QUANDO TUTTO è INIZIATO

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ETTORE

La vita può sembrare normale sotto molti punti di vista... amici, famiglia, e tutto ciò che fa pensare ad una "vita normale". Però... non si può mai sapere se ci sarà qualcosa, un qualcosa che ti cambierà la vita per sempre... e a noi... purtroppo è successo...

Era una fresca mattinata di fine inverno, ma nell'aria si sentiva già arrivare la primavera. Ero al parco, con Anna. Eravamo seduti sopra un telo da pic-nic, all'ombra di un albero e parlavamo degli ultimi avvenimenti.

Mario e Stefano, si erano finalmente fidanzati (ed era ora dopo sette anni che glielo dicevamo), Federico aveva da poco ottenuto un lavoro da scienziato, di cui non ci voleva mai parlare, e i nostri figli, Silvia e Marco, stavano preparando una festa a sorpresa per il compleanno di Ale e Fede (che naturalmente consisteva in un mega pranzo al Mac Donald).

Ad un tratto mi ricordai perché eravamo lì quel giorno: era San Valentino!!!💗

Chiesi ad Anna di chiudere gli occhi, e sfilai un pacco regalo rosso dalla mia borsa. Lei, che naturalmente stava sbirciando tra le dita, prese il pacchetto e inizio a scartarlo... -Oddio Ettore sono bellissime!!! Grazie😘- In mano aveva un paio di cuffie bluetooth nere con decorazioni viola. Sì, era stato proprio un buon acquisto.

Dopo un'altra serie di gridolini eccitati, si infilò le cuffie e prese un pacchetto dal cestino da pic-nic e me lo porse. Iniziai subito a scartarlo, e ne tirai fuori un paio di occhiali da aviatore (naturalmente arancione, il mio colore preferito).

Erano bellissimi, me l'infilai.

Ad un certo punto sentii la mano di Anna sfiorare la mia. La strinsi e, alzando lo sguardo, la guardai negli occhi. Anna arrossì, e si mise a giocare con una ciocca dei suoi lunghissimi capelli dalle punte viola. La strinsi a me, e, chiudendo gli occhi, la baciai.

Ci allontanammo velocemente, spaventati da un rumore improvviso. Era un ringhio, rauco e sommesso, che proveniva da un cespuglio cinque metri più in là. Ci alzammo in piedi, lentamente, cercando di non fare rumore. Il cespuglio si scosse e ne uscì una ragazzina. Aveva dei capelli lunghi e arruffati, la giacca a vento che portava era strappata e macchiata di sangue, come quello le usciva dalla bocca con un rivoletto. Era piena di tagli e ferite, gli occhi erano bianchi, ma, soprattutto, la sua pelle era di un verde brillante.

ERA UNO ZOMBIE!!!

Appena ci vide scattò, e iniziò a rincorrerci. Io e Anna iniziammo a correre, cercando di scappare, ma la ragazza guadagnava terreno, metro dopo metro.

Uscimmo fuori dal parco, correndo verso casa ma la ragazza, (è un mostro. ricordatelo. NIENT'ALTRO CHE UN MOSTRO) non ci lasciava tregua.

Ci precipitammo in mezzo alla strada, ignorando il semaforo rosso. Mentre attraversavamo un incrocio vedemmo un macchina rossa che si avvicinava sgommando.

All'ultimo momento la macchina sterzò, colpendo lo zombie che andò a sbattere sulla parete di fronte. La portiera si aprì e ne uscì un ragazzo. Era il nostro amico Nicola. Indossava una giacca nera macchiata di sangue e in mano aveva un grosso fucile marrone...


Mi avvicinai a lui, lentamente, -Nico che sta succ...- -Non qui, entriamo in casa-. Si volto, guardando con apprensione la zombie che si stava rialzando con un ringhio. Altri ne stavano spuntando dai vicoli...

-SVELTI!!!- grido Cico. Ci prese per un braccio e corremmo fino a casa.


Quando mi fui sbattuto la porta alle spalle alzai lo sguardo per guardare Nicola. Accorgendosi del mio sguardo, si girò verso di me e si alzò il cappello di feltro nero che gli copriva il volto...

Aveva un brutto taglio sulla guancia, e un rivolo di sangue gli scendeva da sotto i folti capelli rossi. Ma la cosa più sconcertante ( se si escludeva il fucile che teneva ancora in mano) erano i suoi occhi: erano spenti, neri e vuoti. Avevano perso l'ombra di una risata, prima sempre presente nel suo sguardo. Faceva quasi paura, coi suoi 2 metri di altezza e tutte quelle macchie di sangue.

Aprii la bocca per parlare, ma la richiusi subito.

Restammo lì a guardarci per almeno un minuto, finché il silenzio non fu rotto dalla voce spaventata di Anna - C-cos'erano quei cosi?-

-Zombie- -Avrei dovuto chiamarvi...-

Detto questo gli passo un'ombra sul volto e, sotto gli occhi stupiti di me e Anna, si accasciò sulla poltrona, scoppiando a piangere.

////////////Angolo autrice/////////////

Ciao a tutti ragazzi. questo è il mio primo libro.

Pubblicherò un capitolo ogni 1/2 settimane circa, nei prossimi capitoli inserirò anche altre persone.

Boh, se avete commenti o critiche costruttive da fare scrivetemele.

Credo si aver finito, GYNNY OUT


GLI AMICI NON HANNO SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora