaffiro che le lasciava scoperte parte delle cosce avvolte in calze trasparenti, fasciata da una camicetta bianca con scollo a V e sostenuta da alte décolleté, c'era la Granger.
Deglutì rumorosamente, chiudendo le mani a pugni.
Quella donna era maledettamente sensuale. E lui era maledettamente in astinenza. Se ne stava davanti la porta, con sguardo altero e il capo proteso in alto.
Si soffermò a pensare a come sarebbe stato spezzare quella sua aura da inavvicinabile, veder sparire dal suo volto quello sguardo di superiorità. Vederla supplicare, sotto di lui a chiedere di più.
Strinse ancora più forte i pugni, ispirando profondamente. Sentiva che qualcosa non andava, questi non erano pensieri che poteva permettersi di formulare. Puntò gli occhi sulla figura della Granger, la quale stava sfilando le scarpe dai piedi piegandosi in avanti.
Distolse immediatamente lo sguardo, non poteva continuare a guardare, o non avrebbe risposto da se.
Andò invece nel mobiletto bar, versandosi una generosa dose di Whisky. Bevve tutto d'un fiato, lasciando che la bevanda le donasse quella sensazione di calore allo stomaco.
"Siamo invitati a pranzo dai Price. Ho dovuto sopportare queste scarpe per tutta la mattinata per dare parvenza di essere in tenuta d'avvocato." sentì la Granger alle sue spalle, avvertì un piacevole formicolio lungo la spina dorsale, versò un'altra dose di alcool imponendosi la calma.
"Potresti versarmene un po' anche a me?" lo aveva sussurrato soffiandole il fiato caldo sulla guancia, lasciando Malfoy senza fiato a socchiudere le palpebre.
Recuperò un'altro bicchiere versando il Whisky alla donna, lo accostò vicino alla sua mano evitando di consegnarlo direttamente a lei.
La Gryffindor afferrò il bicchiere portandolo alle labbra, sorseggiò la bevanda leccandosi le labbra carnose. Quello fu il gesto che portò Malfoy allo sbaraglio, a non riuscire più a far funzionare la ragione, decidendo d'impulso. Fermò la mano della Granger, che in quel momento stava di nuovo portando alle labbra il bicchiere, afferrandole il polso facendo ondeggiare pericolosamente il liquido ambrato.
Vide gli occhi della donna sgranarsi, osservando le sue dita strette intorno al polso di lei.
Le sfilò il bicchiere dalle mani, poggiandolo sul mobiletto. La strattonò per il polso, facendola sbattere contro il suo torace.
"Malfoy ma cosa diavol-" la frase le rimase bloccata in gola, da due labbra che si erano posate irruente sulle sue.
Draco spinse violentemente la lingua tra le labbra di lei, accarezzando e facendo sua quella bocca tanto sprezzante che in quel momento non aveva frecciatine da rivolgergli.
Immaginava che la Granger le avrebbe come minimo lanciato una maledizione, invece si stupì quando sentì la Mezzasangue schiudere la bocca per accogliere la sua irruente lingua.
Strinse le dita su quei fianchi morbidi, come se avesse paura che potesse respingerlo da un momento all'altro, tornando alla realtà e rendendosi conto di ciò in cui si stavano buttando. Hermione affondò una mano tra i suoi capelli e inarcò la schiena, andando a spingere involontariamente il bacino contro quello del ragazzo.
Malfoy gemette per il contatto dei loro sessi coperti dagli abiti, interpretò quel gesto come un permesso per osare di più, così spostò le sue mani sui glutei tonici della donna, stringendoli.
Hermione si staccò, a malincuore, dalla bocca dell'uomo solo per poter far uscire dalle labbra un flebile gemito. Malfoy ghignò, approfittandone per andare a baciare quel collo candido, ricoprendolo di baci. Fece scorrere con lentezza una mano verso il basso, posandola sulla coscia della ragazza, distratta dalla minuziosa lingua dello Slytherin sul suo collo. La mano risalì fino ad intrufolarsi dentro le calze sfiorandole la biancheria di pizzo. Hermione, come svegliatasi da un sogno, posò le mani sul torace di Draco, spingendo con tutta la sua forza. Malfoy si staccò, vedendo la Granger allontanarsi con gli occhi spalancati. I capelli erano un groviglio impazzito, le labbra gonfie e rosse dal bacio che lui le aveva imposto, e la gonna leggermente alzata da lui stesso. Era il ritratto della lussuria, le stava causando un desiderio che le attanagliava le viscere, un sensazione così forte che pensava di non uscirne indegno. Non capiva come tutto questo fosse successo, così da un momento all'altro. Non poteva semplicemente dare colpa al fatto di non avere compagnia femminile da quando erano partiti. Non aveva mai provato questo genere di desiderio per una donna, una brama così potente. Forse il fatto di essersi reso conto solo in quel momento delle grazie della Granger, ma no. Lui non era il tipo da farsi abbindolare da un bel corpo, ne aveva avuti a centinaia di bei corpi. Si rese conto che il motivo di tutto quello non era solo un bisogno fisico, loro erano uguali. Lui ne era consapevole.
Nessuno la conosceva come lui, lui sapeva cosa girava in quella frenetica testolina da Mezzosangue. Lui la conosceva semplicemente perché erano simili.
Ossessionati da se stessi, dai loro traguardi personali, soffocati dalle inutili persone che giravano intorno a loro, faticavano ad emergere da quello che la società aveva imposto loro.
Lui per il Mondo Magico sarebbe sempre stato "Malfoy il Mangiamorte pentito" e non importava se adesso occupava il ruolo più in alto all'interno del Ministero, il suo passato a cospetto di Voldemort sarebbe sempre riemerso.
Lei sarebbe sempre stata "La Salvatrice del Mondo Magico amica di Harry Potter" non era Hermione Granger, che aveva passato la sua vita scolastica china sui libri, per dimostrare a quelli come lui che lei meritava di vivere nel loro mondo. Non importava se aveva lavorato duro per conquistare una posizione elevata in politica, la gente avrebbe sempre pensato che il posto le era stato ceduto per via della sua amicizia con il Prescelto.
Rialzò gli occhi su di lei, che ancora lo guardava imbarazzata e accaldata.
"N-noi non possiamo. È s-stato uno sbaglio." esalò in fine a fatica, voltando la testa di lato per evitare il suo sguardo.
Malfoy si sedette sul divano, passandosi una mano sul viso.
"Io non faccio tutto questo solo per vendetta nei confronti di Lucius..." lei voltò lo sguardo verso di lui ascoltandolo attentamente. "...Voglio vendetta nei confronti di mia madre, per tutto quello che ha dovuto passare..." vide la Granger abbassare gli occhi, quasi fosse stata colpita da un moto di tenerezza, voltò lo sguardo soffermandosi ad osservare fuori dalla finestra. "...voglio vendetta per me stesso. Per tutto quello che mi è stato negato dopo la guerra. Non parlo di fama o ricchezza, non me ne faccio nulla di queste inezie. Parlo del fatto che nessuno mai ha almeno pensato a quello che ho passato. Quello che sono stato obbligato a fare sotto la minaccia di perdere non solo la mia vita, ma quella di mia madre. Mia madre è la persona per cui ho deciso di fare qualcosa di importante, di riprendere la mia vita in mano..." si alzò dal divano, avanzando verso la ragazza ancora inerte. "...adesso Granger, io so ammettere quello che voglio. Dovresti provarci anche tu." le passò accanto, solo per salire le scale e ritirarsi in camera.Cos'era successo?
Si chiedeva da mezz'ora cosa le era passato per la testa, aveva risposto al bacio di Malfoy.
Draco Malfoy non era un persona qualunque, quel ragazzo era stato il primo ad imporgli il suo stato nella società magica. Per quel ragazzo lei aveva pianto, distrutta da insulti pesanti.
Quel ragazzo le aveva ribadito in ogni occasione il suo status di Nata Babbana, era stato il motivo di tutte le serata passate a studiare sui libri. Un tentativo di dimostrare di meritarsi di vivere in quel loro mondo. Studiando perfino cose non inerenti ai loro studi, per il semplice fatto di voler emergere per il suo brillante cervello. E c'era riuscita, conquistando addirittura il nome di "Strega più brillante dell'epoca." Lei. Una Nata Babbana. Non una Purosangue. Ma lei.
Ma con il tempo aveva imparato a non prestare importante alla sua ascendenza, dimostrandosi più capace di molti maghi Purosangue.
Ma i libri non parlano di situazioni del genere, non ti spiegano cosa fare in certe circostanze.
Il punto era che non aveva solo risposto al bacio di Malfoy, ma le era addirittura piaciuto. Tanto da stringere quei crini biondi fra le dita da sentirne ancora la consistenza tra i polpastrelli, tanto da sfiorarsi il labbro inferiore che lui aveva stretto tra i denti. Si era resa conto di ciò che stavano facendo quando lui si stava avventurando in una zona più intima, non poteva lasciarsi andare così, non con lui. Aveva come il presentimento che Malfoy l'avrebbe derisa a vita, solo per aver ceduto anche lei dinanzi al principe di Serpeverde. Lei si era sempre reputata superiore, a differenza delle ragazzette che andavano dietro al rampollo dei Malfoy negli anni ad Hogwarts. Era risaputo che fosse ben visto dalla popolazione femminile, e tutte avrebbero ucciso per avere anche solo un saluto dal ragazzo. Perfino Ginny non era indifferente al suo fascino ai tempi. Era capitato che la Rossa elencasse le qualità del suddetto, chiedendo parere proprio a lei, che rispondeva sempre con sguardo disgustato. Adesso si ritrovava a comprendere quelle povere ragazze, lei con un solo bacio aveva provato ciò che di solito si prova con dei preliminari. Non osava immaginare come sarebbe stato l'atto in sé.
Si costrinse a darsi un ordinata, cambiando solo la gonna con dei pantaloni eleganti per poi sistemare i capelli in una stretta coda. Attese l'uscita di Malfoy dalla camera per recarsi insieme dai Price. Ciò avvenne dopo dieci minuti d'attesa. Malfoy l'aveva semplicemente superata per aprire la porta, senza nemmeno degnarsi di guardarla.
Si prospettava un pranzo turbolento.*Piume di Jobberknoll, Ginseng, Guaranà e caffè in grani: sono gli ingredienti di una pozione della memoria esistente nel mondo di Harry Potter.
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Il nuovo Ministro della Magia |Dramione|
FanfictionDAL TESTO: Si rese conto che si, il mondo poteva finire in quel momento. Ma le labbra della Mezzosangue erano un bel posto dove morire.