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"LOOKING FOR THE SHADOW"

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«Seconda stella destra, e poi dritto fino al mattino.» Questa, Peter aveva detto a Wendy, era la strada per l'Isolachenoncè, ma neanche gli uccelli che portano con sé mappe e carte geografiche e le consultano quando si imbattono in angoli ventosi potrebbero giovarsi di tale indicazione.

wooyoung chiuse gli occhi, lasciando scivolare il libro sul bordo del letto. era una sera abbastanza tranquilla all'ospedale e, dopo tante notti insonni, egli riuscì ad addormentarsi in pace. ad un tratto, la luce sul comodino si spense con un piccolo ronzio, dopo avere lampeggiato un paio di volte; la finestra si aprì fino in cima e le tende furono trasportate dal vento. il corpo del ragazzo si mosse leggermente e il libro cadde a terra con un tonfo, svegliandolo.

"mh?" wooyoung aprì gli occhi assonnati e si guardò intorno; la brezza invernale gli mosse i capelli e dei brividi gli percorsero lungo le braccia. spostò gli occhi verso la finestra spalancata, ma fu costretto a strizzarli a causa della luce. "non era chiusa?" sussurrò tra le labbra secche, mentre si stropicciava il viso con le mani. si alzò dal letto e il lenzuolo cadde; il ragazzo si abbassò per raccoglierlo e vi scivolò sopra.

"ti sei fatto male?" una voce si levò dall'angolo ombroso della stanza; wooyoung urlò, spaventato, e il cuore iniziò a battergli all'impazzata. "scusami, non volevo spaventarti." un ragazzo dai capelli scuri si avvicinò, porgendogli la mano con un dolce sorriso sulle labbra.

"c-chi sei?" chiese deglutendo; gli occhi erano spalancati, aveva un nodo alla gola e una strana sensazione per niente rassicurante allo stomaco.

"choi san." rispose lo sconosciuto ridacchiando; wooyoung si portò la mano sinistra al cuore, il quale sembrava essere tornato al ritmo regolare, poi si decise ad afferrare la quella del ragazzo. "cosa ci fai qui?" lui alzò le spalle e la luce della luna gli illuminò il corpo: indossava degli abiti malandati, probabilmente vecchi e anche sporchi di terra. "come hai fatto ad entrare?"

"dalla finestra." rispose secco san; il biondo lo guardò confuso e socchiuse leggermente le labbra.

"sono...m-morto?" wooyoung passò una mano tra i capelli e distorse lo sguardo; il panico iniziò a prendere il sopravvento e gli mancò il respiro.

"perché dovresti essere morto?" san alzò un sopracciglio e, notando la sua paura, gli si avvicinò. "forse sono io quello che è morto: non avevo mai visto un angelo come te." aggiunse sorridendogli, nella speranza di rassicurarlo.

"s-sto sognando?" san alzò gli occhi al cielo.

"cosa c'è?" wooyoung incrociò le braccia al petto, offeso dall'atteggiamento dell'altro.

"perché credi che non sia reale?" chiese sedendosi sul letto ma fu un grave errore, poiché aveva i piedi pieni di terra e sporcò le coperte bianche. "oh, scusami." san si alzò in volo. "non volevo sporcare" aggiunse grattandosi la testa, ma wooyoung non lo stava ascoltando, bensì era troppo preso dal fatto che stesse fluttuando. "ti senti bene?"

"tu sai volare!" urlò con uno sguardo sognante.

"perché, tu no?" sul suo viso comparve un enorme sorriso; egli scosse la testa. "pensavo potessero farlo tutti." san scese a terra, poggiando i piedi sul pavimento e lasciando dei pezzetti di terra. "vieni." disse prendendogli la mano e portandolo vicino alla finestra.

THE KITEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora