Apre gli occhi in un bagno di luce argento. La luna, come seta, gli scivola sulla pelle mostrando la perfezione di ogni piega e fisicità.
Senza alzarsi si muove nel letto, le membra a sfregare sul tessuto leggero delle lenzuola mentre avverte il brivido del suo corpo svegliarsi dal sogno. Sospira e, piegando le gambe, osserva i nodosi muscoli delle cosce delinearsi nel grigiore lunare. Lenta, la sua mano si fa subito strada verso la dura rigidità che sente chiamarlo con una sensazione nota e pulsante.
È già eccitato, e basta un solo tocco perché il suo corpo si inarchi nella ricerca di nuovo appagamento. Lo desidera. Lo vuole.
Così se lo concede senza vergogna, muovendo la mano a un ritmo sempre più frenetico e schiudendo le labbra in un sussurro senza voce e senza nome. Viene in un attimo, bagnando del suo seme il ventre piatto e la sottile linea del torace, il battere accelerato del cuore che lo scuote convulsamente. Mentre lo sperma si asciuga, si tocca ancora, sfiorando con l'indice l'asta ora morbida e i testicoli molli.
Si ferma. Sospira.
«Sono felice di vederti, Dean. Entra.» La professoressa Electra Von Thyssen lo accolse con un gesto asciutto della mano, il solito che gli rivolgeva tutte le volte che per un motivo o per l'altro era costretto a passare per il suo ufficio.
Dean sedette, il leggero sbuffo della poltrona di pelle ad accompagnare i successivi secondi di silenzio che seguirono, prima che, alzandosi in piedi e andando alla finestra, la donna cominciasse a parlare.
«Come stai, Dean?»
L'erede dei Wright si irrigidì. «Bene.»
«Tua madre mi ha parlato dei piani di Lucas, tuo padre.»
«Mia madre dovrebbe imparare a farsi gli affari suoi e tenere i segreti per sé» ringhiò Dean.
«È preoccupata per te.»
«Questo non la giustifica dal parlare apertamente di cose che non la riguardano.»
«Mi ha chiesto di aiutarti, cosa c'è di male in questo?» La donna si voltò a guardarlo e Dean si ritrovò a fissare due profondi occhi scuri inondati di preoccupazione. La somiglianza con Eva Wright, sua madre, a volte era tanto sorprendente da instillare il dubbio che le due gemelle giocassero a scambiarsi di posto per interpretare l'una le veci dell'altra.
Lady Electra era stata la sua madre adottiva, pronta a coccolarlo e supportarlo ogni qualvolta la distante e fredda Eva si era rifiutata di svolgere le proprie mansioni da madre. Lo portava alle giostre, lo accoglieva a casa, gli raccontava le favole e spiegava come difendersi dalle angherie degli altri figli di papà che a scuola lo trattavano male. Poi però Chamberlain le aveva offerto un lavoro come insegnante alla St Patrick, lei si era trasferita all'Accademia e anno dopo anno il loro rapporto si era dissolto fino a trasformarsi nella triste ombra di un ricordo che ancora Dean intravedeva negli occhi di lei quando lo guardava: un sentimento vago, fumoso e inafferrabile.
«So cosa ti ha chiesto di fare tuo padre» riprese la donna con tono più grave, «e proprio come Eva, disapprovo. Coinvolgerti così tanto nei piani di Lord Benjamin Bucket non è una cosa saggia.»
«Sono un Wright, non vedo cosa ci sia di male in questo.»
Lady Electra scosse il capo. «Sei un ragazzo, non un cospiratore, e ancor meno un esperto di ingegneria e impiantistica.»
No, non era un cospiratore, convenne, e del resto l'idea di diventarlo non gli era mai neanche passata per la testa fino a quell'anno quando, con il compimento del suo diciottesimo anno d'età, lo status di primogenito di una delle più ricche famiglie inglesi gli era precipitato addosso assieme alla nutrita lista di diritti e doveri che ciò comportava.
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Escape
FantasyPer diventare allievi della St Patrick, la più esclusiva accademia di tutta l'Inghilterra, occorrono due requisiti fondamentali: essere ricchi ed essere degli psicocineti. Ethan Blake e Dean Wright non solo soddisfano entrambe le richieste, ma sono...