Il racconto di Nicola

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Mi avvicinai lentamente, cercando di non guardare il suo corpo scosso dai singhiozzi. Aprii la bocca per consolarlo, ma non sapevo come iniziare.

Mi voltai, cercando con lo sguardo l'aiuto di Anna. Lei si affiancò al nostro amico e gli mise una mano sul braccio.

- N-Nico? C-cos'è successo? - gli sussurrò dolcemente.

Nicola, consumati gli ultimi singhiozzi, alzo lo sguardo verso di me, ma i suoi occhi guardavano qualcosa che io e Anna non potevamo vedere. Poi, con la voce rotta dal pianto iniziò a parlare ...

- Q-quei cosi hanno attaccato casa mia e di Fede. I-io ho preso il fucile appeso sul c-camino. Ne ho ammazzati una d-decina. E sono riuscito a scappare. Ma F-Federico ...

A questo punto la voce gli si spezzò e cadde a terra in preda ai singhiozzi.

Ma non c'era bisogno di continuare. Federico, il migliore amico di Anna, il fidanzato di Nicola, il nostro amico dai capelli rosa se n'era andato per sempre. Era morto, facendo morire con sé anche il cuore di Nicola.

Guardai Anna, sapendo che la sua faccia pallida e stravolta era lo specchio della mia. Le ginocchia le cedettero e la vidi accasciarsi a terra, come svenuta.

Non so per quanto tempo rimasi lì in piedi, scioccato, ma mi ricordo che ad un certo punto decisi che dovevo reagire.

Feci due respiri profondi e aprii la bocca per parlare. - Dobbiamo prepararci. Mi dispiace per Federico, ma ormai è morto.-

Forse fui troppo brusco, ma le mie parole Nicola ritrovò un po 'di controllo, e asciugandosi il viso si alzò in piedi. Tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, continuai. - Preparatevi. Nico, vai ad avvisare Giorgio, Alessandro, Mario e Stefano, si cambia continente. Prenoterò un volo per l'Asia del Nord, al freddo quei cosi non dovrebbero sopravvivere.-

Detto questo mi voltai, e a grandi passi uscii in strada.

Forse quella che avevo preso era stata una decisione presa troppo velocemente, ma era l'unica cosa che mi era venuta in mente. Non ero abituato a prendere decisioni importanti come quella.

Da tempo ero stato eletto leader del gruppo di amici che si era formato al liceo: quante volte mi avevano preso in giro gli altri ragazzi di 5 liceo, quando mi vedevano girare con quei due primini gemelli (Alessandro e Fede) o con quei due piantagrane di terzo liceo quali erano Giorgio e Nico ....

Basta pensieri, ora dovevo concentrarmi, dovevo avvertire mio fratello, dovevo convincere lui e la sua famiglia a scappare con noi.

Ma quando arrivai nei pressi di casa sua, vidi una montagna di fumo provenire dalla via laterale a quella che stavo percorrendo, precisamente dove si trovava la sua casa.

Mi misi a correre, e al rumore del mio respiro si unì quello di una sirena dei pompieri. Girai l'angolo, non ancora pronto per lo spettacolo che mi trovai davanti.

Dove si trovava la sa casa ora c'era solo lo scheletro carbonizzato del palazzo. Senza rallentare mi avvicinai al camion dei pompieri. Mi ricordo che sentii una voce che proveniva da dietro il camion.

- non ho trovato nessuno, cioè, no, non ho trovato nessuno ancora vivo ...

Mi voltai e mi misi a correre, con le lacrime che mi bruciavano gli occhi.

Prima Federico, ora pure mio fratello e la sua famiglia. L'unica cosa che potevo fare era continuare a sopravvivere, facendo di tutto per impedire che qualcun altro morisse solo perché non ero stato in grado di proteggerlo.





GLI AMICI NON HANNO SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora