Emma tentò di aprire il cancelletto che la separava dalla dimora, ma era stranamente bloccato, impedendo l'accesso. La ragazza spinse, e ruppe il piccolo gancio. Pensò che i Watson non se ne sarebbero accorti, ma non ne era affatto sicura. Tornó in casa...
Hepsie era seduta sulla fatidica poltrona in pelle di coccodrillo. Sbatteva freneticamente il piede, facendo un sonoro "tic" col tacco, facendo impazzire Emma. Il cuore le batteva forte nel petto. Gli occhi sbarrati. Le gambe erano di gelatina. L'aveva scoperta.
-Bene...vedo che ti sei divertita- sorrise maleficamente -ora mi divertirò anche io-
Uscì una frusta lunga, contornata da catene d'acciaio e spine pungenti.Ad Emma prese un colpo. Quasi svenne. Sentí la vita sfuggirle delicatamente. Stavolta neanche i suoi libri avrebbero potuto aiutarla.
-Ti piace il mio nuovo giocattolo?- ora rideva di gusto
Si alzò e iniziò a colpire il povero fondoschiena della ragazza. La sua fronte si imperlò di sudore per lo sforzo fatto. La graffió a sangue con le unghie, la prese a calci e a pugni. La frusta le aveva lacerato la pelle già contusa. Quando credeva fosse finita, le diede un ultimo calcio sulla schiena che le fece perdere i sensi. Tutto iniziò a scivolare piano...
***
Quando si svegliò era notte. I Watson erano di nuovo usciti, Hepsie voleva sistemarsi le unghie ormai rovinate dai graffi. Era troppo stanca per camminare, e si appoggiò al divanetto. Scivolò piano sulla poltrona. Non le importava di quello che le sarebbe capitato."Ormai è tutto inutile" pensò
Si trascinò a fatica nella sua cameretta. Ma quando aprì la porta, vide che era vuota. Non c'era neanche più il letto, o la piccola cassettiera adibita ad armadio. La mensola era stata staccata e al suo posto erano incastonati solo due viti. Notò sul muro una scritta col rosso...
Emma si inquietò. Pian piano notò che era il suo sangue. Il sangue che usciva a fiumi da una ferita sulla schiena."Non sfidarmi, sciocca" diceva la scritta
Emma era furiosa. Come non lo era mai stata. Prese a calci il muro, ma si fece solo male ai piedi scorticati per la corsa. Corse in bagno e si medicò la ferita, un enorme ferita da punta causata da una una spina d'acciaio. Ululò dal dolore appena l'alcol le toccò la parte. Mise un cerotto e tornò nella sua stanza.
I libri rimasti erano spariti. Poi notò qualcosa sul pavimento. Era un libro. Lo prese. Probabilmente le era caduto prima di portarli da Karen.
Harry Potter e la pietra filosofale
Pensò quando sua madre glielo leggeva, aveva solo 4 anni. Già lo amava. Era il primo libro che lesse senza l'aiuto di nessuno, a 5 anni. Quello che le insegnò a leggere. Iniziò a sfogliarlo. Dopo sole 2 ore, ed arrivata alla fine, le mancavano poche pagine. Amava il modo di narrare della Rowling. Amava Hogwarts. Amava quel mondo e quanto sperava fosse reale. Le cresceva un fuoco dentro che le faceva venir voglia di abbracciare tutti i personaggi.
Sospirò. Prese un lenzuolo vecchio dalla soffitta e lo sistemò sul pavimento. Ne prese un altro e si coprì con quello. Abbracciò il libro.
"Come vorrei essere lì. Come vorrei essere ad Hogwarts"
Venne cullata da dolci pensieri e si addormentò con la testa tra i sogni.
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L'attraversastorie
FanfictionEmma è una ragazza gentile e di buon cuore, che d'un tratto viene catapultata nel suo mondo magico del cuore, Hogwarts. Harry Potter sono i suoi libri preferiti, ed è molto emozionata. Ma dovrà anche scontrarsi con i suoi...pericoli. Scorpius, miste...