Le case diventano sempre più piccole via via che l'aereo sale piu in alto.
Ancora non ci credo che dovrò passare i prossimi quattro anni in una fottuta università condannata a studiare.
Sospiro e appoggio la guancia al palmo della mano.
"You Shook Me All Night Long" degli AC/DC si fa spazio nella mia testa. Direi che sia un bel modo per affrontare questa partenza.
Sento gli occhi del tizio fermo all'entrata della mia fila su di me, probabilmente scrutano il modo in cui sono truccata.
Dopo essersi seduto nel sedile accanto al mio tira fuori dal suo zainetto nero un libro dalla copertina rossa avente i bordi rovinati, una croce oro al centro di essa; dalla curiosità -andiamo, chi non ha mai letto una frase random del libro che la persona accanto stava leggendo?- lancio un'occhiata sulla pagina a sinistra e leggo:
"Deuteronomio 31:6,8 Fatevi forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà. Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d'animo!"
Distolgo lo sguardo accorgendomi che l'uomo ora sta bisbigliando preghiere.
Ma proprio un super fanatico religioso doveva sedersi vicino a me?
Sfoglia il libro fino a fermarsi e ricominciare a leggere:
"Atti 3:19 Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati"
Afferra un evidenziatore giallo fluo e lo usa per il verso appena letto, continuando a bisbigliare parole incomprensibili.
Stacco i miei pensieri dal religioso e ritorno alla musica nei miei auricolari.
Ora è il turno di "Back In Black" e sorrido nel sentire la chitarra iniziale. Gli AC/DC sono come una dose di eroina nelle vene per me...
Li ho amati sin da piccola, amore a primo ascolto. li sentii per la prima volta da una vecchia cassetta di mio nonno materno, fan accanito della band, nonostante nonna fosse in forte disaccordo.
Ancora sorrido al pensiero di lei che gli urlava contro mentre lui imitava il suonare della chitarra di "Let's Get It Up" e cantava a squarciagola il testo, incitandomi a imitarlo. Ovviamente lo feci, e ci divertimmo un sacco per tutto il pomeriggio sotto lo sguardo arrabbiato -ma divertito- di nonna.
Quell'uomo mi insegnò ogni sua conoscenza su di loro. Mi regalò ogni sua maglietta degli AC/DC, ed ora sono l'unica cosa che mi è rimasta di lui insieme a tutte le cassette audio, vinili e autografi.
Sospiro.
Mi manca tanto...
Mi manca andare a casa loro e sentire la serotonina scorrermi dentro, sapendo che mi sarei divertita parlando con nonno di tutte le band rock che amava mentre sedevo sulle ginocchia di nonna.
Mi manca andare ai concerti con lui.
Mi manca provare le sue enormi magliette e piangere perché mi stavano troppo larghe, sentire lui che rideva e mi consolava dicendo che quando sarei cresciuta abbastanza mi sarebbero calzate a pennello.
Mi manca quel maglione con la scritta AC/DC sul davanti che nonna fece per me quando avevo 10 anni, e che persi dopo qualche anno e non ritrovai mai più.
Mi manca raccogliere fragole nel loro giardino e canticchiare sotto il respiro "Highway To Hell", senza preoccupazioni o pensieri assillanti.
Mio nonno era la pecora nera della famiglia, infatti mia madre lo accusava sempre di avermi influenzata con le sue scemenze da ragazzetto.
Era quello ribelle, quello sempre con una battuta pronta per essere detta nei momenti più sconvenienti, quello informale, che alle occasioni speciali si presentava in maglietta, jeans larghi e infradito ai piedi.
Tutto ciò potrebbe risultare normale a tutti, ma di certo non alla mia super-acculturata, elegante, curata e ricca famiglia.
A St. Francisville non era ammesso un comportamento del genere. Intorno ad altre persone dovevi presentarti di tutto punto senza imperfezioni, altrimenti rischiavi di finire nelle conversazioni delle vicine pettegole il giorno dopo al té delle cinque.
Col tempo ho imparato a conviverci, essendoci cresciuta per tutta la vita.
Questa assurda e continua competizione tra ricche famiglie è il motivo per cui i miei mi hanno mandato in questa minchia di università.
Mi hanno pregato affinché accettassi di laurearmi in psicologia per poi vantarsene con i vicini.
Io non ci volevo salire su questo volo.
Non volevo andare in culonia a studiare come una matta per quattro anni una cosa a cui neanche sono interessata.
Almeno rimarrò lontana da tutta quella perfezione per un po di tempo..•••
Mi ritrovo su un palco, tutti i riflettori puntati su di me. Impugno il microfono e inizio a cantare il testo della mia canzone, sento la folla cantare insieme a me e gridare a squarciagola, sento la chitarra a fianco e il batterista dietro di me, sento tutto.
Continuo a dimenarmi sul palco al ritmo della musica.
Il mio sogno si è avverato.
Quasi mi sembra di sentire la sua voce cantare insieme a me.. ma si, eccolo li tra la folla a fare il tifo per me.
Mi manchi cosi tanto nonno.. fermo dove vai..? ti prego ritorna da me, non andare!
Inizio a rincorrerlo in un tunnel buio pesto, le nostre risate echeggiano tra le pareti. Sento la sua voce forte e chiara, mi dice "segui il tuo cuore" ripetutamente, ma non riesco a raggiungerlo, continuo a correre verso la luce e...
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Mushrooms and strawberries
General FictionSTORIA ANCORA IN VIA DI SVILUPPO PER VIA DI PROBLEMI TECNICI. CAPITOLI INCOMPLETI. Tutti loro hanno una sola cosa in comune: la passione per la musica. (E anche il fatto che vanno tutti alla stessa università) Questa fantastica forma d'arte porterà...